Noi Ce La Siamo Cavata: il docu-film con Adriano Pantaleo in streaming gratuito oggi 13 aprile
Tutto quello che c’è da sapere su “Noi ce la siamo cavata”, il docu-film con Adriano Pantaleo e Lina Wertmueller in streaming gratuito.
Proseguono gli eventi CG Premiere con un nuovo, imperdibile appuntamento: giovedì 13 aprile alle 21.00, grazie a Lo Scrittoio, sarà trasmesso in diretta streaming gratuita “Noi ce la siamo cavata” di Giuseppe Marco Albano. Prima della diretta, il regista Giuseppe Marco Albano e Adriano Pantaleo introdurranno il film al pubblico: il video saluto sarà trasmesso in diretta su CG Premiere e sulle pagine Instagram, Facebook e Youtube di CG Entertainment.
COME PARTECIPARE – Gli eventi esclusivi CG Premiere sono gratuiti e ad accesso limitato: è possibile prenotarsi per partecipare alla diretta streaming dei film da questo indirizzo www.cgtv.it/premiere, previa registrazione alla piattaforma e fino ad esaurimento delle disponibilità.
Noi Ce La Siamo Cavata – Trama e cast
La trama ufficiale: Un furgone giallo gira per le strade di Napoli: a guidarlo è Adriano Pantaleo, che esordì sul grande schermo a 7 anni, tra i giovanissimi protagonisti del film di Lina Wertmuller “Io speriamo che me la cavo”. Oggi che è un attore affermato, è deciso a ritrovare i compagni di quella incredibile avventura per scoprire se anche loro nella vita se la sono cavata. Una réunion in occasione del trentennale del film che diventa un racconto divertente ed emozionante tra passato e presente, ricco di aneddoti e interviste con gli attori professionisti e gli addetti ai lavori che contribuirono al grande successo di pubblico del film. Un ritratto inedito di quella Napoli che, come sosteneva la grande regista scomparsa un anno fa, al di là degli stereotipi, è popolata da tante famiglie “per bene.” In chiusura del documentario l’ultima apparizione in video della stessa Wertmüller, entusiasta dell’idea prospettatale da Albano e Pantaleo nel 2020 di realizzare un documentario che raccontasse il seguito del suo film.
Tra i protagonisti del viaggio: Isa Danieli, Gigio Morra e Paolo Bonacelli, il produttore Ciro Ippolito, il co-sceneggiatore Andrej Longo e la casting director Maria Rosaria Caracciolo, e con i bambini (ormai adulti) della “Terza B” Mario Bianco – Pierfrancesco Borruto – Annarita D’Auria – Ciro Esposito – Dario Esposito – Marinella Esposito – Luigi Lastorina – Carmela Pecoraro – Salvatore Terracciano – Marco Troncone.
Noi Ce La Siamo Cavata – Trailer e video
Curiosità sul film
- “Noi Ce La Siamo Cavata” è diretto da Giuseppe Marco Albano, regista vincitore di due David di Donatello con i cortometraggi Stand by me e Thriller e del Premio Premio Massimo Troisi per il miglior documentario comico.
- Giuseppe Marco Albano dirige “Noi ce la siamo cavata” da una sua sceneggiatura scritta con Adriano Pantaleo e Andrej Longo da un soggetto di Giuseppe Marco Albano e Adriano Pantaleo.
- L’idea di “Noi ce la siamo cavata” è venuta ad Adriano Pantaleo nel 2020 e con l’avvicinarsi del trentennale dell’uscita del film e la consegna dell’Oscar alla carriera a Lina Wertmüller. Adriano Pantaleo e Giuseppe Marco Albano, ne hanno parlato subito a Lina, entusiasta del progetto e che proprio al documentario ha concesso l’ultimo affettuoso contributo poco prima della sua scomparsa nel dicembre 2021.
- Le musiche originali del film sono del compositore Roberto G. Pellegrino (Terra Lucana, Ho Bisogno di te).
