I’m Your Man: trailer e clip in italiano e tutte le anticipazioni sul film con Dan Stevens
Tutto quello che c’è da sapere sulla commedia fantascientifica a tinte romance “I’m Your Man” con Dan Stevens nei cinema dal 14 ottobre.
Dopo la tappa al Festival di Berlino 2021, il 14 ottobre debutterà nei cinema italiani I’m Your Man, una commedia romantica a tinte sci-fi diretta dalla regista tedesca Maria Schrader e con protagonista Dan Stevens e Maren Eggert.
Trama e cast
La trama ufficiale: Alma (Maren Eggert) è una scienziata del famoso Museo Pergamon di Berlino. Al fine di ottenere dei fondi per il suo lavoro di ricercatrice, si fa convincere a partecipare a uno studio alquanto particolare. Per tre settimane dovrà vivere con un robot umanoide creato su misura in base al suo carattere e ai suoi bisogni, e la cui intelligenza artificiale è progettata appositamente per essere il suo compagno di vita perfetto. E così, Alma incontra Tom (Dan Stevens) una macchina dalle sembianze umane unica nel suo genere, creata esclusivamente per renderla felice. I’m Your Man è un divertente racconto tragicomico sui temi dell’amore, del desiderio e su ciò che rende umano un essere umano.
Il cast include anche Sandra Hüller, Hans Löw, Wolfgang Hübsch, Annika Meier, Falilou Seck, Jürgen Tarrach, Henriette Richter-Röhl, Monika Oschek, Inga Busch, Karolin Oesterling, Marlene-Sophie Haagen e Gabriel Munoz Munoz.
I’m Your Man – trailer e video
Trailer italiano pubblicato l’11 ottobre 2021
Primo spot tv in italiano pubblicato l’11 ottobre 2021
Nuove clip in italiano pubblicato l’11 ottobre 2021
Curiosità
- “I’m Your Man” è diretto dalla regista tedesca Maria Schrader (Love Life, Before Dawn) che ha anche scritto la sceneggiatura in collaborazione con Jan Schomburg (Divine – La fidanzata dell’altro) da un racconto breve di Emma Braslavsky. Schrader in Italia è più nota come attrice grazie ai film della serie per ragazzi La banda dei coccodrilli.
- Dan Stevens che è anche produttore esecutivo del film è l’unico attore inglese nel film e parla fluentemente il tedesco.
- Questo film è stato originariamente presentato in anteprima al Festival di Berlino 2021 con il titolo tedesco Ich bin dein Mensch, e l’attrice protagonista Maren Eggert ha vinto l’Orso d’argento per la migliore interpretazione femminile.
- La regista Maria Schrader parla della sceneggiatura: “Jan Schomburg ed io avevamo già scritto insieme Stefan Zweig: Farewell To Europe. Per I’m Your Man eravamo alla ricerca di un tono leggero e allegro che però non si distanziasse dai grandi temi della storia. Abbiamo pensato di ambientare la storia nel futuro, ma poi abbiamo cambiato idea. Nel nostro mondo siamo già occupati e guidati dagli algoritmi, l’idea di un robot altamente evoluto come Tom è già presente, anche se in questa forma particolare che si vede nel film è ancora lontano come un sogno. Perciò abbiamo ambientato I’m Your Man in una Berlino familiare. Alma è una donna di oggi. Gli unici precursori del futuro sono l’azienda Terrareca con i suoi peculiari dipendenti e con i suoi prodotti, di cui Tom è un prototipo. Questa decisione rende facile identificarsi con Alma, lei non ha nessun vantaggio in termini di esperienza, sul futuro non ne sa più di noi. Il suo incontro con Tom è nuovo e strano per lei come lo è per noi. Questo permette alla nostra storia di avere anche dei momenti comici.”
- Questo film segna la quarta collaborazione della regista Maria Schrader con il montatore Hansjörg Weissbrich (Treno di notte per Lisbona), che ha scolpito le scene con una rara sensibilità nei confronti dell’interazione degli attori e del ritmo.
- La regista Maria Schrader parla di Dan Stevens: “E’ stato una manna dal cielo per il film. Abbiamo passato molto tempo a cercare all’estero un attore che parlasse tedesco abbastanza bene da poter recitare le battute complicate di Tom, che fosse preciso come una macchina, bello ma non privo di autocoscienza, e che oltretutto fosse un attore così bravo da non farti mai dimenticare che Tom è un robot, e nonostante questo ti facesse innamorare di lui. Sono felicissima che Dan abbia accettato di interpretare questo ruolo.”
