Le Petit Piaf: trailer italiano e colonna sonora della commedia musicale di Gérard Jugnot (Al cinema dal 4 maggio)
Tutto quello che c’è da sapere su “Le Petit Piaf”, il film di Gérard Jugnot con Marc Lavoine e Soan Arhimann, vincitore di The Voice Kids Francia, al cinema dal 4 maggio 2023.
Dopo l’anteprima italiana alla 13a edizione di Rendez-Vous, il festival dedicato al cinema francese, dal 4 maggio 2023 nei cinema italiani con No.Mad Entertainment Le Petit Piaf. Una commedia musicale diretta dall’attore e regista Gérard Jugnot (attore in Les Choristes – I ragazzi del coro e regista di film quali Scout toujours… e Boudu) e interpretata da Marc Lavoine, dal piccolo Soan Arhimann, vincitore dell’edizione francese di The Voice Kids, da Stéfi Celma (la Sofia Leprince di Call My Agent Francia), Philippe Duquesne e dallo stesso regista. Il film, vincitore del Premio del Pubblico al Festival Cinéma et Musique de Film de la Baule 2021, è prodotto da Marc-Étienne Schwartz, con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Télévisions e con il sostegno di La Région Réunion.
Le Petit Piaf – Trama e cast
La trama ufficiale: In un villaggio sull’isola della Réunion, Nelson, 10 anni, sogna di diventare un cantante famoso e si è iscritto al programma televisivo Star Kids. La sua amica Mia cerca di trovargli un mentore che lo aiuti a prepararsi per la competizione. La scelta ricade su Pierre Leroy, cantante in tournée sull’isola, che alloggia nell’albergo dove lavora la madre di Nelson. Però l’alchimia non è immediata tra Pierre, solitario e disincantato, e Nelson, orgoglioso e ostinato. Il loro unico punto in comune, l’amore per il canto, sarà abbastanza forte da avvicinarli? Abbastanza forte da ridare entusiasmo a Pierre e permettere a Nelson di convincere sua madre?
Il cast del film: Marc Lavoine, Soan Arhimann, Gérard Jugnot, Stéfi Celma, Philippe Duquesne, Ornela Dalèle, Zakarie Rochette, Perrine Délixia, Eddy Grondin, Vincent Fontano, Francis Convert, Isabelle Delleaux e Jean-Laurent Faubourg.
Le Petit Piaf – Trailer e video
Interviste a cast e regista
Gérard Jugnot racconta la genesi del suo dodicesimo film da regista e perché ha scelto questa storia.
È stato il produttore, Marc-Étienne Schwartz, a offrirmi la regia di Le Petit Piaf. Ne ero elettrizzato, la storia doveva svolgersi in Africa ma la mia non conoscenza di questo continente non mi permetteva di sentirmi completamente leggitimo. Fu poi presa la decisione di adattare la trama alla Reunion, che conoscevo un po’ per averci lavorato. Mi sono offerto di riscrivere il tutto in modo che la storia si svolgesse sull’isola… Con, Serge Lamadie, uno degli sceneggiatori, abbiamo immaginato questo film, dove tutti i colori, le sensibilità e le culture si mescolano, immettendo anche più elementi di commedia. Affronta un tema che mi sta a cuore: la trasmissione. [Mi è piaciuta] l’idea di quest’uomo che non sta bene e che dà una lezione di vita a un ragazzino in cambio ne riceve una. Inoltre, avevo voglia di lavorare insieme a Marc Lavoine, che conosco da tempo grazie a Les Enfoirés. E poi ho avuto un bel incontro con il piccolo Soan Arhimann, che interpreta il protagonista, un ragazzino meraviglioso, un grande cantante…
Jugnot Parla del giovane interprete Soan Arhimann e del suo personaggio Nelson.
È un ragazzino sorprendente, incredibile che mi è stato presentato per interpretare questo ruolo. Soan vive davvero a La Reunion, è molto legato alla sua isola e ai suoi genitori, alla sua famiglia. La cosa interessante è che Le Petit Piaf parla proprio dell’importanza delle radici, degli antenati. Questa idea che siamo qui perché altri sono stati qui prima di noi mi ispira molto: anche qui si parla di nozione di trasmissione. Ma questa volta, sarà il bambino che dovrà insegnare qualcosa a sua madre. La sua sfida, sarà convincere sua madre che lo cresce da sola, che cantare è tutta la sua vita e che è fatto per quello. Tornando a Soan, è un ragazzo intelligente e di talento che vive certo nel suo tempo (quello dei social network), però non è ossessionato dal numero dei suoi followers. Si interessa a molte altre cose, ma soprattutto è appassionato di musica, accompagnato da suo padre fin dall’infanzia, hanno una bellissima complicità. E aggiungo che ho trovato questa freschezza in Ornela e Zakarie, bambini che sono consapevoli del mondo che li circonda, ma che allo stesso tempo sono in qualche modo risparmiati grazie alla lontananza dalla metropoli.
Il regista parla delle riprese accanto a Marc Lavoine, che interpreta il ruolo di Pierre Leroy, cantante un po’ a fine carriera.
