Top 2023 – I 10 migliori film dell’anno secondo Cineblog
Cineblog ha selezionato 10 titoli per la consueta classifica di fine anno con le migliori uscite cinematografiche.
Il 2024 è alle porte ed eccoci pronti a salutare un anno di cinema che ci lasciamo alle spalle con la consueta classifica dei film dell’anno. Abbiamo stilato la nostra Top 2023 con i titoli che più ci hanno colpito, interessato, ma soprattutto divertito poiché il cinema oltre che arte e cultura, è anche intrattenimento, come spesso ci si dimentica quando si stilano classifiche più o meno ragionate secondo i gusti e la sensibilità di ognuno.
Come ogni anno la nostra classifica risulta piuttosto variegata, tanto da includere praticamente ogni genere, a parte l’horror che trovate in una classifica stilata ad hoc. Quest’anno abbiamo nella Top 10 il biopic Oppenheimer, il capolavoro d’animazione Spider-Man: Across the Spider-Verse, il blockbuster Barbie, ampio spazio dedicato alla fantascienza incluso un film dei Marvel Studios (Guardiani della Galassia Vol. 3), l’esordio alla regia di Paola Cortellesi (C’è ancora domani) e un piccolo film che ci ha davvero intrigato con protagonista Taron Egerton, che racconta la storia del celebre videogioco Tetris, le sue origini e la battaglia legale per i suoi diritti e la distribuzione durante gli anni della Guerra fredda.
A seguire trovate la nostra Top 2023 e fate attenzione ai link allegati ad ogni film, vi porteranno a delle ricche schede dei film con trailer, curiosità e colonna sonore.
Oppenheimer di Christopher Nolan
Nolan sdogana il genere biografico per il grande pubblico e ci racconta la storia di un moderno Prometeo, il fisico teorico Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), il “padre della bomba atomica”, che come il suo omologo mitologico “ruba” il segreto dell’atomo e lo dona al genere umano che lo utilizzerà creando la più terrificante e distruttiva arma di distruzione di massa.
Il film di Nolan come ogni suo lavoro ha nella sua accessibilità e fruibilità il suo maggior punto di forza, che si tratti di “warmhole” o fissione nucleare Nolan resta per fortuna ancorato ad un cinema d’intrattenimento pensato per lo spettatore e non autoreferenziale o concepito ammiccando alla critica.
Con questa dichiarazioni d’intenti il film ha sfiorato il miliardo d’incasso nel mondo (955 milioni di dollari), diventando il terzo film con il maggior incasso del 2023 e il film legato alla Seconda Guerra Mondiale e biografico con i maggiori incassi di sempre. Il film attualmente conta otto nomination ai Golden Globe e l’inclusione nella top 10 dei migliori film del 2023 del National Board of Review e dell’American Film Institute.
Spider-Man: Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers & Justin K. Thompson
Il padrino parte II, Aliens, Terminator 2, Star Trek II – L’ira di Khan, L’impero colpisce ancora, Il cavaliere oscuro, questi titoli hanno in comune non solo il fatto di essere dei sequel, ma di essere dei sequel talmente ben fatti da aver bissato e in qualche caso superato gli originali. Spider-Man: Across the Spider-Verse può essere inserito senza alcun dubbio tra i sequel più belli di sempre e come uno di quei casi in cui si è riusciti a far meglio dell’originale.
Nel film, Miles intraprende un’avventura con Gwen Stacy / Spider-Woman attraverso il multiverso dove incontra una squadra di Spider-Men conosciuta come Spider-Society, guidata da Miguel O’Hara / Spider-Man 2099, ma entra in conflitto con loro per la gestione di una nuova minaccia che prende la forma di un cattivo noto come la Macchia.
Il film come l’originale presenta un’estetica multiforme, ma la cosa più impressionante è che si è riusciti a bissare l’iper-citazionista Ready Player One di Spielberg, il film con più personaggi/cameo di sempre legati alla cultura pop. Spider-Man: Across the Spider-Verse presenta 280 differenti Spider-Men, ma la cosa più impressionante e che ben 95 di questi sono immediatamente riconoscibili e hanno battute.
Il film è stato un successo al box office, superando il suo predecessore con un incasso globale di 690 milioni di dollari, diventando così il terzo film di maggior incasso dell’anno a livello nazionale negli Stati Uniti, il film di maggior incasso prodotto da Sony Pictures Animation, e il sesto film con i maggiori incassi del 2023. L’American Film Institute ha nominato “Spider-Man: Across the Spider-Verse” uno dei dieci migliori film del 2023. Tra i suoi numerosi riconoscimenti, il film è stato nominato per tre Golden Globe, incluso quello per il miglior film d’animazione.
