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Stasera in tv: “Imparare ad amarti” su Canale 5

Canale 5 stasera propone “Imparare ad amarti”, dramma francese del 2020 di Stéphanie Pillonca con Ary Abittan, Julie De Bona e Youssef Hajdi.

23 Agosto 2021 08:58

Cast e personaggi

Ary Abittan: Franck
Julie De Bona: Cécile
Youssef Hajdi: Zack
Sébastien Autret: Il Talent Scout
Guillaume Duhesme: Laurent
Annie Grégorio: Marilou
Mélanie Guth: Alice
Yona Kervern: Zoé
Vincent Marie:Mathilde
Julie-Anne Roth: Karine

La trama

I sogni di Franck e Cécile sono sconvolti dalla nascita della loro bambina con la sindrome di Down. Cécile accetta rapidamente la notizia e decide di affrontarla, in qualche modo…per sua figlia. Ma per Franck, allenatore di giovani aspiranti al judo, è uno shock: non aveva mai immaginato suo figlio così. Dovrà imparare ad accettare la sua nuova vita…e diventare padre. Riusciranno Cécile e Franck a superare insieme questo calvario?

Curiosità

  • Alla sua prima messa in onda in Francia, “Imparare ad amarti” è stato immediatamente seguito da una discussione speciale “Dalla finzione alla realtà” sull’autismo e la realizzazione del film, moderata da Flavie Flament e con l’attrice protagonista Julie De Bona e la bambina di tre anni Coline Saget, uno dei tre bambini autistici che hanno interpretato Sarah, e i suoi genitori Olivier e Nolwenn.
  • “Imparare ad amarti” è diretto dall’attrice e regista Stéphanie Pillonca (The Poisoning Angel).
  • L’attrice Julie De Bona (Cécile) ha recitato anche nella commedia Camping 2 e la serie tv Destini in fiamme.
  • L’attore Youssef Hajdi (Zack) ha recitato anche in Le nuove avventure di Aladino, Doppia pelle e Il club dei divorziati.
  • I crediti dell’attore Ary Abittan (Franck) includono le commedia Benvenuti a casa mia, Non sposate le mie figlie! e Non sposate le mie figlie 2.
  • L’attrice Julie de Bona parla di “Imparare ad amarti” e della regista: “Credo che tutte le donne che hanno avuto, sperano o aspettano un bambino possano proiettarsi in questa storia. Io e i miei amici più stretti abbiamo avuto una riflessione su questo. Tutte le future mamme fanno i test durante la gravidanza, ma quando il rischio è considerato basso, i medici non spingono oltre i test. Tuttavia, il rischio, anche se minimo, esiste. La regista, che arriva dal documentario, aveva già affrontato molti argomenti intorno alla disabilità, la trisomia 21… Secondo lei, nella maggior parte dei casi, quando arriva un figlio con sindrome di Down, il padre se ne va. È più raro che le mamme lo rifiutino, ma succede. Penso che la grande differenza sia che i padri non hanno partorito il bambino. Per la coppia è soprattutto il peso della società e il fatto di integrarvi un figlio diverso che sarà difficile da superare. Conoscevo i pregiudizi sulla sindrome di Down, ma la mia visione della vita è cambiata. Azzera tutto. Ci rendiamo conto che la nostra società è costruita sulla perfezione, l’estetica, la produttività, la competizione. Dato che le persone con la sindrome di Down non ci sono, se vogliamo entrare nel loro mondo e giocare con loro, sconvolge i nostri codici”.
  • L’attore Ary Abittan parla del suo personaggio, un padre spaventato: “Il mio personaggio non può sopportare l’arrivo di questo bambino. Questa bambina lo riporterà all’essenziale della vita e gli riempirà il cuore”, ha spiegato Ary Abittan in un’intervista. Quanto a Julie de Bona, ha confidato dalla sua parte: “Non conoscevo la differenza. Conoscevo i pregiudizi sulla sindrome di Down, ma la mia visione della vita è cambiata”. “Azzera tutto. Ci rendiamo conto che la nostra società è costruita sulla perfezione, l’estetica, la produttività, la competizione. Dato che le persone con la sindrome di Down non ci sono, se vogliamo entrare nel loro mondo e giocare con loro, sconvolge i nostri codici”.
  • De Bona parla delle bambine che hanno interpretato sua figlia in “Imparare ad amarti”: “La regista ha trovato tre bambine per interpretare Sarah dalla nascita ai 3 anni. Una di loro si chiama Naomi nella vita, ha un anno e mezzo ed è fantastica. Con Ary, siamo andati ad incontrarla a casa dei suoi genitori, circa due settimane prima dell’inizio delle riprese. Per me è stato un incontro con una bambina “normale”. Era divertente, timida, adorabile…Durante le riprese, ci ha lasciato senza fiato. Pensavamo che i bambini con sindrome di Down avessero qualcosa di più, più spontaneo, più reale, più presente, più connesso. Hanno un’intelligenza emotiva, qualcosa di poetico e intangibile che non abbiamo più. Siamo diventati troppo cartesiani, siamo entrati nella performance, nel risultato…A contatto con lei, ci accorgiamo che è felice, che è in una felicità permanente, a differenza di noi, e questo ci ha dato uno schiaffo. La prima scena di gioco che abbiamo fatto insieme, in cui piango, è stata straordinaria. Aprì le braccia e disse spontaneamente mamma. Aveva già integrato che stavo interpretando sua madre. Ha capito subito tutto.