Jean-Luc Godard: morto a 91 anni l’acclamato regista della Nouvelle Vague
E’ scomparso a 91 anni Jean-Luc Godard, il regista franco-svizzero pioniere della Nouvelle Vaugue che sfidò le convenzioni del cinema francese e americano.
UPDATE: secondo quanto riportato da una fonte vicina al regista e citata dal quotidiano francese Libération, Godard è ricorso al suicidio assistito in Svizzera: “non era malato, era soltanto esausto”. [fonte Adnkronos]
Jean-Luc Godard, il regista pioniere della Nouvelle Vague, il movimento cinematografico che rivoluzionò il cinema alla fine degli anni ’50 e ’60, è morto all’età di 91 anni. Tra i messaggi di cordoglio, vi riportiamo a seguire quello di Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese.
E’ stata come un’apparizione nel cinema francese. Poi è diventato un maestro. Jean-Luc Godard, il regista più iconoclasta della Nouvelle Vauge, aveva inventato un’arte decisamente moderna e intensamente libera. Abbiamo perduto un tesoro nazionale, lo sguardo di un genio.
Meglio conosciuto per il suo stile cinematografico radicale e iconoclasta, Godard è stato probabilmente il regista francese più influente del dopoguerra in grado di rivoluzionare i film attraverso la sperimentazione, sia attraverso la narrazione che le tecniche di ripresa. Godard ha lasciato il segno con una serie di film sempre più politicizzati negli anni ’60, prima di godere di un rilancio della carriera nei suoi ultimi anni, con film come Film socialisme (2010) e Adieu au langage – Addio al linguaggio (2014) in cui sperimentava la tecnologia digitale.
Nato a Parigi nel 1930, Godard è cresciuto e ha frequentato la scuola a Nyon, sulle rive del Lago di Ginevra in Svizzera. Dopo avewr terminato la scuola nel 1949 ed essere tornato a Parigi, Godard ha trovato un luogo creativamente stimolante nei “cineclub” intellettuali fioriti nella capitale francese dopo la guerra e che si sono rivelati il crogiolo della Nouvelle Vague. Dopo aver incontrato futuri colleghi registi come François Truffaut, Claude Chabrol e Jacques Rivette, durante i suoi esordi come critico cinematografico in cui scrisse per l’influente rivista “Cahiers du Cinéma”, Godard ha criticato il tradizionalismo del cinema francese, che secondo il regista enfatizzava le convenzioni consolidate rispetto all’innovazione e alla sperimentazione. In risposta ad un cinema che non intendeva cambiare, Godard e i critici che avevano le sue stesse idee iniziarono a realizzare i propri film, sfidando le convenzioni non solo del cinema francese, ma anche della Hollywood tradizionale.
Godard ha ricevuto per la prima volta il plauso globale per il suo film del 1960 Fino all’ultimo respiro considerato il film manifesto della Nouvelle Vague, pellicola che valse a Godard un Orso d’argento per il miglior regista al Festival di Berlino. Godard nei suoi lavori fa spesso uso di omaggi e riferimenti alla storia del cinema e spesso le sue pellicole diventano espressione delle opinioni politiche.Durante il periodo della Nouvelle Vague era un avido lettore di filosofia esistenziale e un convinto marxista. Nella sua fase artistica successiva e ne suoi film più recenti, Godard ha inteso invece rappresentare il conflitto umano da una prospettiva più umanista.
In un sondaggio di “Sight & Sound” del 2002 la critica ha eletto Godard terzo tra i primi dieci migliori registi di tutti i tempi. Nel 2010 Godard ha ricevuto un Oscar alla carriera. Il regista è stato sposato due volte, con le attrici Anna Karina e Anne Wiazemsky entrambe apparse in diversi suoi film.
Fonte: Variety