Sì, una star degli anni ’90 che oggi è agli sgoccioli della sua carriera ma anche impantanato nella sua vita. Il direttore dell’albergo che interpreto io, un po’ come il mio lavoro di regista, svolgerà discretamente il ruolo di direttore d’orchestra attraverso la storia. Anche la sua situazione non è brillante. Egli combatte eroicamente per evitare il fallimento del suo albergo e il danno sociale che ciò comporterebbe: proporrà a Pierre Leroy una soluzione attraente: 15 giorni di vacanza alla Reunion in cambio di qualche concerto per i suoi clienti. All’inizio del film, Leroy sta sotto terra, piuttosto inacidito ma a contatto con questa banda di ragazzini che vedono in lui il loro coach, ritroverà “la voglia di aver voglia”… Per me è un cugino, non così lontano, dal personaggio di Clément Mathieu del film Les Choristes; oppure come il maestro imparerà tanto, o forse anche più dello studente. Per parlare di Marc Lavoine, direi che è un tipo insopportabile: lui è bello, canta bene, suona bene ed in più – molta gente lo ignora – è estremamente divertente. Non conosco nessuno che sappia tante storie divertenti quanto lui e che le racconti in modo così delizioso.
Racconta la produzione del film iniziata nel 2020 all’epoca del primo lockdown.
Tutto è iniziato al momento della scelta delle location del film. Il mio assistente e il mio manager erano andati sul posto per iniziare a lavorare e poi li ho raggiunti. Ho preso il volo per Saint-Denis de La Réunion un sabato e durante il volo, l’assistente di volo ha informato i passeggeri che il presidente Macron aveva appena annunciato il lockdown generale del Paese per il martedì successivo! Dopo 12 ore di volo, arrivo domenica e invece di riposarmi e aspettare l’indomani, insieme alla mia squadra siamo andati subito a vedere le location già reperite e confermare quelle che saranno poi utilizzate . Dopo 36 ore, ho ripreso il volo per evitare di essere bloccato lì! A luglio 2020 siamo potuti tornare a girare e non è andata troppo male perché a quel tempo l’isola era piuttosto preservata. È dopo che le cose si sono complicate…[Trascorsi due anni vedo il film come una specie di Les Choristes alla creola! C’è l’emozione della musica ma anche della commedia e della tenerezza. Sono molto orgoglioso e sono molto felice di avere ricevuto il Premio del Pubblico al Festival de la Baule. Questo è quello che io chiamo un film “bouldum”, un piccola palla (boule) di umanità (dum) che mostra la vita in meglio. Credo che il cinema che faccio, ti faccia uscire dalla sala avendo riso, essendo stato commosso, toccato… Se facciamo film, è perché spesso abbiamo delle ferite interne da curare. C’è chi te le lancia in faccia attraverso schermi interposti e poi ci sono quelli (me compreso) che assumono queste cicatrici provando a mettere un po’ di rosa sul nero… Quindi sì, avremmo potuto fare un film sociale, molto duro e cupo sui bambini abbandonati, ma ho preferito mostrare che la solidarietà e gli incontri possono cambiare il loro destino. Ne approfitto per salutare Marc-Étienne Schwartz, il mio produttore, che ha osato intraprendere questa avventura donandoci i mezzi per realizzare questo film.
L’attore Marc Lavoine, vocal coach di The Voice, ci parla di Gérard Jugnot, il suo regista e partner per Le Petit Piaf ma anche suo amico nella vita.
Tra Gérard e me è una grande storia e ho sempre pensato che fosse un grande regista. Tutti i suoi film hanno ai miei occhi un profondo fondo sociale, tratta sempre argomenti importanti della vita. I suoi personaggi finiscono sempre rivelandosi e assumendosi le proprie responsabilità. Troviamo tutto questo in Une Époque Formidable, Meilleur Espoir Feminin o Monsieur Batignole per esempio. Insomma, mi piace questo tipo, io lo trovo singolare, commovente… Era da tempo che ci vedevamo, che scherzavamo insieme e a volte ci dicevamo “un giorno qualcuno ci chiamerà per proporci un film !” Alla fine è successo con Le Petit Piaf per cui, inizialmente, Gérard prima era semplicemente un attore per poi diventarne il regista ed è riuscito a portare questa storia nel suo universo.
Lavoine parla del suo personaggio, Pierre Leroy, un cantante che ha vissuto il successo per il tempo di un unico singolo qualche anno fa e il quale è invitato a La Reunion in cambio di concerti.
Sa, ci sono moltissimi cantanti e molti hanno avuto solamente uno o due successi, o cantano nei dancing…Queste sono spesso persone che portano una sofferenza, ma hanno anche una vera gentilezza in loro. Per quanto riguarda Pierre, ha dimenticato questo aspetto della sua personalità. Si è distaccato e si ritrova arenato su quest’isola, un artista diventato un po’ cattivo, un po’ burbero, un po’ cinico e sprezzante. Non guarda più la vita com’è ma la vede nel modo sbagliato. Credo che passiamo tutta la vita cercando di realizzare i nostri sogni d’infanzia: lui li ha lasciati andare via… Quest’uomo ce l’ha con se stesso, probabilmente di aver sbagliato qualcosa con sua figlia. In contatto con questi ragazzini che lo spingono, Pierre ritroverà le cose che aveva perso per strada e che lo prenderanno per il braccio dandogli un’altra possibilità di essere un uomo. Non ho cercato di analizzare questo personaggio: ho provato a metterlo al presente.
