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E’ morta Silvana Pampanini

Si è spenta all’età di 90 anni l’attrice Silvana Pampanini.

pubblicato 6 Gennaio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:46

Si è spenta a 90 anni dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli, Silvana Pampanini. Due mesi fa l’attrice si era sottoposta ad un intervento chirurgico il cui esito aveva fatto sperare in una sua ripresa, ma complicanze insorte nella fase post-operatoria ne hanno aggravato la prognosi. A dare la notizia della scomparsa l’amico e manager dell’attrice, Alessandro Lo Cascio.

Prima che Sophia Loren e Gina Lollobrigida raggiungessero una grande notorietà imponendosi come dive e punti di riferimento glamour, fu Silvana Pampanini a simboleggiare e rappresentare la bellezza italiana a livello mondiale insieme a bellezze nostrane come Lucia Bosé e Silvana Mangano.

I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio alle ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce in Via Guido Reni 2 a Roma.

 

 

Di famiglia veneta Silvana Pampanini nata e cresciuta a Roma frequentava il conservatorio musicale di Santa Cecilia quando nel 1946 venne iscritta a sua insaputa e dalla maestra di canto al concorso di Miss Italia che la vide vincitrice ex aequo con Rossana Martini. La corona di Miss Italia divenne un trampolino di lancio per l’attrice che debuttò sul grande schermo nel 1946 in L’apocalisse di Giuseppe Maria Scotese, ma furono gli anni ’50 che la videro protagonista assoluta sia come ideale di bellezza italica che come cantante e attrice al fianco dei più grandi attori italiani del dopoguerra tra cui Totò, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi senza dimenticare che la Pampanini recitò anche all’estero con produzioni girate in Francia, dove fu soprannominata Ninì Pampan, in Spagna, Jugoslavia, Egitto, Argentina e Messico senza però mai approdare a Hollywood; tra i suoi partner di set internazionali ricordiamo Jean Gabin, Henri Vidal, Jean-Pierre Aumont, Pierre Brasseur, Pedro Armendáriz e Buster Keaton.

Corteggiatissima, tra suoi spasimanti ci fu anche Totò, la Pampanini vide negli anni ’50 molti suoi film fruire di una distribuzione internazionale. Tra i titoli che la videro portagonista in quel periodo di massima visibilità ricordiamo I pompieri di Viggiù (1949) che la trasformò in beniamina del grande pubblico; O.K. Nerone (1951) primo successo internazionale e Bellezze in bicicletta (1951) in cui interpretò anche il famoso motivetto “Ma dove vai bellezza in bicicletta” parte della colonna sonora del film.

 

[quote layout=”big” cite=”Silvana Pampanini]Bellezze in bicicletta ottenne un successo clamoroso. Non si aspirava a nessun modello particolare, era una via di mezzo tra il commerciale ed il divertente, tenuti su da un certo tono. Piacque perché c’era dentro di tutto, lo sport, bellissime ragazze. Tanta allegria, ingenuità, spensieratezza.[/quote]

 

 

Nel 1952 un ruolo nel pluripremiato Processo alla città, l’anno successivo è in un episodio di Un giorno in pretura invecchiata di 30 anni grazie alla magia del trucco cinematografico; nel 1955 ruoli nella commedia La bella di Roma di Luigi Comencini e nel campione di incassi Racconti romani da un soggetto di Alberto Moravia, mentre nel 1959 recita in La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis, film candidato all’Oscar e vincitore del Globo d’Oro come miglior film straniero.

Gli anni ’60 la vedono diretta da Dino Risi in Il gaucho nella parte autobiografica di una diva al tramonto e nel 1966 la Pampanini rinuncia al cinema per assistere i genitori anziani con cui visse fino alla loro morte. Il 1971 segna ritorno per un ultimo ruolo sul grande schermo dell’attrice in un episodio di Mazzabubù…Quante corna stanno quaggiù? (1971), da quel film in poi la rivedremo solo nel 1983 nei panni di se stessa nel film Il Tassinaro di Alberto Sordi.

