La Versione di Anita: trailer del film di Luca Criscenti che racconta Anita Garibaldi (A cinema dal 1° giugno)
Tutto quello che c’è da sapere su “La versione di Anita”, il film di Luca Criscenti che racconta Anita Garibaldi al cinema dal 1° giugno 2023.
Dal 1° giugno nei cinema d’Italia con ExitMedia La versione di Anita, il film di Luca Criscenti che ruota intorno a Luciana, una giovane spagnola da poco arrivata a New York, in fuga dal proprio passato. È sola, senza documenti e il suo unico scopo è trovare un modo per guadagnare quel tanto che le permetta di sopravvivere nella Grande Mela. Un giorno riceve una proposta economicamente irrifiutabile. Per 2.000 dollari andar vestita elegante a una festa esclusiva: nessun contatto fisico, solo “reggere il gioco” degli ospiti. Luciana accetta ma la festa conduce a una stanza misteriosa: la suspense va oltre ogni immaginazione.
La versione di Anita – Trama e cast
Anita. Il coraggio di una donna che combatte per la libertà.
Nata in Brasile nel 1821 e morta in Italia a soli 28 anni, quattro volte madre, Anita Garibaldi ha vissuto una vita avventurosa e ha combattuto battaglie cruciali per la libertà dei popoli brasiliano e italiano. Eppure, nell’immaginario di molti è sempre stata solo la moglie fedele dell’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi. E invece, scavando nella sua biografia, con un’analisi rigorosa, alla luce delle più recenti ricerche, scopriamo una donna autonoma, indipendente, capace di scelte difficili e spesso scomode. L’edizione integrale de La versione di Anita ci porta, con una chiave inedita e un linguaggio di straordinaria modernità, a rileggere una vicenda storica che ancora oggi deve essere rivelata. Raccontandone la vita a 200 anni dalla nascita, ripercorriamo la sua biografia da una prospettiva nuova, con la sua voce, con i suoi occhi e dal suo personalissimo punto di vista.
Anita è tornata. Per raccontare la sua storia.
Il cast include Flaminia Cuzzoli (Anita), Lorenzo Lavia (Garibaldi), Marino Sinibaldi, Silvia Cavicchioli, Maurizio Maggiani, Leticia Wierzchowski, Roberto Balzani, Adilicio Cadorin e con la partecipazione di Annita Graibaldi Jallet.
La versione di Anita – Trailer e video
Curiosità sul film
- Luca Criscenti dirige “Anita” da una sua sceneggiatura scritta con Silvia Cavicchioli e Daniela Ceselli.
- Il cast tecnico: Fotografia di Luca Gennari / Montaggio Emanuele Redondi & Nicola Moruzzi / Fonico Alberto Fontana / Mix Audio Jan Maio / Grafiche e Vfx Nicola Pratali / Colorist Mauro Vicentini & Leonardo Siniscalco / Scenografia Francesca Lelli / Costumi Monica Mulazzani.
- Le musiche originali del film sono di Ginevra Nervi, Marta Lucchesini, Kyung Mi Lee e Maria Rosaria Convertino.
- Il film è prodotto da Luca Criscenti e Juan Zapata. Paolo Lanari e Karina Jury sono i produttori esecutivi. Produttore creativo Emanuela Tomassetti. Produzione Land Comunicazioni, Zapata Filmes. Con il contributo di Programa Ibermedia, Emilia Romagan Film Commission, RAI Documentari, Ministero della Cultura.
Note di regia
Chi parla è Anita. In una storia narrata in prima persona, a duecento anni dalla sua nascita. Una storia in cui la giovane eroina brasiliana, Ana Maria de Jesus Ribero da Silva, racconta la sua vita di donna, di combattente, di moglie e di madre. Parla alla radio, in una lunga intervista condotta da Marino Sinibaldi, interprete di sé stesso; parla al compagno della sua vita, Giuseppe Garibaldi, in incontri in cui si chiariscono meglio alcuni aspetti della loro relazione; parla agli storici che accompagnano la narrazione, sottoponendo ad analisi critica le “verità” di cui è stata fatta oggetto e mettendo in discussione le fonti; parla a se stessa, rievocando i momenti più intensi di una vita breve ma avventurosa. Ma, soprattutto, Anita parla al pubblico, che finalmente può ascoltare quella storia dalla viva voce della protagonista. Lo fa in modo diretto, senza sconti, senza censure, guardando fisso dentro l’obiettivo. Un racconto che stabilisce un ponte tra due epoche, tra ieri ed oggi, attualizzando una vicenda che dice molto anche del nostro presente. Una storia in cui documentario e finzione si rincorrono per dare spazio ai paesaggi, ai “luoghi di Anita”, ai documenti, alle citazioni di testi letterari, alle pitture, alle fotografie, ai monumenti, ai cimeli, perfino al repertorio cinematografico, che entra nella narrazione proprio come documento e che Anita analizza con piglio critico e con una forte dose di ironia. Nel film, infatti, troviamo delle “citazioni” di Anita Garibaldi del 1910, il primo film a lei dedicato, di Camicie rosse di Goffredo Alessandrini, del 1952, con Anna Magnani nei suoi panni, fino al Cinegiornale Luce che mostra la traslazione della sua salma da Nizza a Roma e l’inaugurazione del suo monumento in Italia. Linee narrative diverse, che si intrecciano, per far emergere la figura di una donna veramente unica: una ragazzina analfabeta, di famiglia umile, una figlia della pampa, capace però di guardare avanti con un coraggio incredibile, di attraversare l’oceano, di combattere battaglie di popoli diversi, in continenti diversi, e di morire per degli ideali in cui davvero credeva. Un raro esempio di libertà, in grado di parlare ai ragazzi e alle ragazze di oggi, di valori sempre vivi e di un mondo senza confini. [Luca Criscenti]
