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Everest: un membro della vera spedizione contesta la sceneggiatura

L’autore del libro cui si è ispirato il film “Everest”, nonché membro della vera spedizione, contesta la veridicità della sceneggiatura.

pubblicato 28 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:22

Everest di Baltasar Kormákur racconta l’avventurosa, tragica e vera storia di alcuni escursionisti che hanno sfidato gli elementi per scalare il Monte Everest nel 1996 con pochi membri della squadra che lo hanno potuto raccontare. Uno di questi sopravvissuti, che è interpretato nel film da Michael kelly, è l’autore e giornalista Jon Krakauer che ha scritto della spedizione nel suo libro bestseller “Aria sottile”. Krakauer ha recentemente contestato la veridicità della sceneggiatura riferendosi al film come ad “una balla totale”.

Jon Krakauer si è sentito particolarmente offeso per il modo in cui è ritratto in una scena molto specifica del film (Attenzione perché a seguire ci saranno SPOILER sul film). Dopo che la spedizione è fallita un manipolo di sopravvissuti si fermano ad un campo base e Krakauer era uno di loro. Quando gli escursionisti apprendono che la loro guida (interpretata da Jason Clarke) è ancora viva, a Krakauer viene chiesto di tornare sulla montagna e contribuire a salvare l’uomo. Egli però sostiene che non può perché è affetto da cecità da neve.

Krakauer dice che questa conversazione non è mai avvenuta:

Non ho mai avuto quella conversazione. La nostra guida russa è passata in più tende e nemmeno gli sherpa potevano uscire. Non sto dicendo che avrei potuto o avrei voluto. Quello che sto dicendo è che nessuno è venuto nella mia tenda a chiedermelo.

Questa dichiarazione è stata rilasciata al Los Angeles Times che ha incontrato Jon Krakauer quando Everest veniva proiettato nei multiplex. La sceneggiatura del film è accreditata a William Nicholson e Simon Beaufoy con Krakauer (anche autore di “Nelle terre estreme” da cui è stato tratto il film Into the Wild – Nelle terre selvagge), che ha detto al Times che nessuno lo ha mai consultato sul suo tempo trascorso sulla montagna e che Kelly non si è mai consultato con lui per avere informazioni di prima mano sull’esperienza dello scrittore.

 

 

Krakauer arriva persino a dire nell’intervista che non vorrebbe mai aver intrapreso quel viaggio:

Everest non è vera arrampicata. E’ arrampicata per ricchi. E’ un trofeo da appendere sulla parete. Quando dico che vorrei non essere mai andato, voglio dire questo.

Il regista Baltasar Kormákur ha inviato una comunicazione al Los Angeles Times in cui spiega che l’intenzione della scena doveva essere quella di trasmettere il senso di impotenza dei sopravvissuti in una situazione impossibile e che gli sceneggiatori hanno attentamente letto il materiale di base per trovare “un punto di vista imparziale” da cui raccontare il film.

 

 

Fonte: CinemaBlend / Los Angeles Times