Stasera in tv: “Per tutta la vita” con Fabio Volo su Rai 2
Rai 2 stasera propone “Per tutta la vita”, commedia del 2021 di Paolo Costella con Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Carolina Crescentini, Claudia Gerini, Paolo Kessisoglu e Fabio Volo.
Per tutta la vita, su Rai 2 la commedia corale di Paolo Costella (A Natale mi sposo) co-sceneggiata da Paolo Genovese (Pefetti sconosciuti) e interpretata da Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Carolina Crescentini, Claudia Gerini, Paolo Kessisoglu e Fabio Volo.
Per tutta la vita – Trama e cast
Ambra Angiolini: Sara
Luca Bizzarri: Edo
Carolina Crescentini: Giada
Claudia Gerini: Viola
Paolo Kessisoglu: Mark
Filippo Nigro: Andrea
Claudia Pandolfi: Paola
Fabio Volo: Vito
Euridice Axen: Delia
Edoardo Brandi: Giulio
Ivana Monti: Ippolita, madre di Andrea
Renato Scarpa: Emilio, padre di Andrea
Pamela Villoresi: Angela, madre di Paola
Bebo Storti: avvocato di Vito
Viviana Colais: avvocato di Sara
Imma Piro: giudice
Ignazio Oliva: Don Giacomo
Alfredo Pea: maitre
Massimiliano Franciosa: regista radio
Cristina Moglia: direttrice Saccomanno
Per tutta la vita – Trama e trailer
“Finché morte non vi separi…” E se invece della morte a separarvi fosse un giudice che dichiara nullo il vostro matrimonio dopo aver scoperto che il pretino che vi ha sposato non era un vero prete? Se vi capitasse di dover dire di nuovo “sì”, dopo anni dalla prima volta, come vi comportereste? È quello che succede a tante coppie che scoprono di non essere mai state sposate. Quattro, in particolare, sono le coppie le cui vicende, intrecciate tra loro, seguiamo con maggiore interesse e curiosità, con la tensione che cresce mano a mano che il fatidico giorno in cui ripromettersi amore eterno si avvicina. Il secondo fatidico “sì” segnerà per tutti l’inizio di una nuova vita. Più felice? Più libera? Di sicuro più consapevole.
Per tutta la vita – Trailer e video
Curiosità sul film
- Paolo Costella (Matrimonio al Sud, Un Natale a 4 Zampe, Baciato dalla Fortuna) dirige “Per tutta la vita” da una sua sceneggiatura scritta con Paolo Genovese (Perfetti Sconosciuti) e Antonella Lattanzi (Il campione).
- Il team che ha supportato il regista Paolo Costella dietro le quinte ha incluso il direttore della fotografia Fabrizio Lucci (Immaturi), il montatore Patrizio Marone (Rosso Istanbul), la scenografa Ivana Gargiulo (Mio fratello rincorre i dinosauri), la costumista Gemma Mascagni (L’ultima ruota del carro).
Paolo Costella – Note biografiche
Il regista Paolo Costella debutta come sceneggiatore nel 1987 con Bellifreschi e Bye bye baby, seguono La carne (1990) presentato in concorso alla 44a edizione del Festival di Cannes), Ricky & Barabba (1992); Nel 1999 la prima regia per il cinema, Tutti gli uomini del deficiente, di cui è anche sceneggiatore. Nel 2005 scrive e dirige il documentario La libertà di Jaana sulle prigioni aperte in Finlandia. Negli anni che seguono cura anche la regia di Amore con la S maiuscola (2002), A Natale mi sposo (2010), Baciato dalla fortuna (2011) e Matrimonio al Sud (2015).
Nel 2016 scrive insieme a Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paola Mammini e Rolando Ravello la sceneggiatura di Perfetti sconosciuti, regia di Paolo Genovese. Nel 2018 scrive con Gabriele Muccino la sceneggiatura di A casa tutti bene, regia dello stesso Muccino (David dello Spettatore 2019, Candidatura per il Miglior Film e per la Migliore Sceneggiatura ai Nastri d’argento).
