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Il futuro siamo noi: il documentario di Gilles De Maistre al cinema dal 27 maggio

Dal 27 maggio al cinema italiani Il futuro siamo noi, il documentario che dà voce ai bambini di tutto il mondo impegnati in cause umanitarie.

11 Maggio 2021 12:44

Dopo la tappa in anteprima alla Festa del Cinema di Roma all’interno della rassegna Alice nella città, dal 27 maggio arriva finalmente nei cinema con Officine UBU il documentario Il futuro siamo noi di Gilles De Maistre, un toccante racconto che dà voce ai bambini di tutto il mondo impegnati in cause umanitarie e che non hanno mai pensato di essere troppo giovani, troppo deboli o troppo soli per opporsi all’ingiustizia o alla violenza.

“Il futuro siamo noi” racconta le vite di José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn, bambini provenienti da tutto il mondo che combattono giorno dopo giorno per difendere i propri ideali per un futuro migliore. Storie emozionanti che portano sul grande schermo il coraggio e la concretezza degli uomini e delle donne del domani filmati dal regista Gilles de Maistre, che li ha seguiti dall’India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea, passando per la Francia e gli Stati Uniti.

“Sono stato profondamente toccato, sconvolto, sorpreso, stupito da tutti i bambini che ho filmato. E’ incredibile trovarsi a realizzare fino a che punto noi adulti ci siamo arresi e abbiamo abbassato le braccia. La fame, la miseria, i senzatetto, la disoccupazione…” ha dichiarato il regista Gilles De Maistre, aggiungendo: “quando si è adulti, ci diciamo che sono problemi così enormi che non possiamo affrontarli. Spesso diciamo: «Non potrò mai risolvere il problema della carestia o del lavoro minorile». Ora, i bambini non ragionano affatto così, è questo che è affascinante, ed è questo che voglio far scoprire nel film.”

La trama ufficiale:

Vengono da tutto il mondo, sono bambini che combattono per difendere i propri ideali. I loro nomi sono José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn. Non si sono mai sentiti troppo giovani, troppo deboli o troppo isolati per opporsi alle ingiustizie e alle violenze. Al contrario, grazie alla loro forza di carattere e al loro coraggio, hanno cambiato le cose introducendo questi dibattiti a un numero sempre maggiore di bambini. Sfruttamento di esseri umani, lavoro minorile, matrimoni forzati, distruzione ambientale, povertà estrema… Sono coinvolti su tutti i fronti. Per quanto piccoli, si sono resi conto molto presto delle disuguaglianze e delle disfunzioni, sia perché le soffrivano loro stessi sia perché ne erano testimoni. Come ad esempio José Adolfo, che a sette anni ha creato una banca cooperativa in modo da permettere ai bambini del suo quartiere di guadagnare dei soldi grazie alla raccolta di rifiuti riciclabili. Dall’India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea passando per la Francia e gli Stati Uniti, questo documentario si propone di incontrare questi bambini che hanno trovato la forza di combattere le loro battaglie per un futuro migliore.

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“Se milioni di adulti e bambini agissero come questi incredibili ragazzini, il mondo sarebbe un posto migliore e avremmo risolto molti dei problemi che lo affliggono e sarebbe certamente un posto migliore per le generazioni a venire”, afferma il regista Gilles De Maistre.

Il regista Gilles De Maistre spiega come è nata l’idea del film: L’idea è nata molti anni fa. Sono più di 30 anni che giro il mondo per raccontarlo e niente mi ha mai sconvolto e impressionato tanto come i bambini. Ho filmato bambini soldato, bambini schiavi, bambini in prigione, bambini per strada e – all’apice dell’orrore per me – i bambini che muoiono di fame. Quanti bambini distrutti, maltrattati, rovinati, rubati. Li ho filmati perché volevo denunciare questi abusi e queste violenze. Ci credevo. Volevo che la gente si rendesse conto e si ribellasse contro tutto questo. Il compito era così grande, e la ricerca senza fine! Le mie immagini scioccavano, sconvolgevano, provocavano emozioni e dolori. Fondamentalmente, il mio lavoro non ha mai realmente cambiato il mondo. Ognuno tornava alla sua vita, ai suoi problemi, io per primo. Anche se in fondo al mio cuore tutte queste ferite restavano aperte, queste immagini inamovibili e tutte queste esperienze vive dentro di me… la vita quotidiana riprendeva il sopravvento ogni volta. Mentre viaggiavo, ho scoperto che era difficile cambiare il mondo. C’erano, e ci sono ancora oggi, milioni di bambini che lavorano, che fanno la guerra e che muoiono di fame… Bambini i cui diritti sono violati! Un incontro tuttavia, in tutti questi anni, mi è rimasto impresso più di altri e ha piantato un seme nel mio cervello: mentre filmavo bambini soldati arruolati nella guerriglia colombiana, mi sono avvicinato a uno di loro, un piccoletto, Fidel, di 10 anni appena. Secondo me era «travestito» da soldato, vestito con una maglia troppo grande per lui, imbracciando fucile e munizioni, vederlo evocava un’immagine davvero violenta e gli chiesi: «Credi che questo sia il posto per un bambino come te? E anche fare la guerra?» Mi ha risposto con una calma e una flemma che mi ha lasciato di sasso: «E tu, chi sei per farmi questa domanda? La realtà della vita dei bambini poveri nel mio paese è l’accattonaggio, la prostituzione o il lavoro. Allora lascia che io mi batta almeno per cercare di cambiare il mio futuro». Non ho mai smesso di pensare a quel bambino e il seme è germogliato dentro di me. Il senso profondo delle sue parole ha risuonato in me finché non compresi… Certo, stiamo parlando di una situazione estrema, e arruolare bambini per fare la guerra è ingiustificabile e indifendibile. Ma mi ha aiutato a capire che niente era semplice, che giudicare dal mio punto di vista occidentale era assurdo e che i bambini hanno il diritto di difendersi. Filmare dei bambini impegnati significa quindi oggi per me filmare dei bambini che non chinano il capo, che combattono, che reclamano affinché il diritto internazionale dei minori sia applicato definitivamente in tutto il mondo. Oggi desidero mostrare che questi bambini hanno sofferto così tanto che hanno deciso di alzarsi e farsi sentire, e sono, giorno dopo giorno, sempre più numerosi coloro che dicono no alle ingiustizie e alla sofferenza dell’altro. Si battono per il pianeta, affinchè venga rispettato e per difendere i più deboli… I bambini sono sempre più consapevoli dei problemi che devono affrontare e il loro grido inizia ad essere ascoltato. Quindi oggi voglio andare a cercare e a mettere in luce tutti questi piccoli creatori di speranza che si trovano ai quattro angoli del pianeta e usare la mia telecamera nel modo migliore e più utile possibile. Voglio piantare dei semi positivi nei cervelli degli spettatori per dire loro che sì, questi bambini cambiano e salvano il mondo…

Il futuro siamo noi si avvale del patrocinio del Comitato Italiano per UNICEF ITALIA e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.