Note di produzione
L’idea di un documentario dedicato ad Anita Garibaldi nasce dalla lettura del libro Anita. Storia e mito (Einaudi, 2017) di Silvia Cavicchioli. Un lavoro la cui forza risiede nel confronto serrato tra la vita di una donna unica nella storia italiana e mondiale e il racconto che di lei è stato proposto, nelle diverse epoche, secondo necessità e convenienze. Anita ha finito per assumere, di volta in volta, caratteri diversi: donna libera e coraggiosa, madre e moglie esemplare, compagna fedele fino alla morte dell’eroe dei due mondi. E molto altro ancora. Si è provato persino a dire che sia stato Garibaldi ad ucciderla, in un momento di estrema difficoltà. Una leggenda nera senza fondamento ma che ha avuto un suo seguito. Il film si è proposto di colmare il gap tra il poco che sappiamo dalle fonti e quanto è stato scritto nelle cronache, nelle biografie, nei romanzi. Con un punto di vista sorprendente, facendo parlare l’unica persona che in questa vicenda non ha mai avuto diritto di parola: Anita stessa. Dandole voce oggi, a 200 anni dalla nascita, per farle raccontare la sua versione dei fatti e per capire oggi Anita da che parte starebbe. In fase di scrittura si è lavorato a più mani. Al regista, Luca Criscenti, forte di una lunga esperienza di documentarista, si sono affiancate la storica Silvia Cavicchioli (Università di Torino, Direttore artistico del Museo del Risorgimento di Torino) e Daniela Ceselli, sceneggiatrice di grande esperienza nel cinema. Da una parte la certezza di un lavoro storicamente fondato, dall’altra una piena libertà inventiva. L’impianto produttivo ha avuto l’input quando l’Emilia-Romagna Film Commission ha deciso di finanziare il progetto, anche per la popolarità di cui gode Anita in quella parte della Romagna dove, il 4 agosto 1849, ha trovato la morte. Ma era importante raccontare anche la storia sudamericana del personaggio, tornando alle sue origini, al Brasile dove era nata e dove aveva cominciato le sue battaglie al fianco di Garibaldi, e all’Uruguay, dove pure ha vissuto con i quattro figli. Land Comunicazioni ha cercato un co-produttore, trovandolo in Zapata Filmes di Juan Zapata, società forte di una lunga esperienza nei documentari e nel cinema. Una company di Porto Alegre, nel sud del Brasile, proprio la regione dove la protagonista ha mosso i suoi primi passi.
La sinossi ufficiale del romanzo: Ad Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva (1821-1849), nota ai più come Anita Garibaldi, è stato dedicato un vasto numero di pubblicazioni. Si tratta in gran parte di biografie romanzate e costruite intorno allo stereotipo della guerriera ribelle, compagna dell’eroe romantico per eccellenza; e inoltre di romanzi d’appendice, versi poetici, ritratti, monumenti, opere cinematografiche e teatrali, soap opera. Ma quanto sappiamo davvero di Anita Garibaldi? Rispondere non è semplice a causa della triplice condizione sfavorevole di donna, popolana e analfabeta. Ai rarissimi documenti del periodo sudamericano si sommano infatti sporadici segni diretti del suo pensiero; mentre la condizione di compagna di uno degli uomini più famosi della storia moderna ha fatto si che la sua vita sia sempre stata narrata a partire da quella di Garibaldi e come riflesso di questa, con le distorsioni del caso. Colmare lo scarto tra l’invenzione romantica e la figura reale e vissuta di Anita è uno degli obiettivi di questo lavoro, che non si propone solo di raccontare la sua scarna biografia. Ma anche, per la prima volta, di restituire in maniera analitica la conservazione della sua memoria, la nascita del suo mito e la genesi di rappresentazioni rilevanti nella simbologia patriottica dall’unificazione italiana al fascismo: un’epopea costruita a partire dal crollo della Repubblica romana e dalla fuga epica di Garibaldi nel 1849, che ha conferito alla donna un ruolo di rilievo nella mitografia garibaldina.
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