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Cuori Puri: Recensione in Anteprima

Lei 18enne devota che vuole arrivare vergine al matrimonio, lui 25enne dal passato delinquenziale e dal presente complicato. Così diversi eppure così puri nell’animo.

pubblicato 23 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:52

Il cinema italiano è fortunatamente più vivo che mai, come dimostrato dal 37enne romano Roberto De Paolis con Cuori Puri, potente opera prima presentata al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine. Mattatori due giovani attori all’esordio da protagonisti, Selene Caramazza e Simone Liberati, così profondamente differenti eppure attratti l’uno dall’altra.

Lei, Agnese, ha appena compiuto 18 anni e vive con una madre single, dura e fortemente devota, che di fatto la costringe a rimanere vergine fino al matrimonio. Lui, Stefano, ha 25 anni, una famiglia complicata e un lavoro da custode in un parcheggio di un centro commerciale, che confina con un campo rom. Conosciutisi per caso, inseguendosi letteralmente per le sporche strade di una Roma quasi irriconoscibile, Agnese e Stefano si avvicinano, si conoscono e si aiutano a vicenda mentre il desiderio cresce, costringendo la 18enne a prendere una decisione da cui non sarà più possibile tornare indietro.

E’ un cinema del reale, quello portato in spalla da un De Paolis che tallona quasi morbosamente i suoi protagonisti. Il regista cestina luce artificale e inquadrature per abbandonarsi all’improvvisazione, alla spontaneità dei suoi attori, non solo puri nell’animo ma anche brutti, sporchi e cattivi, in una periferia romana che trasuda tensione nella co-abitazione tra italiani e stranieri, profughi, ‘diversi’. Una repulsione dettata dalla paura, dalla crisi che morde alle caviglie e da un senso di impotenza che annebbia vista e pensieri. I mondi vissuti da Agnese e Stefano sono agli antipodi ma collidono nel momento in cui incrociano ‘l’altro’, visto con terrore. De Paolis enfatizza gli estremi, con una mamma accecata dal radicalismo religioso e un Universo rom provocatorio e spesso delinquenziale, costringendo i suoi due protagonisti ad uscire dai rispettivi schemi prestabiliti per venirsi incontro.

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Liberati, 29enne già visto in Suburra, è una forza della natura, così rude nei modi, in perenne lotta con il padre nullafacente e infuriato con il mondo ma in cuor suo dall’animo magnanimo, mentre la Caramazza, vista ne Il bello delle donne, gioca di sottrazione nel rendere tanto fragile quest’adolescente ingabbiata da una madre spaventosamente oppressiva. De Paolis, con stile quasi documentaristico, li segue come un’ombra illuminandoli d’attenzioni, tra sinceri sorrisi, perplessità, menzogne e smanie sessuali, raccontando sullo sfondo una Chiesa aperta e contemporanea, fisicamente impersonata da un prete filosofo che ha i lineamenti bonari di Stefano Fresi. Una presenza più umana, terrena, la sua, rispetto a quella radicale di una Barbora Bobulova tanto fedele a Dio quanto violenta dinanzi alla ribellione, alla mancata sottomissione della figlia maggiorenne.

Qualcosa di simile a Cuori Puri l’avevamo visto durante l’ultimo Festival di Venezia con La ragazza del Mondo di Marco Danieli, altro esordio che provava a raccontare un amore reso impossibile dall’ortodossia dei testimoni di Geova, ma in questo caso De Paolis si concentra più sull’immediato, sui pericoli dettati dal sentimento e dal desiderio, quando questi vengono visti come inammissibili, inconcepibili, devianti. Una ricerca sul campo, la sua, che nel finale tende a sfumare troppo rapidamente verso la sproporzione, con i due che tornano ad inseguirsi (questa volta è lei a rincorrere lui) per ricongiungersi, senza però limitare un’opera prima dall’impatto visivo ed emotivo autorevole e sorprendente.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

Cuori Puri (Ita, drammatico, 2017) di Roberto De Paolis; con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce, Antonella Attili, Federico Pacifici, Isabella Delle Monache – uscita mercoledì 24 maggio 2017.

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