La bugia bianca: al cinema con i fantasmi della guerra in Bosnia ed Erzegovina
La Bugia Bianca di Giovanni Virgilio arriva al cinema con le vittime inconsapevoli degli orrori della guerra bosniaca
Non ci sono sfumature di grigio tra il bene e il male, negare che il male esista non serve a farlo sparire, così come una bugia resta tale anche se detta a fin di bene.
Parte da questo semplice assunto “La Bugia Bianca” portata sul grande schermo da Giovanni Virgilio, insieme ai fantasmi della guerra in Bosnia ed Erzegovina e una vittima inconsapevole dei suoi orrori che un ventennio ha solo nascosto dietro una pace apparente.
Una giovane vittima come Veronika che pur non avendo vissuto in prima persona le atrocità della terribile guerra che nel ’92 ha investito il suo Paese, è destinata ad infrangere i ritmi rassicuranti delle lezioni all’università, dell’amato violoncello e la tranquilla routine del piccolo borgo della Serbia dove vive con i genitori, una pace apparente, scandita da omissioni e scomode verità sulle terribile guerra di 20 anni prima.
“La Bugia Bianca”, sceneggiata dallo stesso regista con Annalaura Ciervo, prodotta da Movieside Cinematografia e Emc2, distribuita a ASAP Cinema Network, arriva nelle nostre sale dal prossimo 22 ottobre, con la colonna sonora che inglude il brano omonimo di Erica Mou scritto per il film.
Nel cast: Francesca di Maggio, Federica De Benedittis, Carmen Giardina, Isabel Russinova, Alessio Vassallo, Ignazio Barcellona, Nela Lucic, Stefano Pesce, Jean-Michel Martial, Olga Durano, Gianluca Enria, Laura Rapicavoli Carlo Colloca, Mattia D’Eredità.
La bugia bianca: note di regia
“Questo film nasce dall’esigenza di raccontare la storia di una giovane donna, che deciderà di affrontare un dolore con forza e dignità, piuttosto che continuare a nascondersi dietro a menzogne e a verità non dette. Non ci sono sfumature di grigio tra il bene e il male e una bugia è pur sempre una bugia, anche se detta pensando di fare la cosa giusta.
Il contesto storico della terribile guerra che ha colpito la Bosnia-Erzegovina, che aleggia e che viene mostrata con molto rispetto e a piccole dosi all’interno del film, è infatti una metafora, il simbolo più tangibile del male e della cattiveria che si annida vicino e che può colpire in qualsiasi momento, senza preavviso.
La cronaca purtroppo ci conferma ogni giorno che la donna è troppo spesso vittima di soprusi e violenze fisiche e psicologiche, colpita nei luoghi e dalle persone più familiari. La nostra Veronika però non ci sta e si ribella. Vuole sapere la verità, vuole parlarne. Rappresenta per noi la speranza e la fiducia di un cambiamento in meglio nel futuro. Ci vuole molto coraggio ma è possibile.”
Giovanni Virgilio
Via | Movieside Cinematografia