Nel 2020, sempre insieme a Gabriele Muccino, scrive la sceneggiatura de Gli anni più belli, regia di Muccino (Candidatura per il Miglior Film ai Nastri d’Argento). Per Paolo Genovese scrive, insieme allo stesso Genovese e a Rolando Ravello, le sceneggiature di Supereroi e, insieme a Genovese, Ravello e Isabella Aguilar, de Il primo giorno della mia vita. Sempre nel 2020, per Liliana Cavani scrive, insieme alla stessa Cavani e a Carlo Rovelli, la sceneggiatura de L’ordine del tempo, liberamente tratto dall’omonimo libro di Rovelli.
Note di regia
Cosa faremmo tutti noi se un giorno ci dicessero che il nostro matrimonio non ha più alcun valore – che non lo ha mai avuto, anche se solo da un punto di vista formale – e che dobbiamo tornare davanti all’altare per promettere di nuovo amore eterno a chi pensavamo essere nostra moglie o nostro marito e risulta invece ora un perfetto estraneo? Quando abbiamo cominciato a scrivere e siamo andati alla ricerca di possibili risposte a questa domanda – curiosa, all’apparenza semplice, leggera – ci siamo resi conto che le storie che potevano nascere erano tante – non sempre così leggere, a dir la verità – almeno quante sono le insidie che si possono nascondere in relazioni spesso solo apparentemente risolte. Il mio desiderio è stato da subito di andare al cuore delle vicende, saltando preamboli ed epiloghi, concentrarmi nel frammento di vita in cui i personaggi si ritrovano ad affrontare questa pausa di riflessione forzata, seguirli con discrezione, adottando uno sguardo silenzioso, diretto; nascondermi all’interno delle loro case, spiando nella loro intimità, aspettando i momenti in cui la crisi – prima o poi, ineluttabilmente – sarebbe esplosa. Eppure il film non era solo questo, era qualcosa di più. Lo avevamo intuito in scrittura, ma solo durante le riprese e al montaggio ho fatto davvero i conti con la vera scommessa che mi aspettava. Quando ho capito che stavamo raccontando tante coppie, tante storie, ma che l’emozione doveva essere una sola. Perché il racconto della crisi delle coppie, tutte tra loro così lontane e diverse, era in realtà un’unica storia. Solo così il film avrebbe reso giustizia alla domanda da cui partiva. Anche perché dietro a tutto questo si nasconde un tema potente, quello della seconda possibilità che la vita – ogni tanto, non sempre, in questa storia fortunatamente sì – ci offre. Perché cambiare richiede impegno e fatica. Ma la sensazione di ricominciare, quando ce la facciamo, ci regala una vitalità impagabile, inebriante. Nel film, ma anche in quello che sta succedendo a tutti noi, in questo strano periodo di ripartenza delle nostre vite. [Paolo Costella]
Intervista a regista e sceneggiatore
Che cosa le stava a a cuore raccontare?
