Genitori vs Influencer, a Pasqua una commedia su social e utenza
A Pasqua Sky propone una commedia intergenerazionale sull’influenza dei social ed i social degli influenti. Ecco la nostra sulla conferenza stampa
Analogamente a quanto è accaduto per Tutti per 1 – 1 per tutti a Natale, Sky propone un’altra iniziativa sulla stessa falsa riga. Stavolta però, per Pasqua, non punta al mero intrattenimento, aspirando invece a sottoporre sì una commedia, ma che al contempo si focalizzi su una delle questioni che maggiormente ci riguardano, e trasversalmente, ossia come ci rapportiamo coi social. Genitori vs Influencer, chiaramente, non è un film sui social; per questo abbiamo evocato il concetto di rapporto, dato che l’oggetto in esame sono le persone. Giovani e meno giovani, con ruoli d’autorità, sia all’interno di una scuola o di una famiglia, il punto è che il modo in cui agiscono i social network incide profondamente rispetto a come ci si relaziona tra coetanei così come tra generazioni. E l’aspetto se vogliamo inquietante è che da una dinamica del genere pare non esserci scampo.
La regista Michela Andreozzi, nella conferenza stampa (tenutasi su Zoom, manco a dirlo), ha chiarito proprio questa tesi, per cui la logica del “mi piace” o delle risposte ad un proprio pensiero, una propria foto, rischi di rivelarsi soggiogante, troppo per potergli resistere. Non solo per i giovani, dato che meccanismi di questo tipo coinvolgono con non meno intensità anche gli adulti, specie quelli il cui scarto rispetto ad un contesto del genere, vuoi per anagrafe vuoi per altro, è più profondo. Insomma, ragionamenti noti a tutti, al centro, più che di tante conversazioni, di non poche chiacchiere, alla stregua oramai dell’attardarsi sul meteo o le stagioni che non sono più le stesse di qualche decennio a questa parte.
In tal senso risulta non meno battuto il sentiero intrapreso da Fabio Volo, uno dei protagonisti del film, al quale viene chiesto se anche lui, come il suo personaggio, reputi gli influencer dei vuoti a perdere. Anziché rispondere alla domanda, che peraltro non può che dare esito negativo, nel senso che figurarsi se il nostro stia lì a dare addosso alla categoria, con Giulia de Lellis in collegamento dall’altra parte per giunta, Volo sostiene due cose. Una banale, ossia che il mezzo di per sé è neutro dipende da come lo si usa et cetera et cetera; con in più una considerazione rispetto proprio al film, col preside da lui interpretato che alla fine cede pure, però veicola Filosofia… come se gettarsi nella mischia significhi automaticamente influenzare. Ma il tempo è tiranno ed un’occasione del genere serve a promuovere un lavoro, non a fare speculazione, concesso. Ad ogni modo, l’altra, non particolarmente illuminante ma senz’altro più utile al fine d’inquadrare la questione, è che, là dove si parla d’influencer, non è del tutto esatto riferirsi solo a coloro che “influenzano” tramite i social, da Instagram a YouTube. E giustamente ha portato il suo di esempio: conduttore radiofonico con appuntamento fisso da anni, scrittore di libri che non hanno venduto manco poco e via discorrendo. Insomma, non ci si dimentichi che la rete, per quanto onnipervasiva, ancora dei contendenti ce li ha, in primis la TV.
Sorvoliamo sul discorso relativo al fenomeno degli hater, per certi versi ineludibile, ma su cui a ragion veduta ci si limita a dire, da più parti, che sì, inizialmente ci si è stati male ma poi, come tutte le cose, ci si abitua. Uno degli aspetti che ci hanno incuriosito maggiormente è stato assistere a come, forse nemmeno tanto paradossalmente, la più giovane di tutte, ossia Ginevra Francesconi, sia parsa la meno addentro. Per anagrafe, chiaramente, non può dirsi avulsa dal mondo dei social, che bazzica, a suo dire, da spettatrice. Sentirle però ammettere che in fin dei conti conosce poco questo mondo e che di suo non lo foraggia con materiale proprio, dà da pensare.
La cosa si fa ancora più interessante allorché la regista, incalzata dal sempre eccezionale Nino Frassica, racconta come ha scovato la giovane attrice. A parte l’averla vista per la prima volta in The Nest, la Andreozzi riporta di aver fatto una fatica immane nel trovare uno spazio per il provino, dato che la Francesconi era sempre occupata, alle prese con una serie TV nello specifico. Perciò il tutto si è risolto in un fugace sabato pomeriggio, la Francesconi scappata dai propri impegni, disposta a dare udienza per quei tre quarti d’ora o giù di lì, quanto basta per farsi un’idea. Eppure non c’è affettazione, non più di quella che l’etichetta o semplicemente l’uso impongono nell’ambito di certe situazioni; la ragazza non è stata lì a negare o ridimensionare il resoconto. A quanto pare la sua agenda è fitta davvero, ed anche se senz’altro lei possa reputarsi fortunata nel fare un mestiere che immaginiamo le piaccia, c’è da dire che, pandemia a parte, ci riscalda almeno un pochino l’idea che la giovane sia talmente presa e dedita a qualcosa da non aver tempo per dedicarsi a cose frivole – e non ci riferiamo al provino, bensì appunto ai social. Poi oh, magari stiamo volendo vedere quello che non c’è, ma da una conferenza stampa che altro vuoi prendere?
Detto ciò, l’abbiamo appena evocato, l’elefante nella stanza, ossia la situazione attuale. A tal proposito sono intervenuti i produttori della Paco Cinematografica, Isabella Cocuzza ed Arturo Paglia. Quest’ultimo ha chiarito quanto sia stato impegnativo fare un film a fronte di restrizioni così limitanti, ma alla fin fine non possono nemmeno lamentarsi: non c’è la sala, certo, ma almeno loro hanno potuto accasarsi presso Sky. Insomma, qualcosa andava detta a riguardo, l’argomento teatri e sale toccato, messo lì per ricordare che esistono, e speriamo ancora a lungo. Nondimeno, Paglia chiarisce che non tutti possono beneficiare di un accordo simile, dato che esistono produzioni che senza la sala non sono sostenibili, con riferimento a prodotti ad alto budget. Ovviamente il moderatore ha dato ragione ed è passato avanti, sia perché i tempi della diretta son quelli che sono, sia perché, insomma, che avrebbe dovuto dire? D’altra parte un portavoce di Sky già a dicembre chiarì che per loro quella della sala resta una questione importante, rispetto alla quale l’azienda pare non aver affatto chiuso le porte, anzi. Vedremo.
Concludiamo con una battuta del già menzionato Nino Frassica, che non ha un account su Twitter o Instagram, solo Facebook (ci tiene a precisarlo), al quale è stato chiesto cosa ne pensasse degli hater. Risposta: io conosco Heather Parisi. Aspettiamo ancora che qualcuno lasci fare a lui un film, scritto a suo gusto, come quella piccola gemma che è Il Bi e il Ba (1985).