- La regista Maria Schrader parla della messa in scena del film: “Insieme al direttore della fotografia Benedict Neuenfels, alla scenografa Cora Pratz e alla costumista Anette Guther, volevo una certa atemporalità nella messa in scena, soprattutto nei costumi e nell’appartamento di Alma. Durante le prime prove, la velocità dei dialoghi e l’entusiasmo degli attori, mi ha ricordato i film di Katherine Hepburn, James Stewart e Cary Grant. È apparso subito chiaro che le scene funzionavano meglio con un lavoro di macchina da presa abbastanza classico e con un’elegante semplicità nella messa in scena. Volevamo che l’appartamento di Alma avesse una bella vista, un romanticismo urbano, ma volevamo anche che fosse un po’ caotico e non troppo chic. Il condominio dallo stile industriale di fronte alla cattedrale sembrava l’ideale; e la possibilità di ricreare un appartamento del genere in studio è stato un altro grande regalo per la produzione. Alla fine, tutto questo è stato ottenuto attraverso una fantastica coordinazione di colori, luce e spazio, e attraverso il lavoro della macchina da presa, della scenografia, del design dei costumi e del trucco.”
Descrizione personaggi
Alma Felser (Maren Eggert)
ALMA è un essere umano. Da quando si è separata dal suo compagno, vive da sola e non sente alcun desiderio di cambiare questa situazione. Lavora come ricercatrice scientifica presso il rinomato Museo Pergamon di Berlino. Nel campo degli studi sulla scrittura cuneiforme lei e il suo team si sono guadagnati una reputazione straordinaria. Niente è più lontano dall’impassibile Alma dell’idea di confrontarsi con una macchina programmata esclusivamente per essere il suo compagno di vita perfetto. Ma quando il suo rettore le chiede di fare una valutazione, anche se con riluttanza, accetta di vivere per tre settimane con Tom, un robot umanoide il cui algoritmo di autoapprendimento ha un solo scopo: renderla felice.
Tom (Dan Stevens)
TOM non è un essere umano. Eppure è difficile distinguerlo dagli esseri umani. Tom è un robot umanoide, un’intelligenza artificiale il cui algoritmo è programmato esclusivamente per vivere una relazione felice e armoniosa con Alma, e renderla una persona equilibrata e felice… Inizialmente, i suoi primi tentativi goffi e imbarazzanti tendono a ottenere il contrario, ma la sua costante analisi delle reazioni di Alma permette a Tom di penetrare sempre più a fondo nei suoi veri desideri.
Impiegata della Terrareca (Sandra Huller)
È una dipendente dell’azienda che ha sviluppato i robot umanoidi e li ha preparati per il mercato. Lo studio pilota, al quale Alma è riluttante a partecipare, mira a riconoscere gli umanoidi come compagni e membri paritari della società, e ad ottenere la loro approvazione regolamentare. La dipendente è il contatto di Alma per tutte le questioni relative a Tom e si presta anche a fornirle consigli su come relazionarsi con lui in caso di problemi tra essere umano e macchina.
