Teorema: Pasolini tra rivelazione, scandalo e vicende giudiziarie
Uno sguardo al Teorema della rivelazione di Pier Paolo Pasolini e le vicende che portarono critica e censura fino al processo.
Mi hai sedotto e io mi sono fatto sedurre …
La nostra generazione, allevata dalla logica del consumismo che svuota di senso e identità qualsiasi cosa, dovrebbe comprendere meglio di altre la portata rivoluzionaria della coscienza poetica del Teorema di Pier Paolo Pasolini, tragedia in versi, quasi romanzo e film, presentato in anteprima il 4 settembre 1968 alla XXIX Mostra di Venezia, destinato a scatenare critiche e censura.
Nonostante la Coppa Volpi assegnata a Laura Betti per la migliore interpretazione femminile, la Navicella d’oro e il Premio OCIC, il folgorante Teorema pasoliniano sulla perdita di identità della borghesia, incapace di reggere il confronto e il contatto fisico (e le trasgressioni dell’erotismo) con un “Altro” estraneo alle certezze, drammaticamente inconsistenti quanto incrollabili della logica borghese, raccolse ostilità ovunque.
[quote layout=”big” cite=”industriale milanese ad ospite]«Hai distrutto semplicemente l’idea che ho sempre avuto di me» [/quote]
Nella primavera del ’68, un seducente ospite inatteso, essenza dell’altro da se, arriva a turbare la placida monotona di una famiglia borghese milanese, e dopo aver avuto rapporti sessuali (e omosessuali) con tutti i suoi componenti, riparte come è arrivato, lasciando ognuno di loro, ormai consapevole del proprio vuoto esistenziale, della totale perdita di identità e dell’incapacità di raggiungere il sacrospogliato dell’ipocrisia del cattolicesimo, all’auto-annientamento.
[quote layout=”big” cite=”Pasolini presenta Teorema sulla rivista francese “Quinzaine littéraire”]“Dio è lo scandalo. Il Cristo, se tornasse, sarebbe lo scandalo; lo è stato ai suoi tempi e lo sarebbe oggi. Il mio sconosciuto – interpretato da Terence Stamp, esplicitato dalla presenza della sua bellezza – non è Gesù inserito in un contesto attuale, non è neppure Eros identificato con Gesù; è il messaggero del Dio impietoso, di Jehovah che attraverso un segno concreto, una presenza misteriosa, toglie i mortali dalla loro falsa sicurezza. È il Dio che distrugge la buona coscienza, acquisita a poco prezzo, al riparo della quale vivono o piuttosto vegetano i benpensanti, i borghesi, in una falsa idea di se stessi”. [/quote]
Il tessuto del film intrecciato al corpo investito della capacità di farsi oggetto e riscatto, in grado di risvegliare animi sovversivi, spinse la sinistra a definire Teorema un film reazionario ‘affetto’ da misticismo, mentre si sfiora l’oltraggio per la destra disgustata dal trattamento delle tematiche legate alla sessualità.
Ricevere il premio OCIC (Organizzazione Cattolica Internazionale per il Cinema e l’audiovisivo) non risparmiò a Teorema l’ostracismo delle gerarchie ecclesiastiche, a partire dalla Santa Sede che, sulle pagine dell’Osservatore romano del 14 settembre, bandì pubblicamente la visione della pellicola alla comunità dei cattolici osservanti, mentre Papa Paolo VI, il 18 settembre, dal balcone della sua residenza di Castel Gandolfo, si premurò di mettere in guardia i suoi fedeli contro “l’inammissibile film” premiato dai cardinali dell’OCIC, eretici della Teologia della liberazione.
Questo alla luce di un iter irto di ostacoli che porterà Teorema davanti a parecchie commissioni di esame, a partire da quella di censura che il 6 settembre 1968 lo approva previo divieto ai minori di 18 anni.
Il 13 settembre la Procura della Repubblica di Roma sequestra il film “per oscenità e per le diverse scene di amplessi carnali alcune delle quali particolarmente lascive e libidinose e per i rapporti omosessuali tra un ospite e un membro della famiglia che lo ospitava”.
Il 14 ottobre la Procura della Repubblica di Genova emette un provvedimento analogo. Il processo contro Pasolini e il produttore Donato Leoni, trasferito per competenza territoriale a Venezia, dove si era svolta l’anteprima del film, si apre il 9 novembre 1968 con l’escussione del regista. Il Pubblico Ministero Luigi Weiss chiede la reclusione di sei mesi di entrambi gli imputati e la distruzione integrale dell’opera.
Il 23 novembre, dopo un’ora di camera di consiglio, il Tribunale di Venezia assolve Pasolini e Leoni dall’accusa di oscenità annullando il sequestro del film con
una sentenza sul suo valore mistico e ideologico:
«Lo sconvolgimento che Teorema provoca non è affatto di tipo sessuale, è essenzialmente ideologico e mistico. Trattandosi incontestabilmente di un’opera d’arte, Teorema non può essere sospettato di oscenità».
La corte d’appello conferma la sentenza di primo grado.
Pasolini e la censura cinematografica
Le disavventure giudiziarie di Pier Paolo Pasolini toccarono sia la sua produzione letteraria che quella cinematografica, a partire da “Accattone” e le violente polemiche che seguirono la proiezione che spinsero il Ministro del Turismo e Spettacolo a vietare il film ai minori di 18 anni, prima ancora che fosse definita una precisa normativa in materia.
Il tenente colonnello Giulio Fabi denuncia alla procura della Repubblica di Venezia il film “Mamma Roma”, proiettato alla XXIII Mostra del cinema di Venezia, per offesa al comune senso della morale e per il contenuto osceno.
