Dante: video intervista a cast e regista del film di Pupi Avati al cinema dal 29 settembre
Tutto quello che c’è da sapere su “Dante”, il film biografico su Dante Alighieri di Pupi Avati con Sergio Castellitto al cinema dal 29 settembre.
Dal 29 settembre al cinema con 01 Distribution Dante, film biografico di Pupi Avati (Lui mi parla ancora) che narra la vita del sommo poeta Dante Alighieri, interpretato da Alessandro Sperduti, raccontato da Giovanni Boccaccio (Sergio Castellitto), primo biografo del padre della lingua italiana. Nel suo “Trattatello in Laude di Dante” Boccaccio ripercorre gli eventi della sua vicenda umana, una storia molto complessa in un succedersi di luci e ombre destinati in gran parte a rimanere tali.
Trama e cast
La trama ufficiale: Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano
degli Ulivi. Dante è morto in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso le varie corti, con una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da Firenze. Intanto nel capoluogo toscano gli equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento simbolico per la confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo e decapitato decretata ormai quasi mezzo secolo prima dal comune fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta quest’incarico nella convinzione di poter svolgere un’indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l’esule. Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia. Il film racconta la vicenda umana di Dante Alighieri, fra i grandi certamente il più grande e il più noto nel mondo..
Il cast di “Dante” include: Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante giovane), Enrico Lo Verso (Donato degli Albanzani), Alessandro Haber (Abate di Vallombrosa), Gianni Cavina (Piero Giardina), Leopoldo Mastelloni (Bonifacio VIII), Ludovica Pedetta (Gemma Donati), Romano Reggiani (Guido Cavalcanti), Carlotta Gamba (Beatrice), Paolo Graziosi (Alighiero di Bellincione), Mariano Rigillo (Meneghino Mezzani), Valeria D’Obici (Suor Beatrice), Giulio Pizzirani (Dante anziano), Erica Blanc (Gemma Donati anziana), Morena Gentile (Donna gozzuta), Milena Vukotic (Rigattiera).
Dante – trailer e video
Video ufficiale della premiere pubblicato il 21 giugno 2022
L’esclusivo video della première di #Danteilfilm all’Auditorium della Conciliazione di Roma. Numerose le presenze del mondo dello spettacolo e della politica, tra cui il Presidente della Repubblica #SergioMattarella.
Nuovo trailer ufficiale pubblicato il 25 luglio 2022
Video backstage ufficiale pubblicato 15 settembre 2022
Nuove clip ufficiali pubblicate il 19 settembre 2022
Nuove clip ufficiali pubblicate il 21 settembre 2022
Nuova featurette ufficiale pubblicate il 26 novembre 2022
Curiosità
- Il film è scritto e diretto da Pupi Avati da un suo soggetto basato sul “Trattatello in laude di Dante” di Giovanni Boccaccio.
- Il film ha fruito della fotografia di Cesare Bastelli (lei mi parla ancora), del montaggio di Ivan Zuccon (Il signor diavolo) e dei costumi di Andrea Sorrentino (Gli anni belli).
- Le riprese si sono svolte nell’arco di undici settimane tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma.
- Il film, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film con Rai Cinema e il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission.
