Venezia 2016, Spira Mirabilis: trailer del documentario di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi
Spira Mirabilis: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul documentario di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi.
Aggiornamento di Pietro Ferraro
Disponibile un trailer per Spira Mirabilis, il documentario di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi selezionato in Concorso alla 73esima Mostra di Venezia.
Il documentario, una ricerca sull’immortalità, ha ricevuto un’accoglienza calorosa con sei minuti di applausi alla premiere con il pubblico tenutasi al Lido.
Il film indaga sull’aspirazione all’immortalità attraverso la metafora matematica della spirale meravigliosa e si sviluppa in cinque storie, quattro legate agli elementi presenti in natura (Acqua, Terra, Aria e Fuoco) più quello sovrannaturale rappresentato dall’etere.
La terra: le statue del Duomo di Milano sottoposte a una continua rigenerazione. L’acqua: Shin Kubota, uno scienziato cantante giapponese che studia la Turritopsis, una piccola medusa immortale. L’aria: Felix Rohner e Sabina Schärer, una coppia di musicisti inventori di strumenti/scultura in metallo. Il fuoco: Leola One Feather e Moses Brings Plenty, una donna sacra e un capo spirituale, e la loro piccola comunità lakota da secoli resistenti a una società che li vuole annientare. L’etere: Marina Vlady, che dentro un cinema fantasma, ci accompagna nel viaggio narrando L’Immortale di Borges. Questi sono i protagonisti di “Spira Mirabilis”, un film girato in diversi luoghi del mondo, una sinfonia visiva, un inno alla parte migliore degli uomini, un omaggio alla ricerca e alla tensione verso l’immortalità. Simbolo di perfezione e di infinito, “la spirale meravigliosa”, Spira mirabilis come venne definita dal matematico Jackob Bernoulli, è una spirale logaritmica il cui raggio cresce ruotando e la cui curva si “avvolge” intorno al polo senza però raggiungerlo mai.
Il cast include Marina Vlady, Leola One Feather, Felix Rohner & Sabina Schärer, Shin Kubota, Joe, Coco, Seth, Brett Brings Plenty, Friederike Haslbeck, Moses Brings Plenty.
Spira Mirabilis: l’uomo e l’immortalità in concorso a Venezia 2016
La ricerca di immortalità segue i 4 elementi in 4 angoli della terra con le storie di Spira Mirabilis, tra gli italiani in concorso a Venezia 2016
[quote layout=”big” cite=”Robert Bresson]”E’ il film che dà vita ai personaggi,
non sono i personaggi a dare vita al film.Il fantastico nasce dal naturale.”[/quote]
La propensione umana a ricercare l’immortalità, arriva in Concorso alla 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con Spira Mirabilis, la sinfonia visiva di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, ispirata dal simbolo di perfezione e di infinito della spirale logaritmica individuata da matematico Jackob Bernoulli, il cui raggio cresce ruotando e la cui curva si “avvolge” intorno al polo senza però raggiungerlo mai.
Partendo da Shin Kubota e le statue de L’infinita fabbrica del Duomo di Milano, il film documentario usa i quattro elementi della natura: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco, per guidare la ricerca di immortalità di altrettante storie in quattro diversi luoghi del mondo.
La terra: le statue del Duomo di Milano sottoposte a una continua rigenerazione. L’acqua: Shin Kubota, uno scienziato cantante giapponese che studia la Turritopsis, una piccola medusa immortale. L’aria: Felix Rohner e Sabina Schärer, una coppia di musicisti inventori di strumenti/scultura in metallo. Il fuoco: Leola One Feather e Moses Brings Plenty, una donna sacra e un capo spirituale, e la loro piccola comunità lakota da secoli resistenti a una società che li vuole annientare. L’etere: Marina Vlady, che dentro un cinema fantasma, ci accompagna nel viaggio narrando L’Immortale di Borges.
Spira Mirabilis, prodotto da Montmorency Film, in collaborazione con Rai Cinema, SRF – Schweizer Radio & Fernsehen, SRG SSR idée suisse, è sostenuto da Milano Film Network con il Primo Premio Atelier MFN 2015, offerto da Lombardia Film Commission. Con la distribuzione internazionale di The Match Factory, il documentario arriva in concorso a Venezia 2016, insieme agli italiani Questi giorni di Giuseppe Piccioni e Piuma di Roan Johnson.
Spira Mirabilis: Note di Regia
Venuti a conoscenza di Shin Kubota e dei suoi studi sulla medusa immortale, abbiamo subito capito che questo era il punto di partenza del nostro film: un uomo alle prese con l’immortalità. Nei nostri precedenti lavori abbiamo indagato il rapporto fra l’uomo e le istituzioni, in Spira mirabilis ci interessava invece realizzare un film in cui l’uomo si confrontasse con i propri limiti e le proprie aspirazioni.
Il fatto che poi l’immortalità avesse le sembianze di una piccola e meravigliosa medusa, ci ha subito convinti. Ci siamo tuffati in un mondo di acqua e di ricerche scientifiche che ci hanno restituito immagini di straordinaria bellezza: il piccolo può diventare grandissimo, l’universale un dettaglio. Così il gioco cinematografico di lenti microscopiche ci ha consentito di osservare l’invisibile e svelare ciò che normalmente è celato. Ma la ricerca scientifica, malgrado il meraviglioso mondo che porta con sé, non può esaurire l’eterna tensione dell’uomo verso l’immortalità. Attraverso un percorso di accumulo, suggestione, assonanze abbiamo capito che l’acqua doveva accompagnarsi con gli altri elementi della natura: terra, aria, fuoco ed etere.
Il processo di ricerca delle storie è stato semplice e naturale e ha combinato situazioni su cui riflettevamo da tempo con improvvise scoperte. Milano, Berna, Wounded Knee, Shirahama su una cartina geografica immaginaria compongono il disegno della nostra spirale meravigliosa. Spira Mirabilis ha una struttura narrativa che combina pensiero razionale ed emotivo e dà vita a un affresco poetico che racconta la parte migliore di noi, mostrando la responsabilità, la debolezza e la forza che gli uomini hanno nei confronti del mondo in cui nascono, crescono, vivono e di cui sono semplicemente ospiti passeggeri. Spira mirabilis è un film contemplativo che cerca di toccare “il cuore del cuore delle cose” in modo che da una pratica di osservazione nasca una trasfigurazione del reale, un film che vive della quotidianità dei tempi e degli spazi di chi li abita più che dell’irripetibilità degli eventi.
In Spira mirabilis gli elementi, le storie, gli archivi sono montati tra loro assecondandone assonanze poetiche e visive. Abbiamo cercato una “scrittura” elastica, plurale, che non temesse deviazioni e brusche interruzioni, anzi che fosse in grado di allungarsi e di contrarsi per passare in modo fluido dal grande al piccolo, dal generale al particolare, dal comico al tragico, dal singolo alla comunità e viceversa.
Da questa tensione scaturisce la “spirale meravigliosa”: l’umano tentativo di accettare e contemporaneamente superare i propri limiti.
Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Via | Studio PUNTOeVIRGOLA