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Roma 2015 – Showbiz di Luca Ferrari: Recensione in Anteprima

Massimo Marino, Riccardo Modesti, Stefano Natale e Schultz, ovvero gli epigoni di Jep Gambardella, protagonisti di Showbiz

pubblicato 22 Ottobre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:37

Due anni dopo Pezzi, documentario sulla bisca del Laurentino 38 vincitore del Festival di Roma e candidato ai David nel 2013, Luca Ferrari è tornato alla Festa del cinema capitolino con Showbiz, altro documentario prodotto da Valerio Mastandrea e ancora una volta legato alla città eterna. Anzi, al ‘lato B della Grande Bellezza‘, tag-line a dir poco impeccabile per descrivere questo terrificante e al tempo stesso affascinante viaggio nel sottobosco delle tv private romane anni ’80 e ’90, da compiere insieme a 4 tra i suoi più famosi (e dimenticati) protagonisti.

Massimo Marino, Riccardo Modesti, Stefano Natale e Schultz, ovvero gli epigoni del sorrentiniano Jep Gambardella trionfatore agli Oscar. Volti ormai invecchiati eppure indissolubilmente legati a quell’effimero successo scomparso con la fine del vecchio millennio e l’avvento della tv satellitare. Conduttore dell’indimenticabile ‘I Protagonisti della Notte’, il 74enne Modesti porta ancora avanti Miss Intimo, concorso da lui fondato 28 anni or sono che prende vita tra Ronciglione, in un ristorante al Lago di Nemi e l’Eur, in un Centro Commerciale, tra diciottenni in tanga votate ed applaudite da anziani, giovani, donne e bambini; leggendario microfonista biondo del Maurizio Costanzo Show, il 74enne Shultz dipinge quadri astratti che a volte riesce a vendere per poche centinaia di euro; ex vicino nonché amico d’infanzia di Carlo Verdone, tanto dall’aver ispirato il personaggio di Mimmo in Bianco, Rosso e Verdone e un Sacco Bello (visto e considerato che parla esattamente come lui), Natale vive ancora nel vecchio palazzo di Ponte Sisto dove un tempo si trovava la famiglia del regista romano, per poi dipingere paesaggi e ritratti dei grandi attori hollywoodiani del passato, andare a messa tutti i giorni e giocare ai quiz sul telefonino; fondatore della rivista «Viviroma», ‘Bibbia’ dei nottambuli della capitale, Marino, infine, intervista ancora oggi le pornostar e le spogliarelliste più famose in locali come il “Pascià”, il “Diva futura” e l’“Elite 2”.

Quattro volti dell’ormai giurassico tubo catodico di Roma e provincia, in alcuni casi catapultati persino sulle tv nazionali, sui rotocalchi e/o al cinema, qui immortalati da vicino e nel modo più ‘oggettivo’ possibile da Ferrari, durante quella quotidianità che al calar della notte si fa ‘discoteca’, tra vitelloni moderni e donne tutte curve ben felici di metterle in mostra. Quattro personaggi che ancora oggi, anche se di fatto in un’altra ‘epoca’, vivono nel ricordo di quel passato da ‘non protagonisti’. Un presente marchiato da una profonda solitudine di fatto amplificata dall’immagine distorta di un ‘successo’ che mai più potrà tornare, ma non per questo da dimenticare. Anzi.

Amaramente divertente e dannatamente malinconico, nel mostrarci una poco conosciuta Roma che spazia dalla Magliana alle serate di “Miss intimo” e “Miss Tanga” a Fiano Romano o a Ronciglione, passando per le feste al Diva Futura, ai tremendi karaoke di periferia e alle serate in discoteca cavalcate dai più improbabili personaggi, Ferrari ha illuminato uno spaccato tristemente reale della notturna capitale, qui incrociato con le esistenze di quattro personaggi quasi ‘garroniani’.

Estremi nell’involontaria tenerezza, figlia di quella tristezza di fondo che attraversa i loro sguardi, tra serate finanziate dagli sponsor più improbabili (Riccardo Modesti), cene in solitudine con pasta fredda e crackers riscaldati in padella (Stefano Natale), album pieni di ritagli di giornale legati alla popolarità ormai svanita (Shultz) e frasi del tipo “Bella fratè” e “a frappè!” da ripetere e ripetere, intervista dopo intervista alle spogliarelliste di turno, dopo 25 anni di onorato servizio (Massimo Marino). Maschere scrostate e incapaci di cadere, una volta per tutte, da quelle facce che trasudano nostalgia per i tempi andati.

Uno showbiz grottesco eppure reale, evidentemente segnato da un passato televisivamente parlando sorpassato, per non dire trapassato, ma mai del tutto archiviato da chi quegli anni li vide direttamente da dietro lo schermo. Per noi abbondantemente spento ma per loro, mesti sognatori, ancora acceso e sintonizzato sui propri volti microfonati.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

Showbiz (Ita, doc, 2015) di Luca Ferrari