3. Barbie di Greta Gerwig
Il patriarcato riflesso nella bambola più famosa di sempre. Greta Gerwig e il marito Noah Baumbach, due autori non proprio materia prima da intrattenimento made in Hollywood, danno vita ad un mondo plastificato e artefatto, intonso da emozioni e da domande universali, una sorta di “The Truman Show”.
Su questo enorme “Playset” ognuno ha il proprio ruolo da ricoprire e le sue battute da recitare, con le varie Barbie che ricoprono ruoli di potere e le loro controparti maschili, i “Ken”, che fungono da semplici spalle create come “costole” delle Barbie, ma senza veri ruoli in questo mondo, se non quelli infantili seduttori. Fin qui tutto nella norma, ma l’idea di Gerwig è che come una sorta in I.A. ribelle, una Barbie (Margot Robbie) prende coscienza di sé, fugge da “Barbieland” e si ritrova in una realtà opposta a quella in cui ha vissuto sino a quel momento e in cui vige il patriarcato. Un modo di vivere che scoprirà anche Ken e che utilizzerà per mettere in atto un vero e proprio colpo di stato quando tornerà dai suoi compagni “Ken”.
“Barbie” è chiaramente una parodia all’interno di una parodia, un matrioska che cela molto e lo fa a più livelli, e come è capitato ad alcuni “Ken”, stavolta del mondo reale, (ogni riferimento a chi ha stroncato il film non è puramente casuale), si sono fermati all’apparenza e hanno preferito non andare oltre, magari con la paura di scoprire, come il Ken del film interpretato con grande autoironia da Ryan Gosling, quanto sia fragile l’ego di un moderno maschilista.
“Barbie” ha superato il miliardo d’incasso nel mondo, diventando il film di maggior incasso del 2023, il film di maggior incasso di una regista solista e della Warner Bros., nonché il 14esimo film di maggior incasso di tutti i tempi, e la commedia con il maggior incasso di tutti i tempi. È stato nominato uno dei 10 migliori film del 2023 dal National Board of Review e dall’American Film Institute e ha ricevuto altri riconoscimenti, tra cui nomination per 12 Grammy Awards, 9 Golden Globe e un record di 18 Critics’ Choice Awards.
4. Killers Of The Flower Moon di Martin Scorsese
La storia di nativi americani i cui diritti vengono violati, così come la schiavitù e un razzismo strisciante, sono elementi che fanno indelebilmente parte della storia degli Stati Uniti, ma la storia che Martin Scorsese ha portato sul grande schermo denota che questa brutale sopraffazione di stampo colonialista è parte di un passato non così remoto come si potrebbe pensare.
Killers of the Flower Moon è ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20, e si concentra su una serie di omicidi di membri della nazione Osage, tribù di nativi americani federalmente riconosciuta negli Stati Uniti, dopo che fu scoperto il petrolio sulle terre tribali. I membri della tribù avevano mantenuto i diritti minerari nella loro riserva, ma un locale capo politico locale cercò di rubare le ricchezze dei membri della tribù, scatenando una scia di sangue e brutalità.
Il film riunisce Scorsese per la sesta volta con Leonardo DiCaprio. e per la decima con Robert De Niro. Scorsese mette in scena un mix di generi creando una sorta di sontuoso western a tinte crime basato sul saggio “Gli assassini della terra rossa” scritto da David Grann, co-autore con Scorsese della sceneggiatura. Scorsese non delude mai e anche questa volta sceglie eventi storici e fatti cronaca per lanciare un atto d’accusa contro avidità e codardia, elementi dell’animo umano in grado di trascinare l’essere umano verso violenza, corruzione e barbarie.
“Killers of the Flower Moon” ha incassato oltre 156 milioni di dollari in tutto il mondo e ha vinto il premio come miglior film al National Board of Review ed è stato nominato uno dei 10 migliori film del 2023 dall’American Film Institute. È stato anche nominato per 7 Golden Globe, tra cui quello per il miglior film drammatico.
5. The Creator di Gareth Edwards
L’Intelligenza Artificiale è al centro di un ampio dibattito ora che è di fatto diventato uno strumento di uso comune. In questo bailamme di pro e contro a prescindere, ma anche di qualche più sensato “pro ma con cautela”, arriva il regista Gareth Edwards, parliamo responsabile del ritorno in gran spolvero del Godzilla americano con il suo reboot del 2014, e di quel gioiellino di Rogue One, lo spinoff di Star Wars che raccontava la missione di un gruppetto di eroiche spie ribelli in missione per rubare i piani della Morte Nera.
