The Irishman: un ex agente dell’FBI valuta il realismo dei film di mafia
Un ex agente sotto copertura dice la sua su alcuni dei più famosi film sulla mafia.
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Vanity Fair ha chiesto a Mike McGowan, un ex agente sotto copertura dell’FBI di origini irlandesi, di giudicare il realismo e l’attendibilità di due dei gangster-movie più famosi di sempre.
McGowan che ora scrive romanzi e fornisce consulenza all’industria dell’intrattenimento, ha prestato servizio per oltre 31 anni all’FBI prima di ritirarsi nel 2017, quasi tutti trascorsi lavorando sotto copertura contro alcune delle organizzazioni e individui criminali tra i più pericolosi del mondo.
In un video pubblicato sul canale YouTube di di Vanity Fair, Mike McGowan ha esaminato scene di film e serie tv sulla mafia, tra cui The Departed e The Irishman, e dato il suo verdetto su entrambe le acclamate pellicole.
“The Irishman” diretto da Martin Scorsese, interpretato da Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci e basato sul libro “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa (I Heard You Paint Houses)” di Charles Brandt è basato su vita e carriera criminale del killer prezzolato Frank Sheeran. Secondo McGowan il film non si mostra realistico quando mette in scena una affiliazione alla mafia irlandese del personaggio di Robert De Niro, un camionista che consegna carne, un po’ troppo semplicistico, mentre il film è invece molto realistico nel mostrare come piccoli criminali mettono su affari con la criminalità organizzata truffando le aziende per cui lavorano, vedi il camionista di De Niro che fa “la cresta” sulla carne.
[quote layout=”big”]Ha fatto scivolare un paio di quarti di manzo e lo vediamo subito seduto al tavolo a cena con la mafia parlando del come ottenere più bistecche. Non è un mafioso molto esperto per quanto mi riguarda. Solo perché qualcuno ti ha dato una cena con bistecca, non si siedono al tavolo con lui. Lo tollereranno o gli mostreanno approvazione, ma non potrebbe stare seduto con loro ad ascoltare tutti i segreti del tavolo, questo è sicuro.[/quote]
“The Departed” diretto da Martin Scorsese, interpretato da Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson e Mark Wahlberg e basato sul thriller cinese Infernal Affair segue un poliziotto sotto copertura e una talpa nella polizia che tentano di identificarsi a vicenda mentre s’infiltrano in una banda di mafiosi irlandesi a South Boston. McGowan parlando del film ha elogiato la ricostruzione della tensione in crescendo nel dipartimento di polizia mentre ci si prepara ad un grosso intervento, ma ha definito davvero poco realistica e qualcosa che non potrebbe mai accadere la scena in cui l’agente di polizia di Leonardo DiCaprio partecipa ad un “affollato” accordo tra due bande rivali che coinvolge la vendite di microprocessori. McGowan ha anche sfatato lo stereotipo per cui grossi affari loschi vengono sempre siglati in magazzini abbandonati o luoghi remoti e desolati.
[quote layout=”big”]Se avrò un incontro importante, lo avrò nell’atrio del Plaza Hotel, ti nascondi in bella vista.[/quote]
McGowan fornisce anche alcuni suggerimenti sul lavoro sotto copertura che presenta una grande quota di imprevedibilità.
[quote layout=”big”]L’unica garanzia è che nulla andrà come previsto…non indossare calzini a buon mercato – potrebbe essere un errore fatale. E ricorda sempre di lasciare la pistola e portare i cannoli.[/quote]
McGowan oltre a “The Irishman” e “The Departed” ha anche esaminato scene di film altri classici come Le Iene di Quentin Tarantino, Donnie Brasco con Johnny Depp e Al pacino, Quei bravi ragazzi di Scorsese, Scarface con Al Pacino e serie tv come Boardwalk Empire, I Soprano, True Detective e Narcos.
Mike McGowan è co-autore con Ralph Pezzullo del libro “Ghost: My Thirty Years as an FBI Undercover Agent” in cui racconta la sua carriera nell’FBI come agente sotto copertura, periodo in cui ha lavorato ad oltre 50 indagini sotto copertura che hanno visto l’FBI coinvolta in svariate indagini di altro profilo, dall’attentato alla maratona di Boston fino alla missione che ha portato all’arresto di El Chapo, il boss della droga del cartello messicano Sinaloa.
Fonte: Vanity Fair / Irish Central