Note di regia
Attendi tanto. Diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film. Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto. Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell’impegno con Dante ti è rimasto dentro, tampellante, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo. Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l’idea e ti trovi “impreparato” a quell’assenso, a quell’accoglienza. Questo il mio stato d’animo di oggi, a poche ore dall’inizio delle riprese. Che si realizzi nell’Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell’inverosimile. Non oso ancora crederci. A farmi intravedere la possibilità di raccontare quell’essere umano ineffabile che è stato l’Alighieri è stata la scoperta della missione di Giovanni Boccaccio nel 1350: quella di portare a Ravenna, alla figlia di Dante, una borsa di dieci fiorini per risarcirla del tanto male che i fiorentini avevano fatto a suo padre. La gran parte della mia narrazione la debbo quindi allo stesso Boccaccio che di Dante fu biografo e appassionato divulgatore. Il resto è invece frutto di congetture e suggestioni che mi provengono da un ventennio di disparate letture, in una continua consultazione degli esimi dantisti citati in esergo. Nella realtà Dante era entrato nella mia vita dapprima attraverso la lettura di cronisti a lui coevi (Villani, Vellluti, Compagni etc) e dei tanti saggi e le tante biografie accademiche e non. Furono quelle letture a convincermi di come fosse lasciata sul fondo, sfocatissima, la sua umanità, seppure così esplicita… Più o meno in quegli anni lessi “La Vita Nova”, quel prosimetro d’amore che Dante ventenne si trovò a scrivere all’indomani della morte di Beatrice Portinari. Sufficiente a far sì che mi riconoscessi nella gran parte delle emozioni di quel giovane remoto, facessi mio il tentativo di tenere in vita, attraverso la sublimità della poesia, quell’essere celestiale che fu per lui Beatrice Portinari. Poesia il cui appalesarsi avviene in Dante attraverso la sublimazione del dolore: la perdita della madre nella sua infanzia, la morte di Beatrice nellasua giovinezza, la condanna all’esilio del migliore dei suoi amici, nell’età adulta, l’ingiusta dannazione, estesa ai suoi figli, nella maturità. E’ la conferma di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza. [Pupi Avati]
Trattatello in laude di Dante
Nel 1350, dopo quasi trent’anni dalla morte di Dante, Boccaccio si reca a Ravenna per portare alla figlia del poeta (monaca in un convento della città romagnola) 10 fiorini d’oro, come risarcimento da parte della città di Firenze alla memoria del padre, morto in esilio nel 1321. Nel “Trattatello in laude di Dante”, la prima biografia di Dante Alighieri, Boccaccio compie una vera e propria indagine sulla vita del poeta e sulle sue opere, prima tra tutte le Commedia (non solo trascritta dal Certaldese tre volte per intero ma anche commentata pubblicamente a Firenze), offrendoci un racconto affascinante, non privo di ombre e che non sempre coincide con quello dei moderni profili biografici di Dante.
La sinossi ufficiale del libro: Apre il “Trattatello” una sintetica parabola della civiltà. Il destino di Dante è esempio della “pestilenza morale” che affligge la città. Esule, vittima dei tempi che sarebbe in altra situazione “divenuto uno iddio”. Boccaccio compone una vivace immagine dell’Alighieri e tesse la laude della sua poesia, sublime perché sa “comporre scritture che, sotto il velo del significato letterale, celino profondità filosofiche, persino teologica dottrina”. Boccaccio accomuna la scrittura sacra e quella poetica ricordando che poeta è non solo il depositario di una teologica sapienza, ma anche il ministro della verità, interprete e resuscitatore dei valori dell’humanitas.
Il libro “Trattatello in laude di Dante” è disponibile su Amazon.
Filologi Dantisti
“Caro Pupi, sono ancora sotto l’impressione del magnifico film, in cui l’intreccio tra Dante e Boccaccio si svolge con un intensissimo ritmo emotivo, sostenuto da tutte quelle bellissime immagini di vita medievale, ricostruita nella sua evidenza e nella sua verità, nella sua durezza e nella sua purezza, con una così precisa illuminazione di luoghi, di situazioni, di usanze. Nel tuo Dante giovane la passione per la poesia e per la vita sembra come sospesa in una sorta di creativa ingenuità, in un continuo guardare il mondo in totale disponibilità, come cercando insistentemente qualcosa che sfugge e si perde (Sperduti, bravissimo, tante volte guarda, guarda perplesso e attento il