Torino 2021, Re Granchio: trailer e tutte le anticipazioni sul Film della Critica
Tutto quello che c’è da sapere su “Re Granchio”, l’opera prima di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis al cinema dal 2 dicembre.
Dopo la tappa fuori concorso al Torino Film Festival, il 2 dicembre approda nelle sale italiane, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, il dramma Re Granchio, opera prima dei registi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (Il Solengo) al loro primo lungometraggio di finzione.
La pellicola proiettata al Festival di Cannes 2021 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs è stata recentemente designata Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la motivazione che trovate a seguire:
Il Re Granchio porta in luoghi lontani nel tempo: nella Tuscia di fine ’800, terra ancora feudale dove un principe governa il destino dei propri sudditi e all’altro capo del mondo, in una Patagonia dalle atmosfere quasi soprannaturali. Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis ricostruiscono un racconto orale ammantato di leggenda e realizzano un cinema avventuroso e insieme spirituale, capace di stupire lo spettatore e di accompagnarlo in territori inaspettati, tra la magia e la dannazione.
Trama e cast
La trama ufficiale: Italia, giorni nostri. Alcuni vecchi cacciatori ricordano insieme la storia di Luciano. Tardo Ottocento, Luciano è un ubriacone che vive in un borgo della Tuscia. Il suo stile di vita e la sua ribellione al dispotico principe locale lo hanno reso un reietto per il resto della comunità. In un estremo tentativo per proteggere dal principe la donna che ama, Luciano commette un atto scellerato che lo costringe a fuggire in esilio nella Terra del Fuoco. Qui, la ricerca di un mitico tesoro, al fianco di marinai senza scrupoli, si trasforma per lui in un’occasione di redenzione. Ma la febbre dell’oro non può seminare che tradimento, avidità e follia in quelle terre desolate.
Il cast di “Re Granchio” include Gabriele Silli, Maria Alexandra Lungu, Ercole Colnago, Bruno Di Giovanni, Giovanni Morichelli, Renato Sterpa, Severino Sperandio, Eccelso Cassanelli, Domenico Chiozzi, Claudio Castori, Ugo Farnetti, Enzo Cucchi, Alessandro Cicoria, Mariano Arce, Darío Levy, Jorge Prado, Daniel Tur, Fernando Almirón.
Re Granchio – trailer e video
Trailer ufficiale pubblicato il 18 novembre 2021
Quattro clip ufficiali pubblicate il 29 novembre 2021
Curiosità
- Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (nati nel 1986) sono due registi italo-americani al loro primo lungometraggio di finzione. La loro collaborazione inizia con il corto documentario Belva nera (2013) e con il pluripremiato documentario Il Solengo (2015). La loro ricerca si concentra sui racconti popolari e le leggende della tradizione contadina, unitamente al meccanismo imperfetto e incompleto con cui la tradizione orale genera sempre nuove storie. I loro film sono stati selezionati in numerosi festival, tra cui IFF Rotterdam, Göteborg Film Festival, Art of the Real in New York, Viennale, BAFICI, RIDM São Paulo Film Festival e sono stati premiati a Cinéma du Réel, Doclisboa e al Torino Film Festival.
- Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis dirigono “Re Granchio” da una loro sceneggiatura basata su un soggetto di De Righi, Zoppis, Tommaso Bertani (Primavera in Kosovo) e Carlo Lavagna (Dark Polo Gang – La Serie).
- Il team che ha supportato Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis dietro le quinte ha incluso il montatore Andres Pepe Estrada (Il Solengo), il costumista Andrea Cavalletto (La Belva), il direttore della fotografia Simone D’Arcangelo (Il Solengo) e gli scenografi Fabio Ferrara (Domina), Marina Raggio e Fabrizio D’Arpino (La Belva).
- “Re Granchio” è prodotto da Ring Film, Shellac Sud, Wanka Cine, Volpe Films, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Lazio, Unione Europea, CNC, INCAA, Ibermedia.
