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Il ritratto del duca: nuova clip in italiano del film con Jim Broadbent e Helen Mirren

Tutto quello che c’è da sapere su “Il ritratto del duca”, l’incredibile storia vera con Helen Mirren e Jim Broadbent al cinema dal 3 marzo 2022.

pubblicato 9 Marzo 2022 aggiornato 2 Febbraio 2024 09:34

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Dal 3 marzo 2022 nei cinema italiani con BIM Distribuzione Il ritratto del duca (The Duke), la commedia di Roger Michell (Notting Hill) interpretata dai premi Oscar Helen Mirren e Jim Broadbent. Il film è tratto dall’incredibile storia vera di un tassista di Newcastle che nel 1961, per affermare i propri ideali e principi, decise di rubare il celebre ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra, scatenando un vero e proprio caso mediatico. BIM ha organizzato proiezioni in anteprima in lingua originale che si terranno il 1° marzo ​a Milano (Cinema Colosseo / Cinema Anteo) e Roma (Cinema Greenwich).

Trama e cast

 

La trama ufficiale: Nel 1961, Kempton Bunton (Jim Broadbent), un tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il segnale televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed edificante storia.

Il cast include anche Helen Mirren, Heather Craney, Stephen Rashbrook, James Wilby, Matthew Goode, John Heffernan, Alice Stokoe, Sarah Annett, Charlie Richmond, Anna Maxwell Martin, Fionn Whitehead, Michael Hodgson, Richard McCabe, Andrew Havill, Sarah Beck Mather, Cliff Burnett, Jack Bandeira, Val McLane, Will Graham, Aimée Kelly, Claire Lams, Matthew Steer, Sarah Elizabeth Cotton, Michael Gould e Charles Edwards.

Curiosità

 

  • Il film segna l’ultima regia del regista sudafricano Roger Michell scomparso il 22 settembre 2021. Michell è noto al grande pubblico per aver diretto al commedia romantica campione d’incassi Notting Hill con Hugh Grant e Julia Roberts. Michell ha diretto anche Ipotesi di reato (2002), Il buongiorno del mattino (2010), A Royal Weekend (2012), Le Week-End (2013) e Blackbird – L’ultimo abbraccio (2019).
  • Roger Michell ha diretto “Il ritratto del Duca” da una sceneggiatura di Richard Bean (Harvest) e Clive Coleman (Chambers).
  • Ken Adam, il famoso scenografo e art designer, ha contattato la National Gallery di Londra dopo il furto (nel 1961) del ritratto di Goya del Duca di Wellington (The Duke) per ottenere una diapositiva dell’immagine. E’ stato così che ha potuto dipingere una copia durante il fine settimana prima che iniziassero le riprese il lunedì per Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No, 1962) nelle scene in cui James Bond si ferma stupito nell’individuare il dipinto scomparso prima di cenare con il dottor Julius No, scoprendo che è stato il Dottor No ad averlo rubato. Il dipinto vero e proprio non è stato recuperato fino al 1965, soggetto del film “il ritratto del Duca”. Un’idea simile di un dipinto scomparso in un film di James Bond è “Donna con ventaglio” di Modigiliani in Skyfall (2012) e riappare brevemente nella stanza di Madeleine nel nascondiglio di Blofeld in Spectre (2015), un dipinto rubato nel 2010. Allo stesso modo con Picasso ” Le pigeon aux petits pois” visto nella stanza di Bond presso il nascondiglio di Blofeld in Spectre (2015). Entrambi questi dipinti reali sono stati rubati con altri 3 dal Museo d’arte moderna di Parigi il 20 maggio 2010.
  • Jim Broadbent parla del film e del suo personaggio: “È stata una delizia leggere la sceneggiatura, meravigliosamente intelligente e così divertente. Ha colto l’essenza della storia trasformandola in un fantastico racconto alla Robin Hood. L’intera storia contiene un messaggio molto forte che gli sceneggiatori raccontano meravigliosamente. Kempton si espone per il bene degli altri perché è nella sua natura prendersi cura di chiunque. Kempton è un personaggio complicato, il perfetto equilibrio di luce e ombra. È un uomo d’onore, ma è anche un po’ pazzerello. È in buona fede, ma sbaglia anche tanto! Roger [Michell] è un meraviglioso cineasta. Capisce gli attori così bene, sa cosa possiamo fare e ci incoraggia. Non sarei potuto essere più felice di lavorare di nuovo con lui.
  • Helen Mirren parla del film e del suo personaggio: L’intera vicenda mi ha colta di sorpresa, sarebbe da prendere con beneficio di inventario se non fosse completamente vera. Ho adorato il fascino della sceneggiatura, tenera e molto dolce. Amo gli anni ’60, sono un periodo più genuino e innocente. Dorothy è molto pragmatica, dote che in una famiglia spesso appartiene alle donne: è lei che manda avanti la famiglia. Kempton è un sognatore, ma per molti versi è alquanto impegnato e coraggioso- Non dovremmo seguire l’esempio di Kempton, ma neppure quello di Dorothy: sognare è bello e va benissimo, ma bisogna comunque pagare le bollette! Quindi nella vita diamo ascolto anche alle persone pragmatiche…Quando si mette in scena una vecchia coppia di coniugi, è molto importante che il pubblico creda a quel rapporto. Mi sono infilata nel ruolo della moglie di Jim con grande facilità, non c’è stato alcuno sforzo da parte mia-  La morte della loro giovane figlia provoca un cambiamento nell’unione precedentemente felice della coppia di cui nessuno dei due è in grado di parlare. ‘C’è una frattura per via del differente approccio al dolore di ciascuno dei due. Dorothy lo reprime e cerca di andare avanti, mentre Kempton continua a tornarci sopra nei suoi scritti.”

