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Stringimi Forte: trailer italiano e tutte le anticipazioni sul film di Mathieu Amalric

Tutto quello che c’è da sapere su “Stringimi forte”, il nuovo film di Mathieu Amalric con Vicky Krieps nei cinema italiani dal 3 febbraio.

31 Gennaio 2022 10:38

Dopo la tappa al Festival di Cannes (sezione Cannes Première), il 3 febbraio Movies Inspired porta nei cinema italiani il dramma Stringimi Forte (Serre moi fort), il nuovo film da regista dell’attore francese Mathieu Amalric con protagonista Vicky Krieps.

Trama e cast

La trama ufficiale: Una mattina, Clarisse (interpretata da Vicky Krieps), moglie e madre di due bambini, prepara il bagaglio, entra nella sua auto e parte, abbandonando la casa dove vive con la sua famiglia. Fra flashback e flashforward, prospettive e ricordi, lentamente emerge una storia diversa.

Il cast di “Stringimi forte” include anche Arieh Worthalter, Anne-Sophie Bowen-Chatet, Sacha Ardilly, Juliette Benveniste, Aurèle Grzesik, Aurélia Petit, Erwan Ribard, Cuca Bañeres Flos, Samuel Mathieu e Jean-Philippe Petit.

Stringimi forte – trailer e video

Trailer ufficiale in lingua originale pubblicato il 5 luglio 2021

Trailer ufficiale italiano pubblicato il 22 gennaio 2022

https://www.youtube.com/watch?v=4TiUEC3qM6Y&t=38s

Curiosità

  • L’attore Mathieu Amalric ha diretto un totale otto pellicole tra cui Le strade de Wimbledon (2001), Tournée (2010), La camera azzurra (2014) e Barbara (2017).
  • I crediti dell’attrice lussemburghese Vicky Krieps includono ruoli in Anonymous, Il giovane Karl Marx, Il filo nascosto, Millennium – Quello che non uccide, Sull’isola di Bergman e Old di Shyamalan.
  • Il regista Mathieu Amalric ha spiegato l’origine del titolo “Serre moi fort” e perché è scritto senza trattino. Inizialmente proveniva dalla canzone “La nage indienne” di Etienne Daho, che contiene i versi “Serre-moi fort. Si ton corps se fait plus léger, nous pourrons nous sauver” (con un trattino, secondo le regole di ortografia francese) ed era riscritto per diventare “Serre moins fort. Si ton coeur se fait plus léger, je pourrai me sauver” (senza trattino, secondo le regole di ortografia francese). Mescolando entrambe le versioni, questo ha dato un titolo temporaneo “Serre moi(ns) fort”. Infine il titolo è stato riportato alla prima versione, ma con il trattino ancora caduto: “Serre moi fort”, con le 3 parole “isolate” l’una dall’altra.
  • “Stringimi Forte” è stato prodotto da Les Films du Poisson e da Gaumont (che gestisce le vendite internazionali), e coprodotto da Arte France Cinéma.

Intervista al regista

Da dove nasce l’idea per il film?

Laurent Ziserman, un caro amico, voleva mettere in scena uno spettacolo ma ha dovuto rinunciare e una sera mi ha consegnato il libro, forse come addio al suo progetto. Era “Je reviens de loin”, un’opera teatrale scritta nel 2003 da Claudine Galea, che non conoscevo. L’ho letta su un treno e ho iniziato a piangere, singhiozzando come un bambino. Non mi succedeva da molto tempo, ho dovuto nascondermi sotto la giacca. Dopo BARBARA ero ossessionato dall’idea di cogliere la vera essenza delle cose, come un qualcosa che non avrei mai potuto raggiungere e ho sentito, in quello che aveva inventato Galea, una breccia, un possibile accesso. È stato il melodramma che ha agito da innesco.

Poi anche i produttori Laetitia Gonzalez e Yael Fogiel leggono l’opera.

Sì e anche loro ne sono catturati, mentre io mi chiedebvo come avrei fatto con un materiale a priori molto letterario, sensibile, poetico. E che non era mai stato messo in scena! Mi piaceva, era come una chiamata: dare vita a questa famiglia…beh, se così posso dire. Di fretta, in nove giorni, proprio come un primo assistente fa uno “cernita”, ho buttato giù una prima bozza. Elenchi di scenari, azioni, oggetti, stagioni, musica, strade, l’auto. Cosa c’è nell’immagine, cosa c’è nel suono. Fedeltà assoluta alla struttura mentale di Galea prima, mentre strimpella anche le note, isolando alcune parole trampolino di lancio: “incantesimo”, “presumere”, “progetto”, “crede”, “prolungare”, “trance”, “rito”, ” Rouch”… Sì, maschere e danze africane da Jean Rouch…Tante immagini e lacrime sgomitavano, la cosa era partita!

Aveva in mente dei riferimenti per “Stringimi Forte”?