Note di regia
Avevo sentito di un racconto che stava per essere adattato per il cinema. Non ne sapevo niente, a parte il fatto che la logline diceva “donna incontra robot”, e questo è stato sufficiente per attirare il mio interesse. Questa logline mi ricordava molto il famoso “ragazzo incontra ragazza” di Billy Wilder, solo che in questo caso è “ragazza incontra ragazzo-robot”. Questo è stato l’inizio di un dialogo creativo tra la produttrice Lisa Blumenberg, gli editor Jan Berning e Katharina Dufner e gli scrittori Jan Schomburg e me, che è continuato fino al completamento del film. Riuscire a creare un essere umano artificiale è un sogno antico quanto l’umanità stessa. Nell’antichità era un atto di creazione mitico/artistica che richiedeva l’aiuto degli dei. Prometeo creava le persone con l’argilla e l’acqua. L’artista Pigmalione costruì una statua femminile, se ne innamorò e chiese alla dea Afrodite di darle vita. Poi, man mano che ha acquisito sempre più fiducia nelle proprie capacità, l’uomo ha preso le redini della creazione dagli dei. Dai primi automi meccanici, alle frontiere dell’intelligenza artificiale, ogni trascendenza o coinvolgimento divino ormai sembrano essere scomparsi. Ma se dovesse mai accadere di avere dei robot come partner, allora la questione del “fantasma nella macchina 1 “, dell’anima e della coscienza diventerà di nuovo centrale. Spesso, le storie sugli esseri umani artificiali suscitano un misto di fascino e orrore. L’uomo gioca a fare Dio e crea dei servi per se stesso, ma ha paura di perdere il controllo e di essere superato dalla sua creazione. Molte di queste storie, dal golem medievale a Ex Machina, finiscono con distruzione e morte. Tom è più evoluto rispetto ai suoi antenati artificiali. Egli è superiore alle persone in quasi ogni cosa. Tuttavia, essendo privo di ambizioni personali, di paura e del bisogno di libertà, non rappresenta una minaccia. Tom forse è il servitore perfetto. Accetta il fatto che il suo incarico rappresenta il suo diritto stesso di esistere. Ritiene la sua mansione il più bel compito che si possa avere: rendere felice un’altra persona. È stato programmato come il compagno di vita perfetto, è dotato di caratteristiche e qualità studiate appositamente per il suo partner, e la sua funzione è scacciare la solitudine, soddisfare il desiderio di fiducia e amore – ed essere messo in vendita – un’idea che Alma detesta con veemenza. I robot hanno lo scopo di monitorare le traiettorie di volo e i semafori, di falciare i prati e controllare i sistemi di sicurezza. Ma amore, sentimento, felicità e dolore sono riservati solo agli esseri umani. Alma difende i principi dell’amore romantico, dell’indipendenza e del cosiddetto libero arbitrio. Ai suoi occhi, Tom è una macchina creata per soddisfare i suoi bisogni, non una vera controparte, perciò vede in lui un’illusione vuota. Ma poi Alma mette a nudo i paradossi del desiderio umano. È insito nell’esperienza umana non raggiungere mai ciò che vogliamo? È questo un prerequisito per il desiderio, in particolare nel caso dell’amore? Sì, spesso si esprime il desiderio del cosiddetto “partner perfetto”, ma cosa significherebbe effettivamente avere il partner perfetto? Un partner che analizza i nostri bisogni e desideri in modo così preciso da poterli soddisfare prima ancora di averli formulati noi stessi? E cosa implicherebbe, sapere che questo non è un atto d’amore ma semplicemente un lavoro di programmazione? Il fatto che Alma si innamori comunque di Tom la pone davanti a un problema irrisolvibile. Tuttavia, segue il suo desiderio andando contro le sue convinzioni. Ragione ed emozione si intrecciano contraddicendosi. Eppure sembra, almeno per un po’, davvero felice. Allora, qual è la differenza, tra ‘l’amore’ e un algoritmo complesso? Non ci adattiamo alle esigenze dei nostri partner anche nelle relazioni tradizionali? Cosa c’è di ‘reale’ nelle relazioni, e quanto viene appreso, adattato e programmato? Quando Alma consegna la sua relazione al suo supervisore e sconsiglia l’approvazione di robot come Tom, forse non ne è totalmente convinta. Forse anche lei ha paura che Tom e i suoi pari artificiali possano essere gli esseri più evoluti, forse non teme affatto che potrebbero diventare ostili e violenti, ma piuttosto crede che possano diventare più altruisti, più civili e più pacifici. Degli esseri superiori che potrebbero, prima o poi, rendere obsoleta l’umanità. [Maria Schrader]
La colonna sonora
- Le musiche originali di “I’m Your Man” sono del compositore tedesco Tobias Wagner (Fritz Lang, Rock My Heart, Corri ragazzo corri).
- Tobias Wagner è cresciuto suonando il pianoforte non appena le sue dita potevano raggiungere i tasti. Il suo background include studi di composizione classica, jazz, musica pop e ingegneria del suono. Attualmente, Tobias vive e lavora a Berlino, in Germania, e spesso collabora con altri artisti e compositori su progetti cinematografici e produzioni di canzoni.
- La regista Maria Schrader parlando del lavoro di Tobias Wagner ha detto: “La musica aveva il difficile compito di trasmettere i sentimenti senza attirare troppa attenzione e di trovare al contempo una sua voce personale, cosa che Tobias Wagner è riuscito a fare benissimo.”