Paolo Costella: Sono partito da un articolo di cronaca su una coppia che aveva scoperto di essere stata sposata da un finto prete e che ovviamente si è vista annullare il matrimonio. Paolo Genovese ed io abbiamo cercato di dar vita a qualcosa che somigliasse a un genere da tempo in voga in America che va sotto il nome di What if cioè Cosa succederebbe se. Nel caso specifico ci siamo chiesti se poteva trattarsi soltanto di un incidente formale e presto abbiamo capito che le risposte potevano erano interessanti. Partendo da una pausa di riflessione forzata di quattro coppie che si ritrovano a dover celebrare nuovamente le loro nozze perché il sacerdote del tempo non era un vero prete. Abbiamo cercato così, con l’ulteriore apporto di Antonella Lattanzi, di mettere a fuoco delle storie interessanti e di riflettere su temi importanti. Abbiamo voluto portare in scena argomenti come la mancanza di un figlio, la genitorialità in generale, la scelta di una coppia che decide di “diventare” famiglia considerando un passaggio che può sembrare naturale o nascondere ombre e problemi; e ancora la fine di una storia d’amore, a proposito della quale si tenta di capire se sia possibile provare a riprenderla o se sia giusto “mollare”. Se le seconde occasioni che la vita offre diano la possibilità di ripartire con una marcia diversa. Il tentativo è stato quello di mettere in campo diversi punti di vista e ritrovarne in ognuno di questi aspetti uno originale come, per esempio, la vicenda di una donna che messa davanti al fatto di diventare madre non reagisce in modo così naturale come avrebbe pensato. Un tema delicato, questo, che abbiamo cercato di far diventare normale. Per quanto riguarda l’argomento “tradimenti”, invece, non abbiamo tanto raccontato l’intreccio quanto la possibilità di capire se ci possa essere l’occasione di cambiare la propria vita: per i personaggi interpretati da Fabio Volo e Ambra Angiolini, Vito e Sara, non si tratta soltanto di decidere se possono o vogliono tornare a stare insieme ma riflettere e pensare se ci vuole più coraggio (per lui) nel credere nella nuova storia d’amore che si sta consolidando o nel confrontarsi con quella precedentemente chiusa ma che potrebbe riaccendere o rianimare.
Come è è nato il progetto, che cosa i vi siete ripromessi, che tipo di lavoro avete fatto sul copione e sulla messinscena?
Paolo Genovese: Nasce dalle solite chiacchiere tra amici alla ricerca di storie interessanti da raccontare. Il tema delle seconde opportunità che la vita offre è sempre stimolante: a volte se non succede niente di eclatante rischiamo di non riflettere mai sulle scelte fatte in passato. In questo caso il rischio di vedersi annullare il proprio matrimonio ci è sembrato subito un meccanismo importante da esaminare attraverso il racconto di una serie di coppie costrette a una riflessione sulla propria vita che va al di là del meccanismo del semplice errore burocratico. Alcune persone si ritrovano non più sposate, senza nessun legame ufficiale e sono costrette a una scelta sostanziale. Ciascuno di loro si ritrova a considerare a che punto si è arrivati e se, al di là della formalità del matrimonio, ha ancora senso stare insieme. Abbiamo scelto di portare in scena quattro coppie molto diverse tra loro per porre quattro diversi interrogativi sulle differenti crisi che possono riguardarle…abbiamo puntato a una riflessione sulle coppie intrapresa da vari punti di vista: sono molto diverse tra loro. Una è formata da due persone già separate che potranno valutare se aveva avuto senso o meno lasciarsi (Fabio Volo e Ambra Angiolini), un’altra si è adagiata e “seduta” e dà tutto per scontato, prigioniera delle abitudini (Paolo Kessisoglu e Claudia Gerini), un’altra ancora (Filippo Nigro e Claudia Pandolfi) ci racconta come il desiderio di un figlio possa trasformarsi in un detonatore pronto a far saltare la coppia se i punti di vista sono diversi. Sono tutti temi importanti su cui Costella ed io ci siamo confrontati intraprendendo un viaggio stimolante e curioso all’interno delle problematiche della vita a due.
La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Lele Marchitelli (Volevamo essere gli U2, Alla rivoluzione sulla due cavalli Sono pazzo di Iris Blond, La grande bellezza, È stata la mano di Dio).
- Le musiche del film sono dirette da Marcello Sirignano, orchestrate da Lele Marchitelli & Marcello Sirignano ed eseguite dalla Roma Film Orchestra per la Digital Records S.r.l..
- Musicisti: Pianoforte (Rossano Baldini), Violoncello (Kyung Mi Lee), Viola (Lorenzo Rundo) Secondo Violino (Valentina Del Re) e Primo Violino (Leonardo Spinedi).
- La colonna sonora include i brani: “Let Her Go” e “The Way That I Love You” dei Passenger, “La prima volta” dei Negramaro.