Note di regia
Re Granchio è il nostro primo film di finzione. Abbiamo gusti comuni, senza dubbio condividiamo l’idea che il cinema d’autore non debba essere trattato come un genere cinematografico a sé stante. Quello che più ci interessa, come autori, č di esplorare il linguaggio del cinema di genere. Sia nella parte italiana che nella parte argentina del film, ci siamo divertiti a rivisitare figure e scene tipiche del cinema western. Del western soprattutto amiamo l’idea che un luogo sperduto come un piccolo villaggio possa essere il cuore di un racconto mitico. E’ il potere delle storie. Re Granchio parte da luogo piccolissimo, una casina in cui si ritrovano dei cacciatori; ma per arrivare alla fine della storia devi arrivare in capo al mondo, in Terra del Fuoco. [Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis]
La storia attraverso le leggende
Re Granchio nasce da un racconto che abbiamo sentito in una casina di caccia di un piccolo paese della Tuscia. Conoscevamo Ercolino, il proprietario della casina, ritrovo abituale dei cacciatori della zona, dove si mangia, si beve ci si racconta storie. Una di queste leggende, quella di una pantera che terrorizzava i dintorni, ci ha dato lo spunto per Belva nera. Durante le riprese, i cacciatori ci hanno raccontato un’altra storia, da cui abbiamo tratto poi un secondo documentario: Il Solengo. Ancora una volta, durante la realizzazione di quel film, abbiamo ascoltato una leggenda: quella di Luciano, l’eroe di Re Granchio. Ogni nuova storia raccontataci dai cacciatori aveva un respiro piů ampio della precedente, ma allo stesso tempo molti meno dettagli. Quella di Luciano cominciava a Vejano e finiva in Sudamerica, nella Terra del Fuoco. Tuttavia avevamo poche informazioni sul personaggio e sull’epoca a cui risalivano i fatti. Ancora meno erano le notizie sul suo arrivo in America. Abbiamo dovuto immaginare quasi tutto. Forse č per questo che abbiamo progressivamente abbandonato il documentario per la finzione. Abbiamo consultato degli archivi per trovare le tracce del viaggio che, secondo i nostri amici cacciatori, Luciano avrebbe compiuto tra la fine del Diciannovesimo e l’inizio del Ventesimo secolo. Ricercando tra i passeggeri delle navi dirette in Argentina c’era un omonimo: avrebbe potuto essere il nostro Luciano. Siamo andati a nostra volta nella Terra del Fuoco per ricerche e sopralluoghi e le abbiamo trovato un mondo ricchissimo di storie e fantasiose avventure di emigrati italiani. Il nostro obiettivo era far si che, nella parte argentina del film, la storia di Luciano portasse in sé qualcosa di quelle storie di migrazione. [Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis]
Note di produzione
La Ring Film, Matteo e Alessio si sono incontrati anni fa durante una proiezione del loro primo corto documentario Belva Nera. Il film aveva una grandissima forza visiva e un originalissimo approccio alla narrazione. Erano riusciti a ricreare un mondo western, evocare un’epica da cinema classico, mescolandola a una storia piena di ironia e a un lavoro documentaristico con dei personaggi indimenticabili. Abbiamo subito deciso di collaborare raccogliendo dallo stesso bacino di ispirazioni per produrre un documentario lungometraggio, Il Solengo. In entrambi i film sono riusciti a dar volto e voce a un mondo che sta scomparendo, quello figlio di una società ancora profondamente radicata nell’agricoltura e nella caccia. Con Re Granchio abbiamo deciso di compiere un ulteriore passo produttivo e artistico, investendo nel primo lungometraggio di finzione dei registi. L’ambizione del film è quella di racchiudere una storia d’amore in una struttura testuale portante di genere, collocandosi tra il western e il film d’avventura. È stato un percorso lungo in cui ci siamo costantemente confrontati tanto sugli aspetti produttivi che creativi. Fin dall’inizio abbiamo lavorato in coproduzione con l’Argentina per una storia ambientata tra l’Italia e la Patagonia, coinvolgendo Volpe Films, già al nostro fianco nel precedente film dei registi, e Wanka Cine.
La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Vittorio Giampietro (Peter Daler, Reframe Saudi). Giampietro e i registi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis sono alla loro seconda collaborazione dopo il documentario “Il Solengo”.
In Re Granchio sentiamo diverse musiche, ciascuna con una funzione diversa, frutto di un lavoro molto lungo con il compositore Vittorio Giampietro, con cui abbiamo sempre lavorato. C’è la musica cantata, che veicola contenuti narrativi e musiche esclusivamente strumentali e che entrano in relazione dialogica con le immagini. Abbiamo preso spunto dai canti popolari della tradizione italiana. Questi sono spessi costruiti intorno a una melodia, che resta più o meno la stessa, mentre i testi cambiano molto, addirittura di paese in paese. Non è difficile trovare in questi testi riferimenti a personaggi della memoria collettiva. Alcuni paesani, per esempio, si ricordavano una canzone, o una strofa, che parlava di Luciano. Era vero? Forse parlavano di qualcun altro? Può essere che l’avessero inventata? Va a sapere. Come nei miti, anche di questi canti ognuno ha la sua versione, e tutte queste versioni hanno elementi comuni e variazioni, divergenze. Ci interessava identificare quelle germinazioni, come se le storie fossero piante e occuparci della loro sopravvivenza. Anche per la musica abbiamo cercato un dialogo con la tradizione per essere parte della sua evoluzione. Ci riesce difficile fare un discorso generale quando il risultato è così legato a ogni scena. Abbiamo voluto evitare la consuetudine in cui la musica č un mezzo per amplificare o sottolineare le emozioni. Abbiamo cercato invece di utilizzare la musica come contrappunto allo sviluppo narrativo del film. [Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis]