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The Green Inferno: le recensioni Americane e Italiane

“The Green Inferno” sarà piaciuto ai critici? Scopriamolo insieme

di carla
pubblicato 28 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:25

Allora, cari miei, avete visto The Green Inferno? E’ così horror come dicono da essere vietato ai minori di 18 anni? Dopo la nostra recensione, oggi leggiamo insieme i pareri dei critici Italiani e Americani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto solo il 38% di voti positivi. The Green Inferno è diretto da Eli Roth e interpretato da Lorenza Izzo, Ariel Levy, Aaron Burns, Sky Ferreira, Nicolás Martínez.

Dustin Putman – TheFrightFile.com: Eli Roth ha mancato il bersaglio. L’unica cosa spaventosa è il suo cinismo. Voto: 1/4

Martin Tsai – Los Angeles Times: Il film è misurato ed eseguito in modo efficace per saziare la sete di sangue dei fan dell’horror ma i suoi messaggi di fondo sono solo ripugnanti.

Neil Genzlinger – New York Times: Il film è una rivisitazione di quello che viene spesso chiamato il sottogenere cannibale, un ceppo vile di film in cui gli occidentali incontrano le tribù della giungla.

Rafer Guzman – Newsday: Una delizia per le persone con stomaci forti. Voto: 3.5 / 4

Kyle Smith – New York Post: prendete i pop-corn se avete intenzione di vedere “The Green Inferno,” e tenete il secchio per vomitarci dentro. Voto: 1.5 / 4

Steve Rose – Guardian: Nessuno può accusare Roth di non avere coraggio, anche se non ha trovato la ricetta perfetta. Voto: 3/5

Michael Nordine – Village Voice: niente di meno che sangue e budella sembrano avere importanza.

Andrea Chase – Killer Movie Reviews: Roth ha talento per iniettare la giusta nota di umorismo in mezzo all’orrore. Voto: 3/5

Matt Donato – We Got This Covered: The Green Inferno è lo spettacolo cannibale che Roth aveva promesso. Voto: 6/10

JimmyO – JoBlo Movie Emporium: Se siete alla ricerca di un film horror ben girato su una tribù di cannibali, Roth ha fatto un buono lavoro. Voto: 7/10

Francesco Alò – Il Messaggero: (…) Roth torna a usare il viaggio dell’americano ignorante come metafora dell’espansionismo Usa. (…) Chissà se il buon Eli, oltre a Deodato, conosce anche Marco Ferreri. The Green Inferno, infatti, ricorda non poco “Come sono buoni i bianchi” (1988).

Maurizio Acerbi – il Giornale: Eli Roth fa a pezzi (è il caso di dirlo) l’ipocrita perbenismo di certi idealisti rivoluzionari dando fondo a tutto il suo campionario divertito di horror macabro. (…) Evidente il richiamo a “Cannibal Holocaust” di Ruggero Deodato. Sconsigliatissima la visione dopo cena.