muoversi della vita e delle cose e delle persone, partecipe e distante. La ricerca del tuo Dante giovane è replicata in modo del tutto diverso, si direbbe “tardo”, suggestivamente “tardo”, nei movimenti e nelle posture del tuo Boccaccio. Un Dante e un Boccaccio lontani da ogni carattere statuario, eroico, retorico, ma fissati nella loro dimessa umanità, entro cui si cela la tensione verso quel di più promesso dalla poesia e in cui si riconosce il senso della vita. La visione del tuo film è stata una eccezionale esperienza visiva, sentimentale e intellettuale: e spero proprio che abbia il successo e la diffusione che merita”. [Giulio Ferrroni Critico letterario, storico della letteratura, saggista e accademico italiano]
“Caro Maestro, vorrei dirle l’emozione grande che il suo film mi ha dato. Il racconto filmico è di altissimo livello, e accuratissime le ricostruzioni. L’incontro di Dante e Beatrice bambini è di grande delicatezza, e la parte relativa a Dante giovane e Beatrice è davvero suggestiva; bellissima questa Beatrice dolce e silenziosa, che parla con lo sguardo; perché effettivamente la Vita nuova ci racconta un amore di sguardi e di sogni. Ma due momenti mi sono sembrati affascinanti su tutti: il colloquio notturno fra la figlia di Dante e Boccaccio (in tanti glielo avranno detto), e così la scena in cui Boccaccio legge a Romena la lettera di Dante: per chi studia i testi di Dante, per chi vorrebbe vedere una sua carta, quel Boccaccio che tratta la lettera come una cosa sacra, mescolando parole e pianto, è indimenticabile. Sergio Castellitto ha una straordinaria umanità, e una profonda verità, e ci rende un Boccaccio studioso e soprattutto innamorato di Dante, che a lui deve l’amore per la poesia, che è come dire il senso della vita. Grazie di cuore, rimarrà per noi una delle cose veramente belle, da custodire nella mente e nel cuore”. [Giovanna Frosini / Storia della lingua italiana / Direttrice della Scuola di Dottorato Accademica della Crusca Vicepresidente dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio]
“Complimenti! Un film magnifico. Splendido il linguaggio filmico, suggestiva la sceneggiatura, ottima la resa complessiva, al di là di qualche piccola forzatura narrativa”. [Enrico Malato / Professore emerito di Letteratura italiana presso l’Università «Federico II». Ideatore e direttore della Storia della letteratura italiana , dei periodici «Filologia e Critica» e «Rivista di studi danteschi»]
La colonna sonora
- La colonna sonora del film, composta a quattro mani Lucio Gregoretti & Rocco De Rosa, coedita e coprodotta da Edizioni Curci con Concertone Srl. sarà disponibile in digitale dal 30 settembre.
- “Due musicisti vicini anagraficamente e tuttavia lontanissimi uno dall’altro per studi musicali, mondi espressivi, carattere. Complementari nell’evocare un mondo romantico e remoto, Lucio Gregoretti con la sua classicità, Rocco De Rosa con la sua arcaicità” afferma Pupi Avati che ha scelto personalmente i due compositori.
Lucio Gregoretti: Dante è il quarto film di Pupi Avati per il quale ho avuto l’onore e il piacere di comporre la colonna sonora. Si potrebbe pensare che la consuetudine renda il lavoro via via più semplice e scorrevole man mano che si va avanti nella collaborazione attraverso i vari film, ma non è così. O almeno non lo è con i grandi artisti come Avati per i quali ogni nuovo lavoro è una nuova avventura nella quale tutto va inventato da capo, una nuova sfida nella quale non esistono abitudini o cliché. Il lavoro sulla musica è stato lungo, impegnativo e laborioso, ma alla fine abbiamo trovato delle soluzioni musicali che ci sono sembrate soddisfacenti. Spero che lo saranno anche per gli ascoltatori.
Rocco De Rosa: Lavorare con un regista come Pupi Avati è sempre stata per me un’esperienza estremamente stimolante, sia dal punto di vista creativo che umano. Come nei lavori precedenti fatti insieme, anche nel film “Dante” si è creato questo bellissimo scambio. Non è frequente incontrare un autore con la sua sensibilità e la sua cultura musicale. Conoscendoti, lui sa che quello che ti chiede con grande precisione tu lo puoi dare perché è nelle tue corde, devi solo cercarlo. Questa ricerca è la parte più entusiasmante di questo lavoro anche perché all’interno del percorso che ti viene tracciato hai la possibilità di esplorare sonorità e atmosfere diverse e a volte sorprendenti. In questo modo sono nati brani come il tema d’amore di Dante e Beatrice per violino ed archi ma anche polifonie vocali arcaiche o canti ipnotici simili a dei mantra.