Il ritratto del Duca – trailer e video

Trailer ufficiale italiano pubblicato il 28 gennaio 2022

Trailer ufficiale sottotitolato in italiano pubblicato il 18 febbraio 2022

Due clip e uno spot tv in italiano pubblicati il il 3 marzo 2022

Nuova clip in italiano pubblicata il 9 marzo 2022

La vera storia dietro al furto del ritratto del Duca

Nel 1961, il ritratto di Francisco Goya del Duca di Wellington viene messo all’asta da Sotheby’s. Il collezionista newyorkese Charles Wrightsman offre 140.000 sterline (l’equivalente di tre milioni di sterline oggi). Tuttavia, il governo britannico interviene in sostegno di una controfferta per garantire che il dipinto rimanga in Gran Bretagna. Il quadro viene salvato a beneficio della nazione e messo in mostra alla National Gallery. 19 giorni dopo diventa il primo (e ultimo) dipinto ad essere rubato dalla pinacoteca nei suoi 196 anni di storia. Jackie Bunton vede il dipinto al telegiornale. Ha 20 anni, viene da una famiglia povera di Newcastle e lavora come tassista sognando una vita migliore. Sentendo parlare dell’ingente somma di denaro pagata per il ritratto, Jackie è curioso di capire perché tanto scalpore attorno all’opera. Decide di recarsi a Londra per visitare la National Gallery. Trova il quadro appoggiato a un cavalletto dietro a una semplice barriera di corda. Trovandosi di fronte a esso, Jackie sente di essere vicino alla vera ricchezza come mai più lo sarà in vita sua. Un’idea inizia a prendere forma nella sua mente. Ha letto da qualche parte che, in caso di furto, l’assicurazione è disposta a pagare il 10% del valore del dipinto come ricompensa per la sua restituzione integra. Che sia la sua occasione di avere una vita migliore per se stesso e per la sua famiglia? Studiato un piano Jackie si issa su un parchimetro e spicca un balzo per scavalcare il muro perimetrale alto tre metri del cortile della National Gallery. Sale su una scala, si infila nella finestra del bagno, striscia lungo i pavimenti della pinacoteca e afferra lesto il dipinto, ripercorrendo il tragitto a ritroso. Fuori dalla galleria, scassina la serratura di un’auto che mette in moto collegando i fili dopo aver messo il dipinto sul sedile posteriore. Mentre si allontana viene fermato da un vigile che gli rimprovera di aver imboccato una strada a senso unico dal lato sbagliato. Viene lasciato andare con un ammonimento, mentre il quadro resta tutto il tempo in bella vista. Kempton rimarrà a Londra con il dipinto in attesa che la situazione si normalizzi e di poterlo trasportare in modo sicuro a Newcastle. Uomo dal profondo senso di cosa è giusto e cos’è sbagliato, si trova regolarmente in conflitto con le persone che incarnano l’autorità, in particolare i datori di lavoro, motivo per cui fatica a conservare un impiego. Questo significa che è sua moglie Dorothy la principale fonte di sostentamento della famiglia con la sua misera paga di donna delle pulizie. Quando la loro figlia maggiore, Marian, muore in un tragico incidente in bicicletta, la famiglia è devastata. Kempton sente ora