Predator 2 con Steven Seagal al posto di Danny Glover? E’ quasi accaduto
Steven Seagal vs Predator, una potenziale battaglia che avremmo potuto vedere in Predator 2, lo rivela il regista Stephen Hopkins.
Per la serie casting improbabili ma molto intriganti torniamo a parlare di Steven Seagal, che ricordiamo è stato preso in considerazione per un fugace momento come potenziale Bruce Wayne nel Batman di Tim Burton. Apprendiamo ora da un’intervista rilasciata dal regista Stephen Hopkins ad Howard Gorman (via Bloody Disgusting) per il 30° anniversario di Predator 2, del quasi casting di Steven Seagal nel sequel del 1991 che riporta la letale specie di cacciatori alieni noti come Yautja a caccia sulla Terra, ma stavolta il territorio di caccia passa da una giungla dell’America centrale ad una giungla urbana, la Los Angeles di un futuro prossimo.
L’originale Predator è uno dei classici degli anni ottanta che meglio combinano azione alla Rambo con fantascienza alla Alien in una modalità testoteronica che avevamo già visto un anno prima nel memorabile Aliens – Scontro finale. Il film diretto da John McTiernan, che firma un altro immarcescibile classico action dopo Trappola di cristallo, vede Arnold Schwarnegger protagonista nei panni dell’ex maggiore dei berretti verdi Alan “Dutch” Schaefer in missione in America centrale reclutati per una missione che consiste nel salvataggio di un politico precipitato a bordo di un elicottero nel mezzo di una zona selvaggia che pullula di forze guerrigliere.
“Predator! uscito nel 1987 diventa un grande successo, tranne che per la consueta “critica”, con i film anni ottanta bocciati all’epoca si potrebbe creare un’intera videoteca di classici, così tre anni dopo approda nelle sale Predator 2 con il Danny Glover di Arma Letale protagonista nei panni del tenente Mike Harrigan, Kevin Peter Hall che riprende i panni del Predator e un paio di altri volti noti del cinema di genere: Gary Busey che torna a collaborare con Glover dopo “Arma Letale” e Bill Paxton meglio noto come il marine coloniale William “vengono fuori dalle fottute pareti” Hudson nel cult Aliens.
Secondo quanto riferito da Stephen Hopkins, Seagal voleva davvero il ruolo e per questo all’epoca invitò il regista a casa sua per parlare del film. Hopkins ha descritto la situazione come una delle esperienze più bizzarre della sua vita, con Seagal cher si offriva di lanciare granate Hopkins (“Ho una zona di lancio per le granate lì, possiamo lanciare granate insieme”) e mostrava pareti interamente ricoperte di pistole.
Dovevo andare a fare una riunione a casa sua. Che è stato uno dei pomeriggi più pazzi che ho avuto…E’ stato bizzarro…è un tipo molto insolito, un po’ contorto. Alla fine non riuscivo ad immaginarmi di fare il film con lui. Voleva farlo ad ogni costo. Sono entrato in casa sua e mi ha portato in una stanza dove tutte le pareti erano coperte di pistole. Mi ha detto che voleva interpretare uno psichiatra della CIA che era anche un esperto di arti marziali e che portava una pistola. All’epoca era chiaramente un po’ pazzo. Sentivo che non era il modo in cui volevamo approcciare la cosa e pensai che non avremmo dovuto farlo con lui.
“Predator 2” è risultato nettamente inferiore all’originale, ma alla luce di tutto quello che 20th Century Fox ha fatto successivamente con sequel, crossover e reboot, il film di Hopkins va decisamente rivalutato. Le ultime notizie sul franchise, finito in stand-by dopo il deludente The Predator del 2018 e a seguito della fusione Disney-Fox, è recentemente tornato in pista con la notizia di un nuovo reboot in sviluppo sotto la supervisione di Disney, affidato al regista Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane) e con rumor che ipotizzano un’ambientazione nel passato e il coinvolgimento di una tribù di nativi americani.
Danny Glover nonostante non fosse il prototipo dell’eroe d’azione, per questo in “Arma Letale” era contrapposto a Mel Gibson, ha fatto un ottimo lavoro in “Predator 2”, ma l’eventualità di assistere ad un potenziale scontro tra Steven Seagal e lo Yautja resta qualcosa di maledettamente intrigante che avrebbe potuto regalare al franchise tutta un’altra storia. Inoltre dall’intervista si intuisce che Hopkins ha subito capito l’antifona, cioè che il tenere a bada un attore con la personalità debordante di Seagal sul set non sarebbe stata una passeggiata, quindi perché complicarsi così tanto la vita?
Fonte: Howard Gorman