Giffoni 53: l’incontro con Antonio Albanese (video)
Dal Giffoni Film Festival 2023 l’incontro con i ragazzi della Truffaut, del regista, attore, sceneggiatore e comico Antonio Albanese.
Cinquantonove candeline di talento e simpatia. Antonio Albanese ci soffia sopra con straordinaria autenticità nella Sala Verde della Multimedia Valley. In programma uno dei workshop di punta della sesta giornata di Giffoni 53. I ragazzi in shirt arancione sono pieni di curiosità sulla vita professionale del poliedrico artista originario della provincia di Lecco. E con le loro domande su aspetti tecnici e personali si appoggiano a un registro di conoscenza che non ha altro inchiostro di scrittura se non la volontà di imparare tutto il possibile nel frammento di un incontro.
“Sono nato in una famiglia di operai, originaria della Sicilia ed emigrata al Nord per lavoro, potrei dire per fame” esordisce Albanese. “Fino ai ventidue anni sono stato un discreto fresatore e tornitore. Frequentavo l’istituto tecnico serale per prendere il diploma. Ad un certo punto ho lasciato il certo per l’incerto. Merito di un corso serale di teatro consigliato da una mia amica durante il quale ho colto la meraviglia di questo mondo”.
Le porte girevoli della vita non hanno mai voltato l’anta ad Albanese. Ma la strada per lui, uomo dai natali umili, è sempre stata in salita anche quando la buona sorte guardava fisso nei suoi occhi: “Alla scuola di arte drammatica fui preso tra una rosa di cinquecento candidati. Ero felicissimo ma vivevo a Milano e non era facile mantenersi. Al secondo anno volevo lasciare per ragioni economiche. Proprio in quella fase di disperazione è nato il personaggio di Epifanio, con uno spostamento di ritmo e spina dorsale da drammatica a comica. Comincio così a guadagnare i primi soldi e da lì la mia carriera non si è più fermata”.
Albanese ha alle spalle inizi “difficili” che proprio questo definisce “indimenticabili”. Un cammino lastricato di costante studio e di un lavoro sul campo che molto spesso occupa per intero le sue giornate. “Questa professione ha bisogno di un impegno totale” sottolinea. “Io sono stato molto fortunato perché ho incrociato persone che avevano tante cose da insegnare, non like da esibire. Penso al direttore dell’accademia Riccardo Palazzi, solo per citarne uno. Guide autorevoli senza le quali non sarei quello che sono oggi”. E oggi, Antonio Albanese, è un attore con trent’anni di robusta e prestigiosa carriera.
Nel suo profilo curriculare ruoli comici e impegnati, drammatici, talvolta in un tale rapporto di contenimento reciproco da sembrare un corpo unico a più strati di pelle autoriale. “Prendo ispirazione dalla vita che mi circonda” specifica Albanese. “Sono molto curioso e mi piace frequentare anche gli ambienti lontani da me, quelli più strambi e magari anche antipatici per “rubare” comportamenti e modi di essere. I miei personaggi sono nati tutti così”. E di personaggi ne ha dati alla luce davvero tanti e rldi successo.
Da Alex Drastico a Cetto La Qualunque. Da Pier Piero a Frengo al Ministro della Paura. Una miscellanea di umanità con la quale ha fermato il tempo nel momento della intuizione: “Sono maschere che raccontano spaccati reali di esistenza. Un attore ha bisogno di maschere, anche se poi deve essere consapevole che con il passare del tempo anche la sua maschera può cambiare. Parlo di un cambiamento fisico che riguarda corpo e volto, in virtù del quale può risultare meno adatto a immedesimarsi in determinati personaggi”.
Albanese ha un grande amore per il teatro. Il suo autore di riferimento è Karl Valentin, commediografo tedesco scomparso nella prima metà del Novecento, il cui monologo sull’acquario contenuto nella raccolta TingelTangel “mi ha segnato nel profondo”. Sul piano più generale della scrittura ha invece letto e riletto i testi di Simenon, per il quale ammette di essere pazzo di stima. “I grandi maestri ci aiutano a crescere, a migliorare, a tirare fuori il meglio di noi. In generale il rapporto con gli altri è fondamentale e un artista non deve mai mettere le distanze dalla vita reale. Allo stesso tempo, però” afferma rivolgendosi ai giffoner “non fatevi mai influenzare negativamente dal giudizio di chi vi sta intorno. Credete fino in fondo nei vostri sogni e inseguitili senza perdere tempo e senza mollare”.