di avere finalmente i mezzi per farsi ascoltare e fare qualcosa di buono, così escogita un piano per scrivere delle richieste di riscatto in cui esige che siano donate in beneficenza 140.000 sterline in cambio della restituzione del dipinto con Scotland Yard che è persuasa che il furto sia opera della Mafia o di qualche altro cartello della criminalità organizzata. Quando Kempton decide di inviare la bolla di spedizione presente sul retro della tela, la polizia finalmente si convince che le comunicazioni provengono dal vero ladro, ma non sa dove cominciare a cercarlo. La National Gallery offre una ricompensa di 5.000 sterline a chiunque sia in grado di contribuire all’identificazione del ladro e alla restituzione del dipinto. Ma nessuno si fa avanti. Nel frattempo, Kempton continua a cambiare lavoro e a condurre la sua battaglia per l’abolizione del canone televisivo per i cittadini che non possono permetterselo. Alla fine il Daily Mirror pubblica una proposta di accordo con il ladro: se il dipinto verrà restituito, il Mirror lo metterà pubblicamente in mostra per lanciare la raccolta di 30.000 sterline da devolvere a cause benefiche. Kempton avvolge il dipinto in un foglio di carta da pacchi e incarica Jackie di portarlo alla stazione ferroviaria di Birmingham e di affidarlo al deposito bagagli. Poi spedisce la ricevuta del deposito bagagli al Daily Mirror. Ma quando il quotidiano entra in possesso del dipinto, non mantiene la parola data sull’accordo. Nel luglio 1965 Kempton entra nella sede di Scotland Yard e rilascia una dichiarazione scritta in cui confessa il crimine.  Bunton è giudicato non colpevole per il furto del dipinto, ma colpevole per il furto della cornice (perché non viene mai ritrovata) e viene condannato a 3 mesi di detenzione in carcere. Come diretta conseguenza del processo, il governo emana la legge sul furto stabilendo che è reato rimuovere un’opera d’arte da una galleria e pretende che le misure di sicurezza dei musei e delle pinacoteche della nazione vengano interamente revisionate.

Note di produzione

Il viaggio per portare l’incredibile storia della famiglia Bunton sullo schermo inizia con una email alla produttrice Nicky Bentham, inviata dal nipote di Kempton (il figlio di Jackie), Christopher Bunton. Le racconta la storia di suo nonno manifestando il suo interesse nel trasformarla in un film. ‘Sembrava troppo bello per essere vero’, ricorda Bentham, ‘così iniziai a documentarmi e ad entrare nel dettaglio della vicenda. Quando tutto quello che Christopher aveva raccontato si rivelò essere vero, rimasi sorpresa dal fatto che la storia non fosse stata raccontata prima. La famiglia stessa ne parlava a malapena, quindi mi sono sentita incredibilmente privilegiata ad avere avuto accesso ai loro materiali di archivio, che vanno da copie delle straordinarie commedie teatrali di Kempton alla fotografia colorata a mano di Marian [la prima figlia di Kempton e Dorothy, morta in un incidente di bicicletta] che campeggiava in bella vista sul muro principale della casa di famiglia’.

