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Bolshoi Babylon: Recensione in Anteprima

Per la prima volta il Bolshoi apre le porte alle telecamere, confessando tensioni, inganni e ossessioni nel doc Bolshoi Babylon.

pubblicato 1 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 07:00

Da secoli, oramai, il teatro Bolshoi rappresenta la Russia nel mondo. Il 17 gennaio del 2013 l’istituzione Bolshoi venne sconvolta da un fatto di cronaca che finì sulle prime pagine dei giornali. L’allora direttore Sergei Filin venne attaccato con dell’acido solforico da un uomo mascherato, ‘ingaggiato’ dal ballerino solista Pavel Dmitrichenko. Uno scandalo senza fine ricostruito sotto forma documentaristica da Nick Reed e Mark Franchetti, per quasi sei mesi autorizzati a seguire il Bolshoi dall’interno, senza censure.

Un dietro le quinte del 2015 che arriva soltanto ora nelle sale d’Italia, il 2 e il 3 maggio con distribuzione Nexo Digital, indagando tra lotte di potere, intrighi, ambizioni e scandali. Bolshoi Babylon segue passo passo quanto avvenuto in quell’incredibile inverno del 2013, quando il simbolo culturale di un intero Paese venne macchiato dall’acido e dal sangue, dalla cieca rivalità e dall’odio più profondo, per poi lasciar spazio alle parole dei protagonisti di quella vicenda.

Reed e Franchetti ci guidano all’interno di uno dei teatri più celebri al mondo, labirinto di puro antagonismo che da’ lavoro a ben 3000 persone, solo 250 dei quali fanno parte della compagnia di ballo. Attraverso splendide immagini d’epoca che si alternano ai fascinosi spettacoli di oggi, tra prove e balletti, i due registi costruiscono una doppia narrazione che parallelamente segua la storia mitica del Bolshoi e lo scandalo Filin-Dmitrichenko, con il primo sfregiato dall’acido e il secondo condannato a 6 anni di galera.

Un ritratto ‘teatrale’ della Russia di Vladimir Putin, quello orchestrato da Reed e Franchetti, con il Bolshoi specchio di un Paese in cui veleni, violenze e ricatti sono all’ordine del giorno politico e sociale. Da questo punto di vista, va detto, i due non cedono a compromessi, illuminando con concreta ferocia i conflitti quotidiani che prendono vita sul palco.

Ballerini di varia levatura confessano la sfiancante esistenza fatta di costante allenamento e malsana rivalità, che li fa oscillare tra agonia ed estasi, mentre dalle viscere del teatro esplodono tensioni e pressanti aspirazioni. Peccato che a lungo andare la narrazione si faccia ridondante, per non dire stancante, soprattutto nei confronti di un pubblico poco avvezzo al balletto classico e alle dinamiche artistiche che lo caratterizzano. I due registi sembrano quasi perdersi, in quei lunghi e criptici tunnel sotterranei, vagando tra l’aspetto ‘thriller’ della vicenda e il lato più drammaticamente umano. Ma l’attrattiva del Bolshoi, indiscutibilmente, tiene a galla più che dignitosamente l’intera operazione.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]

Bolshoi Babylon (doc, 2015, Uk) di Nick Reed, Mark Franchetti; con Maria Allash, Andrei Budberg, Anastasiya Meskova, Roman Adamov, Sergei Filin – uscita cinema martedì 2 maggio 2017 distribuito da Nexo Digital.