- Prodotto da Mediterraneo Cinematografica e Terranera, con il contributo di Regione Campania e la collaborazione di Film Commission Campania, il film, diretto da Giuseppe Marco Albano, scritto con l’attore Adriano Pantaleo e lo scrittore e sceneggiatore Andrej Longo, story editor Cinzia Masòtina- Il film dopo la tappa al cinema sarà poi distribuito on demand da CG entertainment e sarà disponibile sulle principali piattaforme: CG tv, iTunes, Apple Tv, Prime Video, Chili, Google Play, Rakuten.
Note di regia
Mi hanno sempre affascinato i bambini attori, fin da piccolo, quando li osservavo al cinema, sul grande schermo oppure a casa in tv, quando vedevo recitare dei miei coetanei all’interno di un grande film, al fianco di attori e attrici famose. Che sogni può avere un bambino che fa l’attore? Quando diventa un personaggio riconosciuto da tutti già da piccolo, quando ancora non è formato, come si rapporta con il mondo esterno? Ecco le domande che mi sono posto ogni volta che vedevo film in cui c’erano i protagonisti erano dei bambini che avevano la mia stessa età. Uno di questi, che è diventato anche uno dei miei film preferiti, era proprio “Io speriamo che me la cavo”, della grande regista Lina Wertmüller. Oggi raccontiamo una storia nuova, che ha però radici salde in quel film che tutti conosciamo quasi a memoria. Insieme ad Adriano Pantaleo, uno dei piccoli protagonisti del film, abbiamo immaginato di raccontare, a distanza di trent’anni dall’uscita della pellicola, un cammino, quello di Vincenzino il gelataio, oggi un uomo di 38 anni che decide di rintracciare tutti i suoi vecchi compagni del film e farsi raccontare come se la sono cavata. [Giuseppe Marco Albano]
Intervista con Adriano Pantaleo
Da Vincenzino a Adriano Pantaleo, attore di successo. Come è cambiata la tua vita?
“Io speriamo che me la cavo” non è stato soltanto il mio primo film, bensì l’esperienza che mi ha indirizzato totalmente. Avevo 7 anni e da lì la mia vita ha preso una direzione precisa, quel film ha condizionato tutte le mie scelte successive, studi, passione, formazione, perché ho capito sin da subito che amavo fare questa cosa che mi era capitata: recitare. Posso dire senz’altro che quel film è stato il mio “sliding doors”. Se oggi mi ritrovo a fare questo mestiere e ad essere non solo un attore, ma l’uomo che sono, lo devo, in gran parte, a quel mio primo film e a Lina Wertmüller. Il documentario è stata un’esperienza pazzesca, una specie di “seduta di analisi” diffusa e itinerante. È stata anche una riscoperta perché quando ho partecipato come attore al film ero troppo piccolo per comprendere appieno e infatti c’erano tante cose che non ricordavo bene; tutto quello che ci stava accadendo era una magia troppo grande per essere capita da noi bambini.
Come è nata l’idea di questo documentario?
Nel corso degli anni è successo più di una volta che qualcuno mi chiedesse di fare “qualcosa” di inerente al film, ma ho sempre declinato l’invito poiché non ne sentivo la necessità, non credevo fosse il momento giusto. Probabilmente con il passare degli anni, con la “giusta” distanza, con l’anniversario dei trent’anni dall’uscita del film (girato nel 1991 e uscito nel 1992) e con l’Oscar vinto da Lina, ho sentito che era arrivato il momento di onorare quel capolavoro e di rispondere a quelle persone che, ancora oggi, mi riconoscono come “Vincenzino” e mi chiedono che fine abbiano fatto gli altri ragazzi del film.
Il titolo del documentario è un’affermazione: ma quei ragazzini se la sono davvero tutti cavata?
Mario Bianco, Nicola, il bimbo cicciottello che amava le brioche, ha aperto due cornetterie ed un ristorante a Torino. Poi c’è Carmela Pecoraro, Tommasina, con altre esperienze attoriali molto importanti alle spalle, è stata, ad esempio, la protagonista del film “L’ amore molesto” di Mario Martone. Carmela ci racconta, con amore e malinconia, che poi ha deciso di non continuare questo lavoro. Nonostante oggi sia felice madre di tre bambini ci ha confessato che tornando indietro, non avrebbe mollato e ce l’avrebbe messa tutta per continuare. Ciro Esposito è stato l’unico, insieme a me, che ha continuato la carriera attoriale ed oggi è un affermato attore di successo. Ma c’è anche chi ha avuto storie meno fortunate come Luigi L’Astorina, Totò, Marco Troncone, Giustino e Salvatore Terracciano, il Salvatore Scognamiglio del film, che hanno avuto trascorsi di carcere ma oggi sono tutti sposati e padri di famiglia, dunque possiamo dire se la sono cavata con qualche piccola défaillance.