The Creator è ambientato nel 2070, 15 anni dopo una detonazione nucleare a Los Angeles che ha dato inizio ad una guerra contro l’intelligenza artificiale. In questo scenario a rischio apocalisse, un ex agente delle forze speciali (John David Washington) viene reclutato per dare la caccia e uccidere il “Creatore”, che pare abbia sviluppato un’arma misteriosa con il potere di porre fine alla guerra.
Edwards affronta l’annoso dilemma dell’I.A. con un mix di tecnologia e cuore, ma soprattutto con un film esteticamente sorprendente che utilizza effetti speciali pratici e CGI con una dovizia che potremmo definire tranquillamente da premio Oscar. “The Creator” è un film per chi ama la fantascienza con un messaggio, qualcosa di visivamente appagante ma che sia anche stimolante nel porre questioni che spesso scaturiscono nel dogmatico.
“The Creator” segue questa strada ad ogni costo e nel farlo diventa inevitabilmente imperfetto e proprio per questo vicino alla perfezione. Il film ha incassato 104 milioni di dollari da un budget di 80 milioni di dollari ed è entrato nella short list dell’Academy dei candidati ad un posto nella categoria Migliori effetti speciali agli Oscar 2024.
6. C’e ancora domani di Paola Cortellesi
Exploit tutto italiano quello di Paola Cortellesi e la sua opera prima C’è ancora domani, una sfida da tutti i punti di vista anche nello sfidare il box office con un film interamente girato in bianco e nero.
Possiamo dire che la scommessa è stata vinta su tutti i fronti poiché “C’è ancora domani” è un riuscito e soprattutto partecipato dramma che parla di cultura patriarcale, in un momento in cui la consapevolezza sulla violenza di genere è purtroppo sempre più al centro dell’attenzione, con buona pace di chi cerca in ogni modo di spostare l’attenzione da un problema che sta diventando soverchiante da ogni punto di vista.
Cortellesi con il suo film da una parte risveglia la nostalgia di un passato che tanto ha regalato al cinema italiano e dall’altra tenta di risvegliare coscienze sopite di fronte ad un inquietante maschilismo strisciante, in grado di insinuarsi sempre più tra i giovani, in qualche caso ben veicolato da vecchie generazioni abbeverate alla fonte del patriarcato più becero.
“C’è ancora domani” è stato un vero e proprio exploit al box office italiano, tanto da battere il blockbuster “Barbie”. Una vittoria ampiamente meritata per Cortellesi anche per cotante sfide produttive affrontate in quella che bisogna ricordare è pur sempre un’opera prima. Naturalmente non poteva mancare chi cerca di sfruttare il successo del film per creare uno scontro tra la narrazione di “Barbie” e il film della Cortellesi, invece di lodare entrambi i film per il messaggio che veicolano: un allerta sul fatto che nonostante le molte battaglie vinte e i diritti acquisiti, il patriarcato non solo è ancora vivo e vegeto, ma sta chiedendo un tributo di sangue e violenza ormai inaccettabili.
“C’è ancora domani” è stato presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma, con due premi vinti: premio speciale della giuria e una menzione speciale come miglior opera prima. Inoltre il film è stato scelto come Film dell’anno ai Nastri d’argento 2024.
7. Dogman di Luc Besson
Luc Besson torna in gran spolvero dopo un paio di flop, tra cui il kolossal fantascientifico Valerian e la città dei mille pianeti. Quale miglior modo di risalire la china se non tornare alle origini?
“Dogman” affronta tematiche come violenza e diversità e le pone all’interno di un racconto che potrebbe benissimo rientrare in un ambito supereroistico, poiché Douglas, il protagonista interpretato da un bravissimo Caleb Landry Jones, ha un dono, i cani comprendono ciò che lui dice loro, ma in senso letterale. Infatti la “banda” di cani randagi con cui Douglas vive è in grado di fare ogni singola cosa che viene chiesta loro: dal mettere in guardia male intenzionati a svaligiare case.
Douglas però non è solo “colui che sussurrava ai cani”, ma è anche una strepitosa “drag queen” e purtroppo un disabile, poiché bloccato su una sedia a rotelle da una lesione subita alla spina dorsale che lo porterebbe alla morte se provasse a camminare. “Dogman” non è solo un bel film, ma è forse il film meno riconoscibile di Besson, un racconto estremo che unisce i due mondi in cui Besson si destreggia da sempre: quello del cinema d’autore dei suoi esordi e quello del cinema di puro intrattenimento che ammicca a Hollywood, e che lo ha portato ad essere definito come “il regista francese più americano di tutti”.