È arrivata la voglia di guardare film, il che è stato un buon segno. Visto che ci sarebbero state lacrime e fantasmi in questa storia, in primis ci sono stati i melodrammi, ne ho visti molti: CORPO A CUORE di Paul Vecchiali, Douglas Sirk ovviamente, Nicholas Ray, Piccoli in RITORNO A CASA di Oliveira, Bill Murray in BROKEN FLOWERS di Jarmusch, anche Pagnol… Poi film più visionari, più mentali: i giapponesi, Buñuel, Il fantasma e la signora Muir, Resnais (sempre Resnais!), BOYHOOD, Hitchcock… i libri di Laura Kasischke… i meandri di Sophie Calle, la serie “The Leftovers”, i film Pixar UP o COCO… Nella massa me ne dimentico senza dubbio qualcuno! Compresi i brutti film (molto importante per individuare le insidie ​​in cui cadrai senza nemmeno accorgertene!). Rimpinzandomi di film di altre persone, verificavo, solidificavo solo una cosa: l’intuizione immediata che mi era venuta di trattare il falso/vero, il delirante/reale sullo stesso piano, senza separarli esteticamente, senza cuciture. Ciò che sperimenti e ciò che proietti diventano la stessa cosa. Il dolore pazzesco sembra fare questo a me, giusto? Ripensi alle separazioni amorose dove tutto è confuso, spazio, tempo, mancanza, dolore, ricordi modificati, gelosia nell’immaginare l’altro, onanismo, riportare indietro…pfff, non utilizziamo seppia o filtri per dissociare nettamente il vero dal falso che in questi momenti si accumula e si frammenta, siamo iperrealisti nei minimi dettagli. Fa male e ci si sente bene! D’altronde, iperrealismo è una parola che viene fuori spesso. Credi in tutto, anche se… (da cui deriva questo dipinto tratto da una foto di Robert Bechtle, che sarà nell’ufficio vuoto di Clarisse). Dopo, come riferimento, sì c’era NON TORNO A CASA STASERA (1969) di Francis Ford Coppola. Una donna che lascia…Road movie tragico e vivo allo stesso tempo. Siamo arrivati ​​persino a filmare Clarisse che esce dal cinema. Avrebbe pianto sulla scena della cabina telefonica (quando Shirley Knight chiama suo marito) proprio come Anna Karina piange davanti a Falconetti/Jeanne d’Arc di Dreyer in QUESTA E LA MIA VITA di Godard. Ma NON TORNO A CASA STASERA aveva assorbito così tanto il film che non ne avevamo più bisogno, potevamo rimuovere le impalcature, non abbiamo girato la scena. Questo è l’unico film che ho mostrato a Christophe Beaucarne, il direttore della fotografia. L’immagine, la grana viene da NON TORNO A CASA STASERA. Come questo lungo cappotto marrone in cui sembra sentirsi protetta, lo ha rintracciato Caroline Spieth la costumista, è lo stesso un po’ più morbido, non in pelle ma in suede.

La colonna sonora

Il regista Mathieu Amalric spiega come “Stringimi Forte” implementi un forte rapporto con la musica, sia con il pianoforte nella sceneggiatura che nella colonna sonora.

Sì, Galea aveva il pianoforte. Il che, come tutti sanno, può cristallizzare tirannie e frustrazioni genitoriali piuttosto gravi! (ride) E questa possessività di una madre nei confronti della figlia, attraverso la musica, Clarisse ci gioca con molto piacere e di ambiguità. Mentre inventa, può travestire la sua bambina da Martha Argerich, può saltare la bilancia e saltare!, rendere sua figlia un ideale… il che di conseguenza la rende una madre ideale. Ma quello che mi tocca e mi fa amare così tanto Clarisse è che lei la lascia andare. Per Elisa è dove si ferma nella vita reale, passaggio obbligato della Sonata n. 1 di Beethoven ovviamente, ma poi Lucie scopre, da sola, altri paesaggi musicali. Debussy per avere un assaggio migliore delle variazioni di Rameau, poi avventurarsi verso Schoenberg e un giorno György Ligeti, (il momento percussivo con l’accordatore in cui proprio il pezzo può sembrare uscito da lei, e non da musica composta). E sarebbe andata avanti, ampiamente! Sua figlia gli sarebbe scappata. Avrebbe inventato la sua vita al di fuori di me, di sua madre… Mi piace che includa il distacco, la disobbedienza, è amore libero. Cosa sarebbe diventata… Penso che ci pensiamo alla fine del film, attraverso questa Gavotta trascinata, interpretata da Marcelle Meyer, una pianista di un altro mondo.

TRACKLIST:

Sonate per pianoforte di Anne-Sophie Bowen-Chatet:

“La Lettre à Elise” – Beethoven
“Sonate pour piano n°1” – Beethoven
“Etude n°1 pour les cinq doigts” – Debussy
“Gavotte – thème” – Rameau
“Kleine Klavierstücke n°3 op 19” – Arnold Schunberg

Sonate per pianoforte di Juliette Benveniste:

“Gavotte – variation III & IV” – Rameau
“Musica Ricercata n°1” – Ligeti
“Petite messe solennelle – Kyrie” – Gidachino Rossini
“Prélude en Do mineur, Op. 23/7” – Rachmaninov

Sonate per pianoforte di Marcelle Meyer:

“Premier livre de pièces de clavecin” – Rameau
“Nouvelle suite en La mineur de pièces de clavecin” – Rameau

Sonate per pianoforte di Martha Argerich:

“Sonate n°16 en do majeur K.545” – Mozart
“Valse minute n°1 Op.64” – Chopin
“Concerto n°1 en mi mineur Op.11” – Chopin
“Concerto en Sol II” – Ravel
“Gaspard de la nuit : I Ondine n.55” – Ravel

Altri brani:

“Quatuor pour la fin du temps – VIII” – Olivier Messiaen
“Open Heart Surgery” – The Brian Jonestown Massacre
“I’ll Be Waiting” – Full Intention
“Où vas-tu petit garçon” – Brigitte Fontaine
“Cherry” – J.J Cale

Foto e poster