Home Trailer Sick Of Myself: nuove clip in italiano del film dell’artista norvegese Kristoffer Borgli (Al cinema dal 5 ottobre)

Sick Of Myself: nuove clip in italiano del film dell’artista norvegese Kristoffer Borgli (Al cinema dal 5 ottobre)

Tutto quello che c’è da sapere su “Sick Of Myself”, il folgorante lungometraggio d’esordio dell’artista norvegese Kristoffer Borgli con Kristine Kujath Thorp al cinema dal 5 ottobre con Wanted.

3 Ottobre 2023 11:59

Dopo l’anteprima mondiale nella sezione “Un Certain Regard” all’ultimo festival di Cannes, a partire dal 5 ottobre nei cinema italiani con Wanted Sick Of Myself, il folgorante lungometraggio d’esordio scritto, diretto e montato dall’artista norvegese Kristoffer Borgli (che in seguito ha realizzato anche “Dream Scenario” con protagonista Nicolas Cage).

“Sick Of Myself, An Unromantic Comedy”, propone al pubblico italiano una commedia sentimentale particolare, con un concept elegante ed estremo allo stesso tempo. Un film atipico e originale che ha destato interesse di pubblico e critica. La protagonista Kristine Kujath Thorp interpreta il personaggio di Signe, un’anonima cameriera che non esita a utilizzare un mezzo molto pericoloso per farsi notare dal mondo.

Sick Of Myself – Trama e cast

La trama ufficiale: Signe e Thomas (Kristine Kujath Thorp & Eirik Sæther) vivono una relazione malsana, in costante competizione tra loro. Il tutto si incrina ancora di più quando Thomas inizia ad affermarsi come artista contemporaneo. In tutta risposta, Signe si lancia in un disperato tentativo di attirare l’attenzione su di sé, anche a costo della sua salute.

Il cast include anche Fanny Vaager, Sarah Francesca Brænne, Fredrik Stenberg Ditlev-Simonsen, Steinar Klouman Hallert, Ingrid Vollan, Andrea Bræin Hovig, Henrik Mestad, Anders Danielsen Lie, Frida Natland, Guri Hagen Glans, Mathilda Höög, Seda Witt, Elisabeth Bech Aschehoug, Terje Strømdahl, Anne Kokkinn, Christian Torp, Andreas Rand, Erlend Mørch.

Sick Of Myself – Trailer e video

Nuove clip ufficiali in italiano pubblicate il 3 ottobre 2023

Curiosità sul film

  • Il regista Kristoffer Borgli ha iniziato a concepire il film nel 2017.
  • Il film è interamente girato in 35 mm.
  • La talentuosa protagonista, Kristine Kujath Thorp è nota per film e serie tv come Fanny (2018), Ninja Baby (2021), The North Sea (2021) The Promised Land (2023).
  • Il cast tecnico: Fotografia di Benjamin Loeb / Montaggio di Kristoffer Borgli / Scenografia di Henrik Svensson / Direzione artistica Mette Haukeland / Dimitra Drakopoulou (makeup designer) & Izzi Galindo (Prosthetics designer) /  Casting di Hannah Chocron Foldøy & Jannicke Stendal Hansen.
  • “Sick Of Myself” è una anti-storia d’amore, tossica e disfunzionale, un’illuminante parabola contemporanea permeata di temi senza tempo quali il narcisismo e l’invidia. “Volevo realizzare una storia spiacevole nel modo più bello possibile”, racconta il regista, “il tutto si è fortunatamente tradotto in un bellissimo ritratto di cose terribili”.
  • Nonostante “Sick of Myself” alla fine abbia ottenuto il via libera in Norvegia, il regista ha affermato che vivere a Los Angeles mentre scriveva la sceneggiatura è ciò che ha influenzato maggiormente i personaggi e la trama del film: “L’influenza dell’ambiente intorno a me qui ha davvero fatto qualcosa alla storia e al personaggio. I tratti personali di lei che è estremamente ambiziosa, opportunista e forse anche un po’ narcisista sono cose in cui mi sono imbattuto più frequentemente qui che in Norvegia.”

Intervista al regista


Cosa ti ha dato l’ispirazione per realizzare un film una anti-storia d’amore, disfunzionale e tossica come quella dei due protagonisti?

È iniziato tutto con la protagonista, Signe, e la sua storia, ma mentre scrivevo la bozza iniziavo ad interessarmi anche alla figura di Thomas, il suo ragazzo. Mi è stato subito chiaro che la spina dorsale della storia sarebbe stata la dinamica tra i due, che i loro atteggiamenti fossero dettati dalla competitività della loro relazione. Ho iniziato ad immaginare come sarebbe andata a finire la storia, ma non sapevo come arrivarci. Volevo che il film fosse ambientato nel mondo reale, in un ambiente sociale che ho avuto modo di vivere in prima persona ad Oslo – tuttavia, quando la protagonista inizia a spingersi troppo in là, è come se diventasse surreale. Il pubblico è costretto a seguirla, passo dopo ogni – terribile – passo.

