Home Dramma Stasera in tv: “L’accusa” su Rai 3

Stasera in tv: “L’accusa” su Rai 3

Rai 3 stasera propone il dramma francese del regista Yvan Attal con Charlotte Gainsbourg e Ben Attal.

11 Gennaio 2024 07:40

L’accusa (Les Choses humaines), su Rai 3 il dramma francese tratto dal romanzo “Le cose umane” della scrittrice Karine Tuil, diretto dal regista Yvan Attal (Quasi Nemici – L’importante è avere ragione) che dirige sua moglie Charlotte Gainsbourg e suo figlio Ben Attal.