8. Asteroid City di Wes Anderson
Asteroid City è un gioiellino in cui abbiamo amato perderci e se qualcuno avesse l’intenzione di approcciarsi per la prima volta al cinema di Wes Anderson, questo secondo noi è il film più adatto per comprendere appieno lo stile “geometrico” e “stilizzato” di un regista dall’impronta estetica inconfondibile.
Stavolta Anderson approccia una narrazione “metatestuale” descrivendo simultaneamente gli eventi di una convention di giovani cervelloni in una versione retrofuturistica del 1955, messa in scena come un’opera teatrale, e la creazione dell’opera stessa.
Anderson omaggia extraterrestri e UFO in un’ambientazione desertica, spesso al centro di avvistamenti e che rievoca al contempo memorie storiche come i test nucleari e fittizie come basi militari “segrete”. “Asteroid City” presentato in anteprima al Festival di Cannes ha incassato 54 milioni di dollari in tutto il mondo da un budget di 25 milioni.
9. Wonka di Paul King
Il mondo fantasy di Roald Dahl torna sul grande schermo e stavolta l’operazione si è presentata piuttosto ardua sin da subito. La “mission” stavolta era rimettere mano ad un classico del calibro de “La fabbrica di cioccolato” e riportare sullo schermo per la terza volta il personaggio di Willy wonka dopo le incarnazioni di Gene Wilder e di Tim Burton/Johnny Depp.
Wonka ci racconta le origini del magico maestro cioccolatiere che ha le fattezze del lanciatissimo e talentuoso Timothée Chalamet che stavolta si cimenta anche nel canto. Quello che salta subito agli occhi di Wonka è che siamo di fronte al perfetto film da guardare per le festività natalizie, un elemento che ritroviamo ne “La fabbrica di cioccolato” originale, e purtroppo molto meno nel discreto remake di Tim Burton.
Quello che invece manca palesemente al prequel del regista Paul King è la vena “grottesca” dello stile di Dahl quello che rendeva i suoi racconti un filo inquietanti, o meglio mai interamente scevri dal connotare e dissacrare la parte malvagia del mondo degli adulti. “Wonka” a parte un truffaldino duo che risulta particolarmente divertente, la signora Scrubbit e il suo scagnozzo Bleacher, e Hugh Grant in una potenzialmente inquietante, ma in realtà innocua, versione Umpa Lumpa, non presenta personaggi particolarmente stranianti.
Questa mancanza di spigolosità rende il tutto molto “disneyano”, come la mano di Paul King, già regista dei due deliziosi film di Paddington, e alla fine ci ritroviamo inevitabilemente dalle parti di “Mary Poppins”, il che per il sottoscritto non rappresenta un demerito, ma se non avete amato il recente sequel Il ritorno di Mary Poppins, allora “Wonka” non è il film che fa per voi, in caso contrario fate come noi e godetevi questa deliziosa fiaba musicale adatta a tutte le età.
10. Tetris di Jon S. Baird
Il bravo Taron Egerton sembra particolarmente portato per i film biografici, dopo lo sportivo Eddie Eagle e il musicale Rocketman, dove vestiva i panni di Elton John, l’attore lanciato dal franchise spy-action Kingsman, si cimenta con un latro personaggio realmente esistito.
Stavolta Egerton si cimenta con gli anni 80 e il mondo dei creatori di videogiochi, vestendo i panni di Henk Rogers, imprenditore olandese e fiero possessore dei diritti di Tetris, uno dei videogiochi più popolari di sempre. Rogers condivide i diritti sul celebre puzzle game russo con il creatore del gioco Alexey Pajitnov, interpretato nel film dall’attore russo Nikita Yefremov.
Sarà l’ambientazione anni ottanta, i riferimenti all’epoca d’ora degli arcade, o il semplice fatto che ad un certo punto il film da biopic assume l’atmosfera di un thriller di spionaggio, con tanto di intercettazioni, cattivi da 007 e ambigui “doppiogiochisti”, ma il film dello scozzese Jon S. Baird ci ha coinvolti e particolarmente divertiti. Insomma nonostante le buone recensioni in circolazione “Tetris” resta per noi un film ampiamente sottovalutato, e speriamo che includendolo in questa “Top 2023” siamo riusciti a fargli un po’ di giustizia.