Nella Sala Verde della Multimedia Valley entra il fondatore di Giffoni Claudio Gubitosi. L’abbraccio con l’artista italiano è pieno di affetto e amicizia. “Voi giffoner” dice Albanese “avete il privilegio di vivere un festival bellissimo in un posto bellissimo. Io giro l’Italia e non è facile trovare uno spazio come questo. Qui c’è un’atmosfera unica. Si respira cultura. E la cultura è sacra perché fa conoscere e riflettere, dà la forza di vivere e convivere con gli altri restituendo centralità al pensiero e al silenzio dell’ascolto”. “La cultura” insiste Albanese “proprio per questa ragione ha il potere di far splendere e salvare l’uomo”. I ragazzi della sezione più diciotto si alzano in piedi. Tutti. Le mani si prendono a piacevoli ceffoni una con l’altra. Applausi a scena aperta. Standing ovation.
Antonio Albanese – Note biografiche
Antonio Albanese nasce a Lecco il 10 ottobre 1964 e nel 1991 si diploma alla scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
Tra il 1990 e il 1991 è in teatro, diretto da registi come G. Vacis (Tre Sorelle di P. Cechov), A. Santagata e C. Morganti (Tamburi nella notte di B. Brecht), J.C. Martin (Caligola di Camus) e G. Solari (Calapranzi di H. Pinter), negli stessi anni è autore e attore protagonista degli spettacoli Psicofarmaco (1990) e Uomo (1992) quest’ultimo scritto con F. Amato, F. Modesti, regia di G. Solari.
Nel 1991 debutta sul grande schermo con Il viaggiatore cerimonioso per la regia di G. Bertolucci e l’anno successivo in televisione con il programma di Raitre condotto da Paolo Rossi Su la testa. Nel 1993 è nel cast di Puccini Music Show di F. Freyrie regia di D. Sala e nello stesso anno è su Italia 1 con la trasmissione Mai dire gol. Nel 1994 è protagonista con Vito e Tita Ruggeri dello spettacolo teatrale Salone Meraviglia regia di D. Sala .
Dal 1994 al 1996 è in tournée con gli spettacoli Uomo e Salone Meraviglia. Nel 1996 torna al cinema con il film di C. Mazzacurati Vesna va veloce e debutta come regista con Uomo d’acqua dolce. L’anno successivo porta in scena Giù al Nord, scritto dallo stesso Albanese, M. Serra ed E. Santin, collaborazione ai testi di G. Solari per la regia di G. Solari e nel 1998 interpreta il cortometraggio di D. Marengo Dead Train – Aringhe Sottotreno, abbinato nelle sale cinematografiche al film di Woody Allen Herry a pezzi. Sempre nel 1998 è tra i protagonista della pellicola dei fratelli Taviani Tu ridi.
Il 1999 lo vede tornare al cinema in qualità di regista e attore con il film La Fame e la Sete, alla cui sceneggiatura collabora V. Cerami e a luglio dello stesso anno è protagonista dell’opera buffa e inedita Buffa Opera – Concerto apocalittico per Grilli, Margherite, Blatta e Orchestra scritta da S. Benni con musiche originali composte da E. Morricone e L. Francesconi, presentata all’interno del Festival “Taormina Arte” e in inverno riprende la tournée teatrale dello spettacolo Giù al Nord.
Nel 2000 è accanto a Fabrizio Bentivoglio nel film La lingua del Santo per la regia di C. Mazzacurati e nel febbraio dell’anno successivo debutta alla Scala di Milano come interprete della celebre fiaba musicale Pierino e il lupo di S. Prokof’ev, con i professori d’orchestra scaligeri diretti da R. Rizzi Brignoli, produzione Teatro Alla Scala.
Nel 2002 esce nelle sale cinematografiche Il nostro matrimonio è in crisi di cui è regista, interprete e sceneggiatore con V. Cerami e M. Serra e torna a teatro con Buffa Opera, atto unico per attore orchestra e coro (Kammerton vocal ensemble) scritta da S. Benni e messa in musica da L. Francesconi, produzione Piccolo Teatro di Milano.
