Michael Cimino ucciso dall’idiozia di Hollywood: parola di Alberto Barbera
Michael Cimino lasciato solo da tutti dopo il flop de I Cancelli del Cielo.
L’addio di Michael Cimino, morto nella serata di sabato all’età di 77 anni, ha sconvolto i cinefili di tutto il mondo. Con solo 7 film alle spalle il regista americano aveva segnato la storia del cinema anni ’70 grazie ad un inarrivabile capolavoro come Il Cacciatore, vincitore di 5 premi Oscar, per poi scivolare sull’epocale flop de I Cancelli del Cielo. Un film costosissimo con il tempo giustamente rivalutato ma all’epoca stroncato dalla critica e snobbato in sala, tanto da portare la United Artists al fallimento e Cimino tra i ‘reietti’ di Los Angeles. Una colpa che Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia intervistato quest’oggi da LaRepubblica, non fa fatica a rimarcare.
[quote layout=”big”]’La verità è che si è consumato in solitudine per l’impossibilità di continuare ad essere quel che era, per il dolore e per l’incredibile torto subito ai tempi de I Cancelli del Cielo, per il tradimento di cui è stato vittima che lo ha trasformato da regista di successo a paria che nessuno osava più guardare in faccia’. ‘Aveva avuto carta bianca dalla United Artists ma aveva sforato il budget, da 12 a 36 milioni. La produzione era già in cattive acque ma un libro addossò alla sua megalomania il fallimento della United. Era falso. Il film uscì per una settimana a New York, fu stroncato con ferocia, fu tagliato da 220 a 140 minuti. Un fiasco. Tutti, non soltanto i boss degli studios, lo abbandonarono. Raccontava: ‘quando entravo in un posto pubblico tra quelli che fino a ieri erano amici, collaboratori, calava il gelo, tutti mi voltavano le spalle’. Dopo averne sfruttato la creatività, ora lo condannavano a scrivere nell’indifferenza perpetua’.[/quote]
A decine, infatti, le sceneggiature scritte da Cimino e mai realizzate.
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‘Cassetti pieni di sceneggiature che spero qualcuno prima o poi scopra. Faceva anche il ghostwriter. Sperava fino all’ultimo di girare un film tratto da La Condizione Umana di Malraux. La sceneggiatura era magnifica’. ‘Cenevamo insieme ogni volta che andavo a Los Angeles per lavoro. Ma lui non mangiava che qualche boccone cucinato da Joann (ex moglie e produttrice del regista, ndr). Era ridotto pelle e ossa, sempre più stanco. Solo’. ‘Mi diceva ‘non ho più amici, non conosco nessuno, solo Joann e sua figlia Callie che mi tengono vivo’. ‘Era acuto, lucido, polemico. I cancelli del cielo fu distrutto dai critici per la loro incapacità ad accettare quella visione così radicale della storia americana, l’idea che quella democrazia si basasse sulla violenza e sulla sopraffazione’.[/quote]
Ma vedremo quindi un omaggio, una retrospettiva dedicata a Michael Cimino all’imminente Mostra del Cinema di Venezia?
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‘La prima cosa che ho pensato è il modo. Ogni anno muoiono grandi registi. Ma la sua inspiegabile tragedia rende il tutto più grave, una perdita irrecuperabile’.[/quote]