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Stasera in tv: “Hotel Gagarin” su Rai 1

Rai Uno stasera propone “Hotel Gagarin”, film commedia del 2018 diretto da Simone Spada e interpretato da Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova.

pubblicato 6 Settembre 2020 aggiornato 20 Settembre 2020 15:14

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Cast e personaggi

Claudio Amendola: Elio Beato
Luca Argentero: Sergio
Giuseppe Battiston: Nicola
Barbora Bobulova: Valeria
Silvia D’Amico: Patrizia Affogalasino
Philippe Leroy: Virgil
Caterina Shulha: Kira
Hovhannes Azoyan: Aram
Tommaso Ragno: Franco Paradiso
Paolo De Vita: Conversano

 

La trama

 

Cinque italiani, spiantati e in cerca di un’occasione, vengono mandati a girare un film in Armenia. Appena arrivati scoppia una guerra e il sedicente produttore sparisce con i soldi. Abbandonati all’Hotel Gagarin, isolato nei boschi e circondato dalla neve, trovano il modo di inventarsi un’originale e inaspettata occasione di felicità che non potranno mai dimenticare.

 

Curiosità

  • L’esordiente Simone Spada (Torino, 1973) vive a Roma, è padre di due bambine. Dopo aver sostenuto 25 esami alla facoltà di Architettura di Roma, abbandona gli studi senza laurearsi e nel 1999 frequenta uno stage di regia presso la USC Film School di Los Angeles. Dal 2000 ha iniziato la sua carriera sui set cinematografici e televisivi come aiuto regista collaborando con diversi registi tra i quali Claudio Caligari, Edoardo Leo, Ivano De Matteo, Leonardo Pieraccioni, Claudio Amendola, Gabriele Mainetti, Gennaro Nunziante, Wilma Labate. Da regista ha realizzato documentari e cortometraggi con i quali ha vinto diversi premi.
  • La sceneggiatura del film è scritta dal regista Simone Spada con Lorenzo Rossi Espagnet.
  • Le musiche originali del film sono di Maurizio Filardo (Gli ultimi saranno ultimi, Perfetti sconosciuti, Il premio, Non ci resta che il crimine, Domani è un altro giorno)
  • Il film in Italia ha incassato un totale di 390 mila euro.

Note di regia

 

Sentivo  l’esigenza  di  raccontare  una  storia  di  speranza,  sogni,  popoli  ed  esseri  umani  marginali  di varia  natura  e  di  raccontarla  col  sorriso  della  commedia,  attraverso  il mezzo  che  amo  e  conosco meglio:  il  cinema.  Ho  pensato  a  un  film  che  non  parla  di  cinema  ma  che  lo  usa  come  pretesto, come  possibilità  di  esplorazione,  di  emozione,  di  incontri.  Sono  sempre  stato  affascinato  dai  più deboli,  perché  nella  loro  salvezza  c’è  una  possibilità  di  un  mondo  migliore.  I  miei  protagonisti rappresentano,  per  sesso  ed  età,  un  po’  tutti  noi,  con  i  nostri  desideri,  i  nostri  problemi,  i  nostri sogni.  Affascinato  da  un  territorio  montagnoso  e  innevato,  da  un  paese  che  per  tantissimi  anni  è stato  parte  dell’Unione  Sovietica,  ma  che  non  ha  mai  perso  le  sue  peculiarità  e  radici  ho  pensato all’Armenia  come  luogo  nuovo,  sconosciuto  e  pieno  di  fascino,  possibilità  di  condivisione  umana  e culturale  tra  diversi  popoli.  L’Armenia  ricorda  per  certi  versi  l’Italia  del  dopoguerra,  ricca  di tradizioni  culturali,  territoriali,  storiche  e  religiose,  ma  al  tempo  stesso  protesa  verso  un  futuro politico  ed  economico  moderno  e  aperto. Hotel  Gagarin  vuole  essere  una  commedia  romantica,  brillante,  malinconica  e  un  po’  visionaria.   È la  possibilità  di  fare  un  viaggio  divertendosi,  un  film  in  movimento  nonostante  si  svolga principalmente  in  un  unico  grande  ambiente.   È  un  tentativo  di  farci  sognare,  ridere,  emozionarci  o intristirci,  come  faceva,  una  volta,  la  commedia  all’italiana  che  ci  faceva  uscire  dal  cinema  più consapevoli  e  felici.  Per  concludere,  vorrei  sottolineare  la  frase  di  Lev  Tolstoj  che  il  professor  Nicola  Speranza (Giuseppe  Battiston),  in  una  scena  del film,  cita  ai  suoi  compagni  di  viaggio:  “Se  vuoi  essere  felice, comincia”.  Questa  frase  racchiude  il  senso  profondo  che  ho  voluto  dare  a  questa  avventura,  il  mio  modo  di intendere  questo  film  e  più  in  generale  la  vita. [Simone Spada]