Lavoine sul suo giovane collega di set, il piccolo Soan Arhimann, vincitore dell’edizione francese di The Voice Kids.
Un bambino meravigliosamente solare, ma anche molto dotato nella recitazione, specialmente nelle scene commoventi in cui mi ha toccato molto. In realtà non recita davvero: guarda, ascolta e soprattutto capisce velocemente. La cosa grandiosa dei bambini è che non giudicano e non sono indulgenti. Hanno questa capacità di essere più grandi di te ! Crescendo, penso che diventiamo meno audaci, meno coraggiosi… Se parliamo delle riprese, devo ammettere che a volte è difficile lavorare con tre bambini nello stesso tempo perché a volte sono stanchi. Soan, d’altra parte, doveva affrontare la sua notorietà perché è una vera e propria star ne La Reunion da quando ha vinto The Voice Kids ! Quello che ci ha aiutato molto è stata la presenza di suo padre, il musicista che suona il djembe nel film. È un bambino che sta crescendo mentre facciamo il film, un periodo dove il tuo corpo e il tuo stato d’animo cambiano e questo può essere perturbante. Ma lui, come gli altri due giovani attori, sono stati estremamente professionali e adorabili!
Il giovane attore Soan Arhimann sul girare il primo film, il suo personaggio, la collaborazione con Marc Lavoine e il futuro da attore.
E’ un’esperienza che volevo vivere. Mi piace molto il cinema: i film d’azione, le commedie, i film d’animazione, ecc… Dopo la mia partecipazione e la mia vittoria a The Voice kids, la produzione del film Le Petit Piaf mi ha contattato per farmi partecipare al casting. Ero ancora a Parigi con mio padre e abbiamo pensato “perché non provare anche questo? La sceneggiatura parla di un sogno, quello di Nelson che vuole diventare un cantante. E sognare per me è importantissimo, soprattutto se ti dai i mezzi per riuscire. Poi, mi è piaciuto stare sul set di un film: mi piace lo spirito, l’atmosfera molto familiare, soprattutto con la troupe cinematografica di Gérard. Nelson è un ragazzo che ha l’ambizione di diventare un cantante ma che non sa come realizzarla. Farà quindi qualche errore, si perderà nelle sue bugie e inevitabilmente incontrerà un sacco di problemi ! Ma in fondo è gentile e divertente. È abbastanza lontano da me perché non mento mai (soprattutto ai miei genitori!), e in fondo non ho la sua malinconia. Direi che sono piuttosto felice: amo la vita! Ho incontrato Marc prima di girare Le Petit Piaf: era venuto a fare tre concerti alla Reunion. Sono andato a vederlo a Saint-Gilles-Les-Bains e gli avevo parlato dopo lo spettacolo. E’ in quel momento che ci siamo resi conto che avremmo recitato nello stesso film ! Ovviamente abbiamo parlato molto di musica, di The Voice e di The Voice kids, ma anche della sua carriera di artista, dei miei sogni ed infine di cinema. Marc mi ha dato molti consigli…[Per quanto riguarda il futuro] di recente ho partecipato ad un altro casting per un film e uno per una serie. Ma continuo anche nella musica: preparo il mio primo album per la Universal.
Le Petit Piaf – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Jean-François Berger al suo primo lungometraggio cinematografico dopo aver musicato i documentari televisivi Nunavik (1997), Kitikmeot (1998) e Femmes du Monde (2006).
- La colonna sonora include il brano “Mon Péi” interpretato da SOAN (Soan Arhimann) con l’attore e cantante Marc Lavoine.
La canzone Mon Péi che ascoltiamo lungo tutto il film parla di questa isola è straordinaria e ho capito trascorrendo del tempo lì come il suo nome le si addice perfettamente: La Réunion… Ci ero stato diverse volte a cantare ma, sorvolandola ho capito molte cose. Le persone che l’hanno popolata sono arrivate via mare e con le barche che trasportavano gli schiavi. Tutto questo è ancora molto presente e molto importante. – Marc Lavoine
1. Générique début (Mon peï) 2:22
2. Les beignets de Zizou 1:20
3. Ma meilleur (SOAN) 2:49
4. Pierre visionne le clip 0:53
5. Retour à l’hotel 0:28
6. Tout le monde dort 0:44
7. Premier succès en public 0:48
8. La fugue de Nelson 2:38
9. Nelson erre dans la rue 1:50
10. Nelson rentre à la maison 0:58
11. Starkid 2:56
12. La révélation 1:55
13. Chanter (SOAN, Marc Lavoine & Stéfi Celma) 4:08
14. Mon péi (SOAN & Marc Lavoine) 2:46
15. Je ne sais rien de toi (Marc Lavoine) 3:20
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