Creed: le recensioni Straniere e Italiane
I pareri dei critici sul film di Ryan Coogler
E’ nelle nostre sale dal 14 gennaio il film Creed – Nato per combattere di Ryan Coogler ed interpretato da Sylvester Stallone (candidato agli Oscar 2016 come miglior attore non protagonista), Michael B. Jordan, Graham Mctavish, Tessa Thompson, Phylicia Rashad. Dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto il 93% di voti positivi.
Adonis Johnson non ha mai conosciuto il suo celebre padre, il campione del mondo dei pesi massimi Apollo Creed, morto prima della sua nascita. Adonis rintraccia Rocky e gli chiede di essere il suo allenatore.
JR Jones – Chicago Reader: Saranno delusi tutti coloro che sperano che il franchise potrebbe aprirsi in un nuovo territorio tematico; questo è lo stesso vecchio rito, dalle sequenze di formazione alla lotta per il titolo culminante con il suo numero assurdo di pugni sbarcati in ogni round.
David Sims – The Atlantic: E’ un pezzo tonificante di nostalgia che alimenta una scarica di adrenalina più di qualsiasi blockbuster di grande budget.
Stephanie Zacharek – TIME Magazine: Coogler mantiene tutto in movimento con tanta grazia che, entro la fine del film, quasi non sappiamo cosa ci ha colpito.
Chris Klimek – NDP: Se il merito va al regista o all’attore o ad entrambi, questa è la performance della carriera di Stallone, in cui quel corpo arancione anti-età rimane coperto, ma la sua tristezza è in piena vista.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Il film è pieno di vita e di umorismo, e spesso trascende il genere giocando con la mitologia.
John Wenzel – Denver Post: il film suscita emozioni con una mano ancora abile e forte. Voto: 3/4
Joe Dziemianowicz – New York Daily News: “Creed” imballa un potente pugno. Voto: 4/5
Kate Taylor – Globe and Mail: Cooger aggiunge alcuni svolazzi visivi che danno a Creed un po’ di nuovo stile, ma soprattutto il film è sempre la stessa storia. Voto: 2/4
Lou Lumenick – New York Post: Una delle sorprese più piacevoli dell’anno. Voto: 3.5 / 4
Tom Long – Detroit News: Riprendendo il ruolo che lo ha reso famoso, Stallone si trasforma in un attore degno di un premio. E’ decisamente umile e, diciamocelo, un po’ adorabile. Voto: B
Rafer Guzman – Newsday: Il settimo film di “Rocky” è irregolare, ma ci regala il carisma di Jordan e alcune sequenze di combattimento mozzafiato. Voto: 2.5 / 4
Kenneth Turan – Los Angeles Times: All’interno dei confini inevitabili di un venerabile franchising, Coogler & company ci convincono che tutto può succedere nei quattro angoli del ring.
Linda Barnard – Toronto Star: Tutti gli occhi sono su Michael B. Jordan e giustamente, ma anche Stallone guadagna il suo posto. Voto: 3/4
Chris Vognar – Dallas Morning News: Credo sia la sorpresa più felice della stagione cinematografica, un mix di vecchio e nuovo che attinge la nostra riserva di nostalgia e forgia un percorso a sé stante. Voto: A-
Rene Rodriguez – Miami Herald: Creed è stereotipato e prevedibile, ma è anche gioioso e saggio e atterra tra arte sentita e intrattenimento tradizionale. Voto: 3.5 / 4
Tony Hicks – San Jose Mercury News: in “Creed”, “Rocky” ha finalmente un degno successore. Per molte ragioni. Voto: 3/4
James Berardinelli – ReelViews: il 2015 ha visto la sua quota di sequel; forse sorprendentemente, Creed è tra i migliori. Voto: 3.5 / 4
Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) Convenzione massima, malinconia fresca è fornita di prima mano dall’ormai 70enne Stallone cui non par vero di rimettere in piedi (migliorato come attore, vedi Golden globe) la baracca che nel ’76 lo rese milionario.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) Michael B. Jordan deve aver lavorato duro per impersonare adeguatamente Adonis; e Coogler imprime ritmo alla regia. Ma il cuore del film è Stallone, che nei panni di un alter ego vedovo, invecchiato e malato si muove a proprio agio emanando calore e simpatia.
Massimo Bertarelli – il Giornale: (..) Tutta roba già vista, ma comunque digeribile. Tranne quegli inverosimili massacri sul ring.
Roberto Nepoti – la Repubblica: La critica americana ha osannato il film; che però non si emancipa minimamente dalle convenzioni del genere; seguendole, anzi, alla lettera. Creed – Nato per combattere è una serie continua di passaggi obbligati, che mettono in ombra i motivi socio-politici e fanno sbiadire il tema del confronto generazionale per intonare il solito mantra dell’autorealizzazione attraverso la forza di volontà. Golden Globe a Stallone come miglior attore non protagonista.