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A caccia della bellezza al di là di tutto

Mercoledì 16 dicembre, ore 18, Complesso del Vittoriano, Piazza Venezia, Ala Brasin, Sala Verde, proiezione del film “1200 km di bellezza”, in nome di una bellezza di cui tutti parlano e tutti promettono di voler salvaguardare

pubblicato 14 Dicembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 10:18

Sono emozionato, non lo nascondo. L’appuntamento al Vittoriano è importante. Spero che il mio 1200 km di bellezza diventi un film capace di scatenare attenzione, curiosità, interesse per il tema della bellezza, che sentiamo diventare ogni giorno sempre più decisivo. Lo hanno sentito anche i grandi politici che si sono riuniti a Parigi, dopo i terribili giorni dell’attentato insensato, molti morti, che si è inserito nel giro di guerre che sono già scoppiate qua e là, nel Mediterraneo e dintorni. Spero che possa circolare e affermare la esigenza di agire. Salvare l’aria che respiriamo e gli scenari in cui viviamo.

Del film abbiamo già fatto cenno su Cineblog, ma voglio sottolineare la sua particolarità. Cerca di ricostruire il gran tour- i grandi viaggi tra Settecento, Ottocento primi del Novecento che hanno fatto ricchi signori di tutta Europa, ma anche scrittori, filosofi, artisti- basandosi su documenti del Luce e con le storie dei visitatori, i più famosi,sensibili, attenti a ciò che vedevano, e sentivano il bisogno di raccontare, riferire, tutto ciò che avevano visto, amato o non amato (in misura minore, perché gli apprezzamenti arrivano all’iperbole, con giudizi sul nostro Paese, come straordinario Eden).

Valutazioni, commenti, opinioni che partono oggettivamente da cose concrete (città, paesi, territori, mare, monti, arte) per suscitare idee e sensazioni profonde. Sbalorditive, come ad esempio Mark Twain, venuto dall’America, che dice di essere rimasto colpito, persino stordito dalla visita a Firenze, dal sentire la necessità di chiudersi per giorni in una villa, allo scopo smaltire la potente impressione provata.

Il film esce proprio quando la Fontana di Trevi è stata restaurata ed è tornata a una bellezza che francamente non avevamo mai conosciuto ma di cui avevamo perduto la speranza di rivedere. Una visione eccezionale. Ed ecco che, per sottolineare, ho inserito delle immagini del passato in cui un gruppo di ragazzini gioca tra le fontane e le statue, come simbolo di una bellezza che deve risultare sempre fresca e giovane, grazie a noi, alle istituzioni, ai cittadini che devono imparare a pretendere una conservazione corretta e consapevole. Dedico, in questo senso, a tutti i registi che con loro cinema hanno saputo mostrare il Paese e ne hanno fatto una ribalta forte, resistenze, che vale la pena di custodire,

Non siamo più un Eden, ma come dice James Hellman, scienziato, amante della bellezza, siamo i custodi di cose preziose, ma anche di volti, costumi, musiche che vivranno se accompagneranno la nostra vita, con una rispettosa considerazione per la storia con le storie da cui proveniamo.