Come si inserisce nel documentario la figura di Lina Wertmüller, scomparsa un anno fa?
Lina è presente sempre, con filmati d’epoca e nei ricordi vivissimi di tutti noi protagonisti. Quando nel 2020 con il regista Giuseppe Marco Albano le abbiamo prospettato l’idea del documentario, lei era entusiasta. E per fortuna siamo riusciti anche a inserire nel film un ultimo “incontro” con quella che è stata l’artefice di tutto questo. Un incontro imprescindibile, che è anche la sua ultima apparizione in video prima di lasciarci. Perché come dice Pino Daniele “ci sono cose che ci lasciano un segno evidente, persone che incontri per caso e poi restano per sempre
Adriano Pantaleo – Note biografiche
Adriano Pantaleo nasce a Napoli il 9 settembre 1983. Debutta al cinema piccolissimo quando, nel 1991, a soli sette anni, Lina Wertmüller lo sceglie come uno dei protagonisti del film Io speriamo che me la cavo. La sua è una formazione da autodidatta che gli permette di fare esperienze formative con grandi maestri come Nikolaj Skorik, Ferruccio Di Cori, Emma Dante, Giorgio Barberio Corsetti, Maria Consagra. Tra i suoi primi lavori le commedia Ci hai rotto papà (1992) e Ferdinando e Carolina (1997), le serie tv Amico mio (1994) vincitrice del Telegatto, Casa Famiglia (1999) e il film Rosa Funzeca (2001) presentato al Festival del cinema di Venezia. Arrivano poi Tutti pazzi per amore (2007/09), Don Diana(2014) e La stoffa dei sogni (2016), candidato a nove David di Donatello e vincitore del globo d’oro come miglior film. Negli anni alla tv e al cinema alterna alcuni ruoli in vari spettacoli teatrali. Nel 2004 è Giacomino in Pensaci Giacomino con Carlo Croccolo per la regia di Livio Galassi. Nella stagione 2007/08 e in quella successiva è invece Kitkat in Gomorra di Roberto Saviano diretto da Mario Gelardi. Con questo ruolo, si aggiudica il premio Girulà come miglior attore giovane. Nello stesso anno è Sanguetta, protagonista dello spettacolo La città perfetta di Angelo Petrella per la regia di Giuseppe Miale di Mauro, con cui debutta al Teatro Festival Italia, ruolo con il quale si aggiudica il premio Landieri come miglior attore giovane della stagione 2010. Nel 2011 è uno dei protagonisti di SANTOS spettacolo di Roberto Saviano. Nel 2012 è ideatore ed attore dello spettacolo teatrale Educazione Siberiana di Nicolai Lilin diretto da Giuseppe Miale di Mauro. Nelle stagioni 2016/17 e 2017/18 è tra i protagonisti dello spettacolo teatrale Il Sindaco del rione Sanità tratto da Eduardo de Filippo per la regia di Mario Martone. E’ inoltre tra i protagonisti della versione cinematografica, diretta sempre da Mario Martone in concorso alla 76ª Mostra del cinema di Venezia. Nel 2017 debutta alla regia con il suo primo cortometraggio Sensazioni d’amore, di cui è anche protagonista, che ha collezionato oltre quaranta selezioni ufficiali in Festival italiani ed internazionali, aggiudicandosi più di venti premi. E’ uno dei fondatori del NEST – Napoli Est Teatro di cui cura la direzione artistica dal 2013. E’ inoltre socio di TerraNera giovane casa di produzione che vanta all’attivo già diversi lavori con cui si è aggiudicata due Nastri d’argento. E’ tra i protagonisti del film Natale in casa Cupiello di Edoardo De Angelis.