Come hai scelto Kristine Thorp come volto del tuo film e come ha contribuito a modellare il personaggio di Signe?

Sono molto fortunato che Kristine abbia accettato di farlo. Si tratta di un personaggio stimolante che è diventato vivo solo quando Kristine è entrata effettivamente a far parte del cast. È un ruolo molto forte e psicologicamente complesso che richiedeva anche saper gestire un ritmo comico e un coinvolgimento fisico non indifferente. Per prepararci abbiamo esplorato il personaggio: come impersonare qualcuno che non mostra mai il suo vero “io”? Signe mente molto, tenta di risultare umile quando non lo è, recita in ogni contesto sociale nel quale si trova. Interpretare un personaggio che a sua volta recita ha creato un equilibrio difficile da reggere ma Kristine lo ha gestito molto bene. Oltre a questo c’erano tutti gli elementi riguardanti l’aspetto fisico, come il suo corpo inizia a deformarsi, in modo sia comico che orrorifico. Ogni tanto le prove delle scene sembravano quelle di un imbarazzante saggio di danza. Abbiamo anche provato ad utilizzare un leggero elettroshock per provocare una reazione fisica inaspettata…Ciò si è rivelata essere una pessima e dolorosa idea.

Ci parli del processo di realizzazione, anche materiale, della trasformazione di Signe?

Il suo viso è il principale protagonista del film. Il trucco protesico è stato fondamentale ed è per questo che penso a Izzi Galindo, il nostro brillante designer, come una delle star del film. Abbiamo passato mesi interi a progettare i diversi stadi di trasformazione di Signe, cercando di ottenere qualcosa che potesse essere sia scioccante che bellissimo. Ci siamo divertiti così tanto a lavorare insieme, che quando la produzione è stata interrotta a causa del COVID, siamo finiti a realizzare un cortometraggio su un’idea completamente diversa; si chiama “Eer” e lo si può trovare online. Penso fossimo entrambi affascinati dall’impatto che un viso o un corpo alterati possano avere sugli altri. Cercavamo il punto  esatto in cui la dismorfia potesse sembrare sia attraente sia scioccante. Appena iniziata la pre-produzione, ci siamo resi conto che la Norvegia non aveva a disposizione un settore che potesse supportare il livello di Izzi; si è quindi organizzato autonomamente improvvisando una produzione di protesi nelle periferie di Oslo dove aveva un paio di assistenti che hanno lavorato giorno e notte per portare a termine il progetto. È stata un’operazione folle, e penso davvero che nessuno tranne Izzi avrebbe potuto sostenerlo in questo modo. È stato divertente trovarsi al Festival di Cannes insieme a David Cronenberg, il cui film era in concorso: son sicuro che il mio
interesse nelle protesi e nel body horror sia da imputare al suo cinema.

Cos’altro ti interessava raggiungere in termini estetici? Il film sembra combinare senza sforzi elementi di un concept elegante ed estremo allo stesso tempo.

Una risposta adatta potrebbe essere “mi piacciono dolci melodie che raccontano cose terribili”. Volevo realizzare una storia spiacevole nel modo più bello possibile. Volevo girarlo durante le meravigliosi estati che abbiamo qui ad Oslo. Volevo che sembrasse il più senza tempo possibile, per bilanciare la storia inconfondibilmente contemporanea con l’immortalità di alcuni temi come il narcisismo e l’invidia. Abbiamo girato in 35mm, c’è tantissima musica classica nel film e il tutto si è fortunatamente tradotto in un bellissimo ritratto di cose terribili.

Come hai gestito il rapporto tra il realismo e la satira, la commedia e la tragedia?

Penso che ci si possa immedesimare facilmente nei personaggi, è solo che la maggior parte delle persone hanno abbastanza coscienza e inibizione per non agire compulsivamente come fanno nel film. Adoro come la finzione ci possa dare l’opportunità di vivere esperienze che valicano i confini morali senza doverci occupare delle conseguenze nelle nostre vite reali. Con Sick of myself ho cercato di rendere i personaggi altamente gradevoli ma non necessariamente apprezzabili. Lo scrittore Saul Bellow una volta diceva “Un pensiero omicida al giorno toglie lo psichiatra di torno”. C’è qualcosa in questa citazione che parla direttamente al mio desiderio di esplorare cinematograficamente queste situazioni da brivido. Moralmente, il film non punisce propriamente i personaggi per i loro misfatti. In questo senso la storia può fungere la parabola. Accolgo qualsiasi interpretazione del film, e chiunque ha il diritto di dare la sua opinione; per me si è fondamentalmente trattato di trovare dello humour all’interno dei pattern più bui della nostra vita e cultura odierna.

Vivi a Los Angeles ma Sick of myself è stato prodotto e girato in Scandinavia. Continuerai a lavorare tra i due continenti? A cosa stai lavorando?