- Lucio Gregoretti (Roma, 1961), ha composto opere di teatro musicale commissionate e rappresentate da varie istituzioni tra cui il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Gaetano Donizetti di Bergamo, il Theater Münster in Germania, il Landestheater Salzburg; mentre la sua musica da concerto è stata commissionata ed eseguita da istituzioni come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, l’Accademia Filarmonica Romana, la Mozarteumorchester Salzburg e vari ensemble tra cui Alter ego, Sentieri selvaggi, Music from Copland House. Ha composto inoltre molta musica di scena e colonne sonore per circa un centinaio di produzioni. Dal 2000 collaborando per più di dieci anni e in maniera continuativa e assidua con la regista Lina Wertmüller per la quale ha composto musica per tre film, quattro commedie musicali e vari spettacoli teatrali. In seguito ha composto colonne sonore per film dei registi Pupi Avati (tra cui i recenti Lei mi parla ancora del 2021 e Dante in uscita nel 2022), Carlo Lizzani, Margarethe von Trotta. Ha ottenuto diverse borse di studio e residenze presso varie istituzioni tra cui la Sacatar Foundation in Brasile, le Künstlerhäuser Worpswede e il Künstlerdorf Schöppingen in Germania, The MacDowell Colony e la Aaron Copland House negli USA. È socio della European Film Academy, nel 2013 ha cominciato a insegnare composizione in vari conservatori italiani, e dal 2015 al 2021 è stato presidente dell’Associazione Nuova Consonanza di Roma. Ha studiato al conservatorio “Santa Cecilia” di Roma dove è stato allievo di Bruno Cagli per la storia della musica e si è diplomato in composizione con Mauro Bortolotti, ha frequentato i seminari di Luciano Berio e di Ennio Morricone all’Accademia Chigiana di Siena e ha studiato direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Franco Ferrara.
- Rocco De Rosa è un pianista e compositore lucano, che vive e lavora a Roma dal ‘95. Alla sua attività di compositore per cinema, televisione e teatro affianca quella concertistica, che comprende anche la sonorizzazione al pianoforte di classici del cinema muto (Chaplin, Keaton, Shimitzu, Werckmeister). Tra le sue collaborazioni in ambito cine-televisivo vanno ricordate quelle con Nanni Moretti (Aprile), Luca Miniero (Incantesimo napoletano, Un boss in salotto), Stefano Reali (Il tramite). Per Pupi Avati ha composto la colonna sonora dei film tv “Con il sole negli occhi” e “Le nozze di Laura”. In entrambi questi film le composizioni con sonorità classiche si sono spesso alternate con atmosfere e sapori etnici e world. Sempre per Pupi Avati ha firmato le musiche del film “Dante”, condividendo questo ruolo con il M° Lucio Gregoretti. Numerosi i docu-film realizzati come compositore. Tra questi vanno ricordati “Il futuro” e “L’amore e basta” di Stefano Consiglio, “Fellinopolis” e “Gli angeli nascosti di Luchino Visconti” di Silvia Giulietti, “Il ragazzo con la Leica” di Daniele Cini. Negli ultimi anni ha spesso collaborato con il videoartista Antonello Matarazzo realizzando le opere video “Tres Pasos”, “Dolorem ipsum”, “Flumina”, raccogliendo grandi consensi in numerosi festival internazionali. Dello stesso autore ha scritto le musiche del film “Pablo di Neanderthal”, presentato alla 79° Mostra del cinema di Venezia. In campo teatrale tra i lavori più importanti va ricordato “Misericordia” di Emma Dante. Molto importante nel corso degli anni è stata anche la produzione discografica con dischi intrisi di colori e suoni mediterranei, jazz e world. Tra questi vanno ricordati “Hata”, “Rotte distratte”, “Trammari” e “Sonoaria”. Numerosi gli ospiti presenti in queste incisioni: Ralph Towner, Paolo Fresu, Maria Pia De Vito, Daniele Sepe.
Foto e poster