Venezia 2011 – L’ultimo terrestre: la recensione del film di Gipi e l’annuncio del Tg3
Gipi porta a Venezia i suoi Alieni con L’ultimo terrestre: ecco la recensione dal Lido, firmata Cineblog
Gli extraterrestri arrivano in un paese stanco e disilluso, in crisi economica conclamata e gravissima. Le reazioni delle persone alla venuta degli extraterrestri vanno dalla reazione razzista ad interpretazioni mistico religiose strampalate. Luca Bertacci, un uomo con enormi problemi di relazione, abbandonato dalla madre quando era piccolo, è cresciuto nell’odio per le femmine. Nella diffidenza e nell’incapacità di provare sentimenti. Luca spende la sua vita tra il lavoro di barista in una sala bingo, rari pranzi con il padre, e un’attrazione segreta e inconfessabile per una vicina di casa. Ma l’arrivo degli extraterrestri cambierà tutto.
Ricordate qualche settimana prima dell’annuncio del programma del Festival di Venezia? De L’ultimo terrestre si sapeva poco o nulla, destava sì qualche curiosità per il genere affrontato (fantascienza, anche se sotto forma di humour, in Italia? Miracolo!), ma non aveva fatto strappare i capelli a nessuno. Mentre si parlava di Ruggine e Cose dall’altro mondo in concorso tra i film italiani, ecco la sorpresa: proprio quel film dal trailer un po’ “fuori di testa” finiva curiosamente all’interno della competizione del Lido.
Da lì de L’ultimo terrestre se n’è parlato tanto, sia per il concorso veneziano ma soprattutto per una cosetta che l’Italia sembra praticamente non conoscere: il viral marketing, o detto semplicemente in italiano “campagna virale”. Questa sconosciuta… Un sito on line e qualche video, compreso quello ormai celeberrimo di Maria Cuffaro che annuncia al Tg3 l’imminente arrivo degli alieni in Italia (lo vedete dopo il salto). Basta poco per far parlare di sé e creare curiosità attorno ad un’operazione non facile e sicuramente curiosa in partenza, in cui Procacci con la sua Fandango ha creduto sin da subito.
L’ultimo terrestre è un’opera prima, e non di una persona qualunque, ma di un personaggio molto noto agli appassionati di fumetti: Gian Alfonso Pacinotti, in arte semplicemente Gipi. Si dice che Procacci volesse fargli fare un film da tempo, che Gipi avesse accettato ma a patto di non portare un suo lavoro sul grande schermo, ma il romanzo a fumetti Nessuno mi farà del male di Giacomo Monti. Così è andata, e finalmente oggi il film si è fatto vedere da pubblico e critica. Senza ombra di dubbio, tra i tre selezionati, si tratta un po’ a sorpresa del miglior film italiano del concorso.
L’ultimo terrestre è un film che offre un ritratto poco consolatorio del nostro paese: ritrae un’Italia sola, scontrosa, volgare, a tratti disumana. La tematica dell’immigrazione, come si poteva al contrario immagine, non c’entra nulla col film di Gipi: a lui semmai interessa verificare quali sono le reazioni e le conseguenze di questo sbarco (in)atteso attraverso piccole storie di “macchiette”, nessuna positiva. Neanche il protagonista è un “eroe”, visto che è problematico, misogino, frequentatore di prostitute. L’unico amico che ha è Roberta, un travestito che gli è amico sin da giovanissimo, visto che Luca era l’unico che non lo prendeva in giro per la sua omosessualità.
Ciò che sorprende de L’ultimo terrestre, almeno a noi che lo abbiamo visto per la prima volta avendo una certa idea del film, segnata soprattutto dalla campagna pubblicitaria prima citata, è che L’ultimo terrestre è tutt’altro che uno “scherzo”, un film di fantascienza all’italiana o altro: è invece un film serissimo. Non vuol dire che sia un film serioso, vista una certa simpatia di base ed una serie di gag e battute spesso fulminanti, anzi: si tratta però di un piccolo film delicato, disilluso e poco consolatorio che diventa sempre più nero man mano che il film va finendo.
Come si diceva prima, a Gipi interessa, più che l’interazione vera e propria tra i personaggi e gli alieni (che si presentano sotto la forma di Grigi: per chi non sa nulla di sci-fi ma ha visto Paul recentemente sarà facile immaginarseli), raccontare un’umanità tutta italiana. Se ci si pensa l’autore ci racconta dell’incontro diretto tra umano e forma aliena solo nell’episodio del padre di Luca, interpretato da un grandioso Roberto Herlitzka, ma per il resto gli stessi ufo si vedono poco nel film. Gipi è interessato alla materia umana, e a tratti riesce ad assestare qualche bel e duro colpo, come nel pianosequenza a mdp fissa dall’interno di una macchina che riguarda il personaggio di Roberta.
Girato in modo sapiente e con una storia originale, interpretato alla grande da Gabriele Spinelli nel ruolo di protagonista e ambientato in un’Italia prossima ma apposta vicinissima a noi (solo tre anni di distanza ci separano dall’arrivo degli alieni!), L’ultimo terrestre soffre un po’ di qualche difetto da opera prima, che non riesce sempre a tirare le fila del discorso o a convincere col ritmo giusto. Anche la spiegazione della misoginia del protagonista risulta un po’ didascalica. E così il film può risultare un po’ disomogeneo, con alti e un po’ meno alti. Ma resta a suo modo un’opera coraggiosa nell’asfittico panorama italiano, che avrebbe potuto anche osare di più ma per la quale non si fa fatica a difenderla. E perché ha dalla sua un’immagine finale carica di poesia e di speranza.
Voto Gabriele: 6.5
Voto Federico: 6.5
Voto Carla: 6/7
L’ultimo terrestre (Italia 2011 – Commedia Drammatica – 100′) di Gian Alfonso Pacinotti (Gipi) con Gabriele Spinelli, Anna Bellato, Roberto Herlitzka, Teco Celio, Sara Rosa Losilla, Paolo Mazzarelli, Luca Marinelli, Ermanna Montanari, Stefano Scherini.
Dal 9 settembre al cinema.
Il Trailer del Film