Carol: le recensioni Italiane e Straniere
I pareri dei critici sul film “Carol” con Rooney Mara e Cate Blanchett
Ho visto Carol di Todd Haynes l’altro giorno e devo dire che il film è molto intenso ma da una scrittrice che amo come Patricia Highsmith (la sceneggiatura è di Phyllis Nagy) mi aspettavo qualcosa di diverso. Un colpo di scena, un brivido thriller, un picco che non è arrivato. Nonostante tutto, una storia coraggiosa (è stato scritto nel 1952!) e il film si avvale di due protagoniste (Rooney Mara e Cate Blanchett) in stato di grazia, probabili candidate (e vincitrici?) agli Oscar 2016. E oggi, dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, la pellicola ha ricevuto il 94% di voti positivi.
Ty Burr – Boston Globe: Todd Haynes tiene la temperatura del film a fuoco lento e sapientemente lo porta ad ebollizione. Voto: 4/4
JR Jones – Chicago Reader: Come storia d’amore mi ha lasciato insoddisfatto.
Tom Long – Detroit News: Conquisterà tutti? Probabilmente no. La domanda più importante è se durerà. Voto: B +
Ann Hornaday – Washington Post: “Carol” possiede gli stessi poteri felini della sua magnetica protagonista: ti tende un’imboscata… e ti fa svenire. Voto: 4/4
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Haynes compone il film come una serie di dipinti di Edward Hopper: eleganti e calibrati e che esprimono la solitudine. Voto: 4/4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Cate Blanchett è eccezionale ma Rooney Mara è ancora meglio. Voto: 4.5 / 5
Michael Phillips – Chicago Tribune: Cate Blanchett è formidabile, serve “Carol” veramente bene e in tutto. Voto: 4/4
Richard Roeper – Chicago Sun-Times: Todd Haynes dirige con precisione, lo script di Phyllis Nagy è ben fatto, e Cate Blanchett e Rooney Mara è una delle coppie cinematografiche più intriganti e memorabili dell’anno. Voto: 3.5 / 4
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: Mara e Blanchett sono straordinarie.
Kate Taylor – Globe and Mail: è una storia d’amore lesbica raccontata esclusivamente nel vocabolario della Hollywood eterosessuale. Voto: 2/4
Liz Braun – Toronto Sun: “Carol” è una storia umana complessa sul desiderio inespresso, sulle aspettative sociali e su una vita autentica. Voto: 4/5
Andrew O’Hehir – Salon.com: “Carol” stabilisce uno stato d’animo di triste romanticismo, mezzo nostalgico e mezzo sinistro, che non si lascia andare.
Peter Rainer – Christian Science Monitor: Il problema è che c’è poca chimica tra le attrici, e Haynes e lo sceneggiatore Phyllis Nagy sono troppo studiati nella loro rappresentazione della passione. Voto: C +
Ella Taylor – NPR: Scommetto che Patricia Highsmith avrebbe amato Carol, anche se si tratta di un film di Todd Haynes in ogni fibra del suo essere Douglas Sirk.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: La solitudine e la nostalgia sono al centro della vita di queste due donne, almeno per un po’ e sono espresse con due interpretazioni superbe, e da una bella rievocazione del periodo.
A.O. Scott – New York Times: ardente, analitico e cerebrale, “Carol” è uno studio del magnetismo umano, nella fisica e sull’ottica dell’eros. Il film è una sinfonia di angoli e sguardi, di colori e ombre.
Mike D’Angelo – AV Club: E’ passato molto tempo da quando i film hanno visto una miccia di puro ardore bruciare così lentamente e costantemente, portando ad una tale esplosione di volontà. Voto: A-
Dana Stevens – Slate: Il regista Todd Haynes e la scrittrice Patricia Highsmith si incastrano come una mano e un guanto.
Peter Travers – Rolling Stone: è uno dei migliori film dell’anno. Blanchett e Mara dovrebbero avere una nomination agli Oscar. Voto: 4/4
Rex Reed – New York Observer: Il signor Haynes è un regista di grande immaginazione e intuizione, per un racconto fragile, raffinato e tenero ed adatta le emozioni al periodo, come i movimenti di una sinfonia. Voto: 4/4
Stephanie Zacharek – Village Voice: Per me è un film facile da ammirare, ma difficile da tenere vicino.
Nick Schager – Village Voice: La storia è troppo familiare e fredda per colpire veramente i picchi melodrammatici di “Lontano dal paradiso”, ma vanta comunque una lodevole comprensione delle complessità del desiderio umano.
Dave Calhoun – Time Out: Una danza carica di desiderio. Voto: 5/5
Fabio Ferzetti – Il Messaggero: (…) Segnato dal ritratto di due grandi personaggi interpretati con opposte strategie ma pari intensità di due attrici memorabili. A Cannes, curiosamente, i Coen hanno premiato solo Rooney Mara. Forse pereché quella piccola commessa che nasconde un talento da fotografa incarna un sogno di libertà, e verità, che abbatte davvero ogni barriera di epoca e cultura.
Maurizio Acerbi – il Giornale: (…) Che bel melodramma, meravigliosamente recitato da due protagoniste in stato di grazia ed in odore di nomination. Un film elegante, raffinato, intenso, che richiama la cinematografia d’epoca. (…) Una storia che incoraggia a ricercare sempre la propria felicità, suggellata da un finale che invoglia lo spettatore, coinvolto emotivamente, a gridare ad una delle due protagoniste: “Girati!”
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Formalista raffinatissimo, Todd Haynes torna sui temi a lui congeniali della ricerca d’identità e dell’ipocrisia sociale facendo sua la pagina, operando giuste ellissi, introducendo indovinate varianti e avvolgendo il racconto in una calda atmosfera di suspense. La statuaria Cate Blanchett (Carol) e la sensibile Rooney Mara (Therese) sono superbe; e validissimi gli apporti artistici di Sandy Powell (costumi), Judy Becker (scenografia), Ed Lachman (fotografia). Tutti nomi che sarà probabile trovar nominati all’Oscar.
Roberto Nepoti – la Repubblica: A giudicare dai Golden Globe Carol è uno dei titoli in pole position per gli Oscar, con cinque nomination due delle quali a Cate Blanchett e Rooney Mara. E tuttavia, questa storia dell’emancipazione di due donne a fronte di una società sclerotica patisce una specie d’anemia. Ben scritto e ben raccontato, a così gran distanza dal tempo degli eventi il film bagna il petardo del tema tabù; e anche la passione che rappresenta, malgrado una certa sensualità circolante per le immagini (non quelle della scena d’amore saffico, però), risulta raffreddata, più “detta” che mostrata.