Il 1 marzo del 1963, la proiezione de “La ricotta” fu interrotta dai Carabinieri, Pasolini venne condannato a 4 mesi di reclusione con la condizionale, seguì l’assoluzione in appello e successivamente al ricorso in cassazione del procuratore Generale di corte d’appello, l’annullamento della sentenza, con il reato cancellato da un’amnistia, ma il dissequestro della versione originale, priva dei tagli, fu ordinato solo nel 1968.
Il 13 settembre 1968, la procura della Repubblica di Roma ordina il sequestro del film “Teorema” per oscenità. Il Tribunale di Venezia assolve Pasolini “perchè il fatto non costituisce reato”.
Il “Decameron” ispirato alle novelle del Boccaccio, subisce una persecuzione continua e viene sequestrato. Il procuratore della Repubblica di Benevento, dove fu proiettato per la prima volta il film “I racconti di Canterbury”, accusa Pasolini di oscenità. Dopo tre giorni, su richiesta del P.M., il giudice istruttore archivia la denuncia.
Il film viene giudicato quattro volte e quattro volte prosciolto dall’accusa di oscenità. Altre otto denunce arrivano alle procure di: Mantova, Viterbo, Frosinone, Venezia, Latina.
“Il fiore delle Mille e una Notte”, prima ancora di essere immesso nel circuito cinematografico, viene denunciato da una donna che l’ha visto in anteprima. Il giudice istruttore del tribunale di Milano decreta di non doversi promuovere azione penale contro il film.
“Salò o le 120 giornate di Sodoma” viene censurato con divieto di distribuzione, annullato nel dicembre del ’75. Segue una denuncia dell’Associazione nazionale per il buoncostume all’autorità amministrativa. Il ricorso in appello porta all’assoluzione e al dissequestro del film solo a condizione di alcuni tagli che alla fine ammontarono ad un totale di cinque minuti.
Teorema: trama e interpreti
La ricca famiglia di un industriale milanese viene profondamente scossa dall’arrivo di un ospite inatteso (Terence Stamp) e fuori dal consueto che passa tutto il tempo in contemplazione e lettura (della poesia di Arthur Rimbaud). Un giovane venticinquenne silenzioso e affascinante che seduce e fa sesso con ogni componente della famiglia, dall’industriale Paolo (Massimo Girotti) all’nnoiata moglie Lucia, (Silvana Mangano) la domestica Emilia (Laura Betti) di origini contadine e i due figli sudenti Pietro (Andrès José Cruz Soublette) e Odetta (Anne Wiazemsky).
Quando il misterioso viaggiatore ripartirà come è arrivato, til risveglio del corpo e delle coscense ha cambiato tutto, la madre si dà a diversi giovanotti, la figlia diventa catatonica, il figlio abbandona la famiglia e si mette a dipingere quadri assurdi, il capofamiglia lascia la fabbrica agli operai, si spoglia nella stazione di Milano e si perde nel deserto, mentre la domestica di origine contadine, levita come una santa.
Tra gli altri interpreti anche:
Ninetto Davoli: Angelino
Carlo De Mejo: un ragazzo
Adele Cambria: l’altra serva
Cesare Garboli: l’intervistatore del prologo
Alfonso Gatto: il medico
Susanna Pasolini: la vecchia contadina
Luigi Barbini: ragazzo della stazione
Teorema. Curiosità
Teorema nasce come tragedia in versi nel 1965, trasformato nel 1968 in romanzo molto frammentario che mantiene alcuni capitoli in versi (Edizione Garzanti, Milano 1968) e sceneggiatura cinematografica, con una riduzione drastica dei dialoghi e della narrazione per mezzo di una voce fuori campo.
Teorema, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, con Sergio Citti come aiuto regia, è stato prodotto da Franco Rossellini e Manolo Bolognini per Aetos Film e distribuito da Euro International Films.
Il 7 settembre 1968 viene proiettato al Cinema Fiamnma di Roma, il 10 settembre 1968 al Cinema Cristallo di Torino.
Teorema è stato girato dalla fine di marzo al 15 maggio 1968, nei teatri di posa Aetos Film (Roma) e negli esterni di Milano, Lainate, cascina Torre Bianca (Pavia), Roma, valle dell’Etna.
Silvana Mangano, bella e diafana, è stata musa di Pasolini per Teorema come per “Edipo Re” e “Il Decameron”, oltre all’episodio “La terra vista dalla Luna”.
La villa in cui è ambientato il film (per tutti gli esterni, le scene nel giardino e quelle sulla strada) è a Milano in via Palatino 16.
Secondo Pasolini è nel sovvertimento della logica che sorregge l’ideologia (o la totale assenza di ideologia) della società borghese capitalistica che consiste l’unica possibilità di una rivoluzione.
Teorema: Colonna Sonora
La partitura musicale di Teorema, affidata ad Ennio Morricone e le sue musiche originali, ricorre al Requiem di Mozart, la musica dodecafonica e il jazz, per commentare la crisi e la fine della classe borghese.
– Wolfgang Amadeus Mozart, Requiem in re minore K. 626. Registrazione MK nell’esecuzione dell’Academic Russian Chorum e dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia di Mosca.
– Ted Curson, Tears of Dolphy (qualche commentatore lo indica anche con il titolo Per la morte di un sax alto).
– Stainton Nohra Audrey – Ennio Morricone, Fruscio di foglie verdi.
– Ennio Morricone, Ultima corrida.
Via | Wikipedia – Videoteca Pasolini – Pier Paolo Pasolini, Eretico e Corsaro – Listal – Kinopoisk