I celebrati drammaturghi Richard Bean e Clive Coleman entrano a far parte del progetto per scrivere la sceneggiatura. Come documentazione, Bentham riesce e fornire loro tutte le commedie scritte da Kempton: ‘Scriveva sempre di cose che gli stavano particolarmente a cuore, cose di cui non poteva parlare liberamente a casa e che esprimeva con grande sincerità per iscritto’, spiega Bentham. ‘Benché nessuna delle sue opere sia mai stata pubblicata, dalla scrittura emerge in modo chiaro la sua personalità. È una cosa che Richard e Clive hanno usato come fonte di ispirazione per trovare il giusto tono per la voce di Kempton: il suo humour e la sua umanità’. Come ex avvocato e corrispondente della BBC per gli affari legali, Coleman conosce la vera storia per via della sua ammirazione per il difensore di Kempton, QC Jeremy Hutchinson. Tuttavia, come essi stessi chiariscono, i due sceneggiatori non sono attirati dal progetto per il processo: ‘Per noi, il vero fascino del film risiede in Kempton. Un personaggio genuinamente persuaso, di fronte a una realtà che gli sta raccontando tutt’altro, di poter cambiare il mondo e di poter modificare in meglio il comportamento delle persone’, spiega Coleman. ‘Non perde mai quella fiducia che è profondamente radicata in lui sin dall’infanzia’. ‘Abbiamo scelto di sviluppare il film concentrandoci sulla storia di una famiglia e sulle forze che allontanano tra loro i vari componenti e che hanno origine nella tragica morte di Marian’, aggiunge Bean. ‘Inoltre c’è il personaggio di Kempton, uno di quei favolosi personaggi inglesi che cercando di cambiare il mondo. Per certi versi è un moderno Robin Hood, un Don Chisciotte, un sognatore’.

La sceneggiatura viene inviata a Roger Michell e il regista se ne innamora immediatamente. ‘Clive e Richard hanno fatto un lavoro meraviglioso nel trovare il giusto equilibrio tra divertimento e realtà. La sceneggiatura ha il sapore di una grande commedia della Ealing degli anni 1960’, commenta Michell, ‘il tipo di film che veniva realizzato nel periodo in cui è ambientata la nostra storia; film politici su persone comuni che dicono le cose come stanno ai potenti e tengono testa al governo’, spiega. ‘Proprio come le commedie della Ealing, la sceneggiatura aveva un tono meraviglioso, leggero, ma con momenti di grande pathos e dramma, oltre che pieno di risate. È un film edificante. Ti fa uscire dal cinema con un sorriso stampato sulle labbra. O almeno spero!’. ‘È un film che ti fa sentire bene e spero che il pubblico si lasci conquistare’, concorda Coleman. ‘Parla del tipo di individui che vorremmo poter avere attorno. In un mondo che spesso appare così squallido, esistono persone che genuinamente sperano e sono convinte di poter cambiare le cose in meglio. Se ci fosse più gente come Kempton Bunton, il mondo sarebbe un luogo più felice’.

La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono del britannico George Fenton, compositore candidato a 5 premi Oscar per Gandhi, Grido di libertà, Le relazioni pericolose e La leggenda del re pescatore. Fenton ha recentemente musicato Un uomo tranquillo con protagonista Liam Neeson e l’adattamento The Secret – La forza di sognare di Andy Tennant.
  • La colonna sonora include i brani “Shop Window” di Ivor Slaney, “Jerusalem” di Sir Charles Hubert Hastings Parry & William Blake, “Stranger on the Shore” di Mr. Acker Bilk.

TRACK LISTINGS:

1. The Duke: Opening Credits 1:31
2. Kempton Bunton and the Heist 3:19
3. Marion 1:14
4. No Clues Yet 2:26
5. Dorothy Remembers 3:24
6. Kempton’s Place 3:22
7. Marion (Interlude) 1:18
8. The Goya’s Returned 1:47
9. The Boatshed 1:25
10. Jackie’s Story 1:55
11. Jury’s Out 1:03
12. The Verdict 1:20
13. The Resolution 1:58
14. The Gallery (Jerusalem) 2:21
15. The Duke Theme 2:59

La colonna sonora de “Il ritratto del Duca” è disponibile su Amazon.

Foto e poster