Italian Gangsters: storie criminali nella sezione Orizzonti di Venezia 2015
Viaggio nelle storie criminali eccentriche e intriganti d’Italia con solisti del mitra, anarchici gentili e rapinatori gentiluomini
Gli Orizzonti della settima arte, protagonisti della sezione più sperimentale della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del Cinema di Venezia, si preparano a portare sul grande schermo della Sala Web anche il surreale “falso documentario” trasteverino delle “Pecore in erba” di Alberto Caviglia e il docu-film sulla criminalità “Italian Gangster” di Renato De Maria.
Un viaggio inedito in un trentennio di storie violente italiane che rivivono con nomi e volti di criminali eccentrici e intriganti, consacrati da cinema e cronaca, attraverso filmati d’epoca del Luce, interviste, le penne di Enzo Biagi, Giorgio Bocca o Indro Montanelli, la library della Rarovideo e film di genere, da “Svegliati e uccidi (Lutring)” di Carlo Lizzani (nel video di apertura a “Milano Calibro 9” di Fernando Di Leo, da “La banda Casaroli” di Florestano Vancini a Bava, Petri e Bellocchio.
[quote layout=”big”]«Sono nato a Milano… il 30 dicembre del 1937, mi chiamo Luciano Lutring, soprannominato nella malavita e nel milieu “Il solista del mitra”»[/quote]
L’inizio del viaggio nel tempo che inizia con l’attore bresciano Luca Micheletti e Luciano Lutring, «il solista del mitra» autore di rapine miliardarie con l’arma nascosta nella custodia del violino, graziato dal presidente francese Georges Pompidou e l’italiano Giovanni Leone.
Il Lutring, criminale, poi pittore e scrittore, noto anche come «il Dillinger italiano», al quale nel 1966 Carlo Lizzani dedicò “Svegliati e uccidi” con Gian Maria Volontè come protagonista, mentre Alain Delon in Francia ne interpretò il personaggio ne “Lo zingaro” di José Giovanni.
Un celebre criminale in buona compagnia di Horst Fantazzini, «il rapinatore gentile» simbolo d’una vita al confine tra piccoli reati e anarchia che a 62 anni voleva rapinare una banca in bicicletta e impugnando pistole-giocattolo citava Brecht: «Fondare banche è più immorale che rapinarle», al quale nel 1999 Enzo Monteleone ha consacrato “Ormai è fatta!”, con Stefano Accorsi nei panni dell’anarchico che sorrideva agli impiegati di banca, pregandoli di consegnare il malloppo.
Nel gruppo anche Ezio Barbieri, «il bandito dell’Isola» a capo della banda dell’Aprilia nera che negli anni ’40 è arrivato a distribuire bottino tra i poveri di Milano; Pietro Cavallero a capo della banda che negli anni ’60 terrorizzava le banche del nord; Luciano De Maria, «il bandito gentiluomo» che nel ’58 firmò la rapina di Via Osoppo a Milano con la sola, grande regola di non uccidere.
Storie criminali sospese tra miseria del dopoguerra e boom economico, facce poco raccomandabili e personaggi romanzeschi, racconti delle imprese più eclatanti della nostra mala e trasformazioni sociali che hanno attraversato il Paese, su soggetto e sceneggiatura di Renato De Maria con Valentina Strada e Federico Gnesini, prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà in associazione con Minerva Pictures.
Via | Istituto Luce Cinecittà