I Predatori su Sky Cinema Due e Now dall’8 maggio
I Predatori, su Sky Cinema Due e Now dall’8 maggio disponibile l’esordio alla regia di Pietro Castellitto premiato a Venezia per la Migliore sceneggiatura.
I Predatori, su Sky Cinema Due e Now dall’8 maggio disponibile l’esordio alla regia di Pietro Castellitto, figlio dell’attore e regista Sergio Castellitto, premiato per la Migliore sceneggiatura al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti.
È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.
Il film è interpretato da Pietro Castellitto, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Giulia Pietrini, Liliana Fiorelli, Claudio Camilli, Nando Paone, Antonio Gerardi e con la partecipazione di Vinicio Marchioni.
Pietro Castellitto sul percorso che lo ha portato dietro la macchina da presa: Il cinema parla di tutto. È evidentemente impossibile trovare l’equazione magica per imparare a farlo. Il sacrificio e la sincerità verso se stessi sono, oggi più di ieri, requisiti fondamentali per esistere nel mercato, soprattutto se si è giovani. Ripercorrere la propria vita senza scordarsi della morte, e poi, soltanto poi guardare molti film, frequentare i set, leggere i copioni. Bisogna arrivare al cinema passando per il tutto. Guai a fare il contrario.
Pietro Castellitto figlio d’arte, l’attore Sergio Castellitto e la scrittrice Margaret Mazzantini sono i genitori, esordisce come attore nel 2004 nel dramma Non ti muovere diretto dal padre Sergio; nel 2010 arriva un ruolo da protagonista al fianco di Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo nella commedia E’ Nata una star tratta da un racconto dell’inglese Nick Hornby e nel 2018 interpreta il ruolo del “Secco” in La profezia dell’armadillo dall’omonimo fumetto di Zerocalcare. Nel 2020 arriva l’esordio come regista e sceneggiatore con I Predatori, una commedia feroce e schietta che lo vede recitare con Massimo Popolizio in un ritratto della società odierna alienata e alienante, in cui rabbia e violenza sono atti predatori consueti che ci riportano ad istinti bassi e ad un brutale territorialità, a ricordarci quotidianamente chi siamo e soprattutto da quale brodo primordiale veniamo. L’esordio di Pietro Castellitto ha la forza tipica delle opere prime, un sincero cinismo di fondo e una libertà nella narrazione non ingabbiata in schematiche riflessioni autoreferenziali in cui spesso il cinema d’autore si perde compiaciuto, il racconto di Castellitto figlio ha il sapore amaro, ma anche liberatorio di un “vaffa” che seppur consolatorio e permeato di triste consapevolezza ci piazza di fronte ad uno specchio deformante in cui il grottesco diventa linguaggio ideale con cui interagire con un mondo esterno artefatto che troppo spesso subiamo senza rendercene conto…o forse sì.
Pietro Castellitto parla del film e del suo ruolo: Questo è un film corale. Però, i personaggi che qui si accavallano e si sfiorano e a volte si conoscono, non lo sanno. Ognuno di loro è solo, perso in quel tratto di vita dove nessuno sembra capirti e dove tutto vorresti andasse dall’altra parte. Invertire il corso per vivere la propria speranza: è questa la battaglia che combattono. Quanto amore e quanta ferocia servano, lo scopriranno sulla loro pelle. D’altronde, essere felici, è un mestiere difficile. A volte, un mestiere da Predatori. Quando, ormai cinque anni fa, scrissi la prima versione de “I Predatori” partii da Federico. Lui è il personaggio più autobiografico del film e in lui ho catalizzato il sentimento che anche negli ambienti più “illuminati” ci siano quelle prerogative di alienazione e tristezza che possono portare un giovane ad armarsi. Non che io abbia mai pensato di mettere una bomba da qualche parte, mi riferisco piuttosto a quel carico di enorme frustrazione, tipicamente giovanile, che nasce dalla differenza che c’è tra quello che sei e quello che gli altri pensano tu sia. Un carico inquietante che può portare a gesti estremi. A me, fortunatamente, ha fatto scrivere un film. Questo.
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