Penso di rimanere ancora a lungo negli Stati Uniti, e non ho piani chiari riguardo a dove vorrò stare. Ho un progetto americano che sarà girato quest’anno quindi ciò mi terrà impegnato per un po’, ma ho anche avuto un’esperienza straordinaria durante le riprese in Norvegia e Svezia e sono sicuro che scriverò un’altra storia ambientata là.

Kristoffer Borgli – Note biografiche

Kristoffer Borgli è un regista norvegese attualmente residente a Los Angeles, Stati Uniti. “Dream Scenario”, uscito con A24 e con protagonista Nicolas Cage, è il suo primo lungometraggio in lingua inglese. Il suo lungometraggio norvegese “Sick of Myself” è stato selezionato ufficialmente nella sezione Un certain Regard al Festival di Cannes 2022. Ha anche diretto una serie di cortometraggi, in particolare “Former Cult Member Hears Music for the First Time”, selezionato al Sundance 2020.

FILMOGRAFIA IN BREVE: Sick Of Myself, 2022 (Regia & sceneggiatura) / EER, 2021 / (Regia & sceneggiatura) Corto / Former Cult Memeber Hears Music For The First Time, 2020 / (Regia & sceneggiatura) Corto Sundance Film Festival 2020 / Softcore, 2020 (Regia & sceneggiatura) Corto / A Place We Call Reality, 2018 (Regia & sceneggiatura) Corto / DRIB, 2017 (Regia & sceneggiatura) Docufiction SXSW 2017, IFDA 2017, CPF:DOX 2017

Elenco sale dove guardare il film

CAMPANIA

7-9/10 a Casoria – UCI Cinemas Casoria – Biglietti

EMILIA-ROMAGNA

dal 5/10 a Bologna – Cinema Nosadella – Biglietti
7-9/10 a Casalecchio – UCI Cinemas Meridiana – Biglietti

LAZIO

EVENTO il 6/10 a Roma – Troisi – Biglietti
7-9/10 a Roma – UCI Cinemas Porta di Roma – Biglietti
7-9/10 a Roma – UCI Cinemas Roma Est – Biglietti
7-9/10 a Roma – UCI Luxe Maximo – Biglietti

LOMBARDIA

EVENTO il 5/10 a Milano – Beltrade – Biglietti
dal 5/10 a Milano – Anteo Palazzo del Cinema – Biglietti
7-9/10 a Milano – UCI Cinemas Bicocca – Biglietti
7-9/10 a Bergamo – UCI Cinemas Orio – Biglietti

MARCHE

dal 5/10 a Fermo – Super 8 Multisala – Biglietti
dal 5/10 a Macerata – Multiplex 2000 – Biglietti

PIEMONTE

dal 5/10 a Torino – Fratelli Marx – Biglietti

SARDEGNA

dal 5/10 a Oristano – Ariston – Biglietti

TOSCANA

dal 5/10 a Firenze – Spazio Alfieri – Biglietti
dal 5/10 a Pisa – Multisala Odeon – Biglietti
dal 5/10 a Prato – Centro Pecci – Biglietti
7-9/10 a Campi Bisenzio – UCI Luxe Campi Bisenzio – Biglietti

UMBRIA

dal 5/10 a Perugia – Postmodernissimo – Biglietti

VENETO

7-9/10 a Marcon – UCI Luxe Marcon – Biglietti

Per ulteriori info su prenotazioni e reperibilità dei biglietti clicca QUI.

Sick Of Myself – La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono del compositore Turns, che torna a collaborare con il regista dopo aver musicato il corto “A Place We Call Reality”.
  • La colonna sonora include anche i seguenti brani: Dolly, Op. 56-1 Bereceuse (Gabriel Fauré) interpretata da Katia Labèque & Marielle Labèque; Op. 90 D.899 No. 3 in sol bemolle (Franz Schubert) eseguita da Wilhelm Kempff; Sonata in si bemolle maggiore, K333 Andante Cantabile (Wolfgang Amadeus Mozart) eseguita da Maria João Pires; Preludio e Fuga in re minore (Johann Sebastian Bach) eseguita da András Schiff; Sonata per pianoforte n. 17 in re K.576-2 (Wolfgang Amadeus Mozart) eseguita da Maria João Pires; Sonata in do minore, KK.11 – Moderato (Domenico Scarlatti) eseguita da Ivo Pogorelich; Uncanny Valley di Jordan Raf; Dance II di Discovery Zone; Sonata per pianoforte n. 8 in do minore – II. Adagio Cantabile (Ludwig van Beethoven) eseguita da Vladimir Ashkenazy; Håper du har plass di Kristine Kujath Thorp; Concerto per pianoforte in sol maggiore, M. 83 – II. Adagio Assai (Maurice Ravel) eseguita da Pascal Rogé & Orchestre symphonique de Montréal; Min Beibi Dro Avsted di De Lillos.

Sick Of Myself – Foto e poster