Dopo 51 anni di assenza, nel settembre 2009 Silvana Pampanini torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per la proiezione della versione restaurata di Noi cannibali di Antonio Leonviola.

 

Filmografia

L’apocalisse, regia di Giuseppe Maria Scotese (1946)
Il segreto di don Giovanni, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
Arrivederci, papà!, regia di Camillo Mastrocinque (1948)
Il barone Carlo Mazza, regia di Guido Brignone (1948)
Marechiaro, regia di Giorgio Ferroni (1949)
Biancaneve e i sette ladri, regia di Giacomo Gentilomo (1949)
Antonio di Padova, regia di Pietro Francisci (1949)
I pompieri di Viggiù, regia di Mario Mattoli (1949)
Lo sparviero del Nilo, regia di Giacomo Gentilomo (1949)
Il richiamo nella tempesta, regia di Oreste Palella (1950)
È arrivato il cavaliere, regia di Steno, Mario Monicelli (1950)
L’inafferrabile 12, regia di Mario Mattoli (1950)
La bisarca, regia di Giorgio Simonelli (1950)
47 morto che parla, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
Bellezze in bicicletta, regia di Carlo Campogalliani (1951)
Tizio, Caio, Sempronio, regia di Marcello Marchesi, Vittorio Metz e Alberto Pozzetti (1951)
O.K. Nerone, regia di Mario Soldati (1951)
Ha fatto 13, regia di Carlo Manzoni (1951) (scene tagliate)
Una bruna indiavolata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1951)
Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli (1951)
La paura fa 90, regia di Giorgio Simonelli (1951)
Processo alla città, regia di Luigi Zampa (1952)
La peccatrice dell’isola, regia di Sergio Corbucci (1952)
Miracolo a Viggiù, regia di Luigi Giachino (1952)
Canzoni di mezzo secolo, regia di Domenico Paolella (1952)
Le avventure di Mandrin, regia di Mario Soldati (1952)
La donna che inventò l’amore, regia di Ferruccio Cerio (1952)
La tratta delle bianche, regia di Luigi Comencini (1952)
La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
Viva il cinema!, regia di Enzo Trapani (1952)
Vortice, regia di Raffaello Matarazzo (1953)
Noi cannibali, regia di Antonio Leonviola (1953)
Un marito per Anna Zaccheo, regia di Giuseppe De Santis (1953)
Canzoni, canzoni, canzoni, regia di Domenico Paolella (1953)
Koenigsmark, regia di Solange Térac (1953)
Bufere, regia di Guido Brignone (1953)
L’incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953)
La schiava del peccato, regia di Raffaello Matarazzo (1954)
La principessa delle Canarie, regia di Paolo Moffa (1954)
Un giorno in pretura, regia di Steno (1954)
Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
Amori di mezzo secolo, regia di Mario Chiari (1954) (episodio “Dopoguerra 1920”)
Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
Orient Express, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1954)
Canzoni di tutta Italia, regia di Domenico Paolella (1955)
La torre del piacere, regia di Abel Gance (1955)
La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
Racconti romani, regia di Gianni Franciolini (1955)
Kyriakatikoi iroes (1956)
La legge della strada (La loi des rues), regia di Ralph Habib (1956)
Saranno uomini, regia di Silvio Siano (1957)
Melodie a Sant’Agata (1958) (cortometraggio documentaristico, anche regista)
La strada lunga un anno, regia di Giuseppe De Santis (1958)
Sed de amor (1959)
Il terrore dei mari, regia di Domenico Paolella (1961, anche sceneggiatrice)
Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D’Amico (1961)
La spada dell’Islam (Wa Islamah), regia di Enrico Bomba e Andrew Marton (1961)
Napoleoncito (1964)
Il gaucho, regia di Dino Risi (1964)
Mondo pazzo… gente matta!, regia di Renato Polselli (1966)
Tres mil kilometros de amor (1967)
Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù?, regia di Mariano Laurenti (1971)
Il candidato, regia di Maurizio Scaparro (1971) sceneggiato TV
Il Tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) se stessa
Tre stelle (1999) fiction TV

 

Fonte: Adnkronos / Wikipedia