John Carpenter parla di “Halloween” e del plagio di “1997: Fuga da New York”
In un’intervista a The Hollywood Reporter il regista John Carpenter parla del cult “Halloween” e di come ha citato in giudizio i realizzatori di “Lockout” vincendo una causa per plagio
John Carpenter, uno dei più grandi registi horror di tutti i tempi, si racconta in un’intervista a The Hollywood Reporter in occasione del ritorno su grande schermo de cult slasher Halloween, film che sarà riproposto negli States per una sola serata il prossimo 29 ottobre nel montaggio voluto dal regista e con un’introduzione speciale dello stesso Carpenter.
Il classico Halloween uscito nel lontano 1978 narrava di un folle mascherato di nome Michael Myers fuggito da un manicomio che si aggira per le strade di una tranquilla cittadina americana per terrorizzare una babysitter di nome Laurie Strode (Jamie Lee Curtis, nel ruolo che la trasformò in una “scream queen”). Realizzato con soli 300.000$, il film incassò più di 70.000.000$ lanciando il genere “slasher” che spopolò negli anni ’80. L’originale ha generato nove sequel dalla qualità altalenante che insieme hanno guadagnato più di 362 milioni di dollari senza però raggiungere mai l’efficacia e l’impatto dell’originale.
Carpenter che oltre a regista è anche compositore ha diretto diversi cult che hanno segnato la storia del cinema di genere come 1997: Fuga da New York (1981), La Cosa (1982), Grosso guaio a Chinatown (1986) e Essi vivono (1988).
Carpenter durante l’intervista ricorda le terribili recensioni dell’Halloween originale (della solita critica snob e poco lungimirante aggiungiamo noi) e di non aver realizzato il reale successo del film, nato da un semplice passaparola, per parecchio tempo e alla domanda se fosse nelle sue intenzioni lanciare il filone “slasher” il regista è onesto e parla di aver voluto fare solo un semplice film horror.
Volevo fare solo un piccolo film dell’orrore. Avevamo pochi soldi e un cast giovane tranne che per Donald Pleasence, che era grande come psichiatra con una pistola. Ma si trattava di un film in cui il protagonista, il ragazzo con la maschera, non è in realtà del tutto umano. Era solo puro male. Questo era ciò che intendevo fare. E’ il male dal nulla, il male senza fondo, che si insinua come un essere umano, il male potrebbe arrivare alla mia porta senza uno scopo, senza un passato, senza un’origine. Ecco, questa è l’idea alla base del film. E’ stato messa insieme per spaventare. Questo è tutto.
La mitologia di Halloween parla di una maschera di William Shatner utilizzata per il volto di Michael, viene chiesto a Carpenter se quella storia sia vera:
In realtà non lo era. C’era una scelta che dovevamo fare, perché non avevamo i soldi per fare una maschera. Così l’art director è andato fino al negozio di magia di Bert Wheeler su Hollywood Boulevard, che era proprio lungo la strada dei nostri uffici e ha comprato due maschere. Una era una maschera da clown e una era una maschera del capitano Kirk. Doveva essere il capitano Kirk, ma non sembrava affatto William Shatner era solo una strana maschera, il che era perfetto per noi. Così abbiamo utilizzato della vernice spray, alterato i fori per gli occhi e fatto un paio di cose con i capelli e il gioco è fatto. Mi piace pensare che sia Shatner, ma non lo è davvero.
A Carpenter viene chiesto del processo di casting che ha portato alla scelta di Jamie Lee Curtis per il ruolo di Laurie Strode:
Non la conoscevo. Arrivò negli uffici, ragazza molto carina, molto bella. Ha subito catturato il personaggio rendendolo reale. Ho pensato che avrebbe potuto farlo. Lei era semplicemente fantastica. E tutto è venuto facile per lei: la tensione, le urla, tutto questo. Divertente. Divertente e facile per lei, così ho fatto la scelta giusta. Ho avuto un grande cast. Ha avuto una grande carriera e Jamie e io sono rimasti amici.
Carpenter schiva la domanda sulla nuova serie tv Scream Queens (“Sono troppo impegnato a guardare il basket”) e racconta invece la storia dietro al sequel Halloween III: Il signore della notte:
E’ iniziato con l’idea di fare una storia diversa. Vedi ho pensato, stupidamente, questo mostra quanto stupido sono, ho pensato che non c’era molto altro da dire su Michael Myers e il ragazzo con la maschera così abbiamo pensato di presentarci in sala con una nuova storia ogni anno. Potevamo chiamarlo Halloween, ma non doveva per forza avere a che fare con Michael Myers. Abbiamo contattato Nigel Kneale, scrittore di fantascienza britannico che ha fatto tante cose, per vedere se aveva qualche idea, e lui l’ha fatto. Ha avuto l’idea centrale per Halloween III. Così siamo partiti da lì…Non lo rivedo da tanto tempo, ma il film mi piace molto. E’ una specie di film sovversivo, ma molto interessante. Ho scritto la musica per Halloween III, non lo avevo mai fatto prima, scrivere una colonna sonora per un film che non ho diretto. Non riesco nemmeno a ricordare cosa ho scritto! So solo che esiste.