L’anno successivo è in tv con Non c’è problema programma di Raitre scritto con A. Salerno, A. Purgatori, M. Serra, G. Ruisi e P. Guerrera, che diventa lo spettacolo teatrale Personaggi, (spettacolo che durante gli anni si arricchirà delle nuove maschere create da Antonio Albanese) per la regia di G. Solari, nello stesso anno partecipa al documentario L’Uomo flessibile di S. Condiglio, tratto dal “Diario postumo di un lavoratore flessibile” di L. Gallino.
Nel 2004 Antonio Albanese è sul grande schermo con E’ già ieri di G. Manfredonia, nel 2005 porta in scena Personaggi scritto con M. Serra e con la collaborazione di P. Guerrera, E. Santin e G. Solari che ne è anche il regista e viene diretto, lo stesso anno, da P. Avati nella pellicola La seconda notte di nozze. E’, inoltre, in scena con Psicoparty di A. Albanese e M. Serra, scritto con G. Solari, P. Guerrera e E. Santin per la regia di G. Solari.
Nel 2007 torna al cinema con due film: Manuale d’amore 2 regia di G. Veronesi e Giorni e Nuvole di S. Soldini. Dal 2007 partecipa al programma di Raitre Che tempo che fa. Nel 2009 esce nelle sale cinematografiche Questione di cuore di F. Archibugi del quale è protagonista insieme a Kim Rossi Stuart. Nello stesso anno debutta, al Teatro Alla Scala di Milano, nella regia lirica con Le convenienze ed inconvenienze teatrali, farsa in un atto, di Gaetano Donizetti, libretto di Domenico Gilardoni, direttore Marco Guidarini.
Nel 2010 è in tournée con lo spettacolo Personaggi scritto con M. Serra, P. Guerrera, E. Santin e con la collaborazione di G. Solari e nel 2011 è al cinema con il film Qualunquemente per la regia di G. Manfredonia, nello stesso anno prende parte al film di Woody Allen To Rome with love nelle sale nella primavera 2012. A Natale 2012 è nelle sale con Tutto Tutto Niente Niente regia di Giulio Manfredonia.
Nel 2013 viene scelto da Gianni Amelio come protagonista della sua ultima pellicola L’intrepido in concorso a Venezia alla 70ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e nel dicembre dello stesso anno torna in teatro nelle vesti di regista lirico per dirigere al Teatro Filarmonico di Verona il Don Pasquale opera buffa in tre atti di G. Donizetti, libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti, direttore Omer Meir Wellber.
Nel 2016 Antonio Albanese è protagonista accanto a Carlo Verdone della pellicola L’abbiamo fatta grossa (regia di Carlo Verdone), con la quale vincono il premio Nino Manfredi ai Nastri d’Argento 2016. Nel 2017 è protagonista accanto a Paola Cortellesi nel film Mamma o papà? per la regia Riccardo Milani. A dicembre esce il libro edito da Feltrinelli “Lenticchie alla julienne” e nelle sale cinematografiche, sempre accanto a Paola Cortellesi, è protagonista del film Come un gatto in tangenziale regia di Riccardo Milani.
Nel 2018 è regista e protagonista del film Contromano ed è protagonista, sceneggiatore e regista della serie tv I Topi, in onda su Raitre. Nel 2019 doppia la voce di Gedeone nel film d’animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia, regia di Lorenzo Mattotti, ed è protagonista del film Cetto c’è, senzadubbiamente, diretto da Giulio Manfredonia. L’anno successivo è regista e protagonista della seconda serie tv I Topi, Raitre.
Nel 2021 è regista del riallestimento dell’opera lirica Don Pasquale (Teatro Filarmonico di Verona)in scena al Teatro Lirico di Cagliari e sul grande schermo, è protagonista con Paola Cortellesi del film di Riccardo Milani Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto. Nel 2022 è regista dell’opera Don Pasquale (Teatro Filarmonico di Verona) in scena al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel 2023 è protagonista del film Grazie ragazzi, regia di Riccardo Milani e in veste di regista dell’opera lirica “Gloria” di Francesco Cilea ,Teatro Lirico di Cagliari.