The Boy: Recensione in Anteprima
Una casa sinistra a e una baby sitter, ingaggiata per accudire… una bambola.
Al centro della storia abbiamo infatti una giovane donna americana che si rifugia in un isolato villaggio inglese, perché in fuga da un passato fisicamente e mentalmente doloroso. Qui Greta viene assunta da una coppia di anziani genitori in una maestosa villa vittoriana sperduta ovviamente nel nulla. Il suo compito? Fare da babysitter al loro figlio di otto anni, Brahams, che non è altri se non una bambola a grandezza naturale che i signori Heelshire trattano come un bambino vero.
Soggetto, quello ideato da Stacey Menear, onestamente molto intrigante, per quanto surreale e non poco rischioso nella sua gestione. Eppure Brent Bell prende inizialmente e soprattutto inaspettatamente una buona strada, tutta giocata sulla tensione e sui silenzi, sui rumori impercettibili di una casa di fatto deserta, bambola esclusa, e sugli incubi di questa giovane donna scappata da chissà cosa. Poi, improvvisamente, il gioco va in frantumi, perché le svolte imposte dalla sceneggiatura sono nette ed eccessivamente rapide, nonché il più delle volte poco logiche.
Dieci sono le ‘semplici’ regole che Greta dovrebbe seguire nel fare da baby sitter al piccolo Brahams, che la osserva inquietantemente con i suoi occhi di porcellana: Sveglarlo, lavarlo, vestirlo, nutrirlo, cantargli una canzone, farlo studiare, leggergli una favola, non coprirgli mai il viso, dargli la buona notte con un bacio e non lasciarlo mai da solo. Dieci regole che da subito, ovviamente, la ragazza getterà al macero, avendo davanti a se’ un bambolotto. Peccato che in casa inizino ad accadere sinistre sparizioni di oggetti ed abiti, con eventi inspiegabili e ai limiti del soprannaturale che la convincono a ‘credere’ nell’impossibile: quella bambola è davvero lui, il piccolo Brahams, morto all’età di 8 anni a causa di un incendio avvenuto proprio in quella casa. Dalla razionalità al paranormale spinto, per questa istruita donna, il passo è breve, con tutte le conseguenze del caso.
Brent Bell, che conosce i meccanismi della paura tanto da gestire comunque con capacità una sceneggiatura che lentamente si sfalda, riesce a seminare ansia e ritmo senza però riuscire a tenere a galla un film che dalla metà in poi cambia troppo velocemente registro, cedendo il passo a situazioni assurde (l’arrivo dell’ex, per dirne una) e ad un gustoso colpo di scena a cui seguirà un poco credibile finale.
Il ruolo della bambola, a lungo abusato dalla cinematografia horror, torna qui a farla da padrone, lasciando comunque non pochi non-detti dietro di se’ e un flebilissimo vincolo con la protagonista, a lei ‘legata’ a causa di un passato mai del tutto dimenticato. L’impressione è che limando la sceneggiatura, correggendo alcune situazioni e sfumando un paio di sterzate, The Boy sarebbe potuto persino diventare un piccolo classico del genere, perché comunque originale nel portare avanti una trama stuzzicante. Ma tornare indietro è impossibile.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]
The Boy (Usa, horror, 2016) di William Brent Bell; con Lauren Cohan, Rupert Evans, Jim Norton, Diana Hardcastle, Ben Robson, James Russell, Jett Klyne, Lily Pater – uscita giovedì 12 maggio 2016.