A Carpenter viene chiesto della colonna sonora composta per Halloween che indubbiamente ha contribuito a fare del film un cult, ma il regista parla di “roba abbastanza semplice” tutta realizzata con un sintetizzatore, insomma la medesima semplicità di temi musicali leggendari come quello composto da John Williams per Lo squalo. Carpenter ricorda che ha avuto tre giorni per scrivere la partitura musicale, il che era parecchio tempo rispetto ad un solo giorno avuto per realizzare la colonna sonora di Distretto 13 (1976).
Per quanto riguarda la scena preferita di Halloween. Carpenter non sceglie alcuna sequenza con omicidio, ma ricorda con piacere una sequenza all’inizio del film.
Questa è una grande domanda. Sai, francamente, scelgo un’inquadratura all’inizio del film con una strada vuota e alcune foglie che cadono in primo piano e appare la dicitura “Haddonfield, Illinois”, o qualcosa del genere. Amo quell’inquadratura. Niente di complicato.
Una delle scene che hanno fatto di Halloween un cult è senza dubbio la sequenza iniziale in soggettiva.
Se ci ripenso l’apertura è stata un’unica ripresa piuttosto difficoltosa. Questo è quello che abbiamo fatto. Abbiamo girato in una direzione, siamo passati attraverso la casa e usciti nella direzione opposta. Abbiamo dovuto cambiare tutte le luci mentre la ripresa era in corso. Siamo saliti su per le scale, ucciso la sorella, siamo tornati al piano di sotto. E’ stato complicato da fare. Abbiamo aggiunto la maschera in post-produzione…la mano che apre il cassetto e prende il coltello era in realtà quella della produttrice Debra Hill.
A Carpenter viene chiesto del remake di 1997: Fuga da New York da tempo in sviluppo:
Beh, non ho niente a che fare con questo. (Ride) Nessuno me ne ha parlato. Nessuno mi ha mai detto niente. Dovete capire che è la storia della mia carriera. I produttori sono persone molto gentili. In realtà sono venuti da me dicendomi: “Beh vogliamo che tu sia coinvolto”. E’ stato sei mesi fa e da allora non ho sentito più nulla. Questa è la mia storia.
Riguardo ad un nuovo Jena Plissken, Carpenter dice che non c’è nessuno che possa interpretare quella parte meglio di Kurt Russell e sempre riguardo a “Fuga da New York”, Carpenter ha recentemente citato in giudizio il regista e produttore Luc Besson in un tribunale francese per violazione del copyright vincendo la causa con un risarcimento totale di 80.000$ di cui 20.000$ andati a Carpenter.
(Ride) Non ci hanno dato molti soldi…Canal Plus è la società che, con me, possiede i diritti di Fuga da New York. Sono venuti da me e mi hanno detto: “Luc Besson ti ha copiato in Lockout” e mi hanno mandato il film, e sì, lui l’ha fatto. E’ la stessa storia. (Ride) Voglio dire, non è possibile farlo, si può? Devi almeno cambiare un paio di cose e poi la figlia del presidente? Ma dai. Così l’ho portato in un tribunale francese. La cosa bella è che non ho dovuto fare niente, davvero. Questo è il tipo di lavoro che ho sempre voluto e in cui non c’è bisogno di presentarsi e qualcosa accade. E abbiamo vinto! Ma qualsiasi grande sogno di andare in pensione ricchi si è infranto perché non ci hanno dato tanti soldi quanti ne voleva Canal Plus. Ce l’avevano con Luc Besson. A loro non piace. [Canal Plus ha richiesto 3 milioni di dollari nella causa]. Canal Plus voleva fare causa anche per il videogioco Metal Gear Solid, che è una specie di plagio di Fuga da New York, ma ho detto loro di non farlo. Conosco il regista di quei giochi e lui è un bravo ragazzo, o almeno lui è gentile con me.
L’intervista si conclude con l’immancabile domanda su un nuovo film:
Forse. Sto lavorando su un paio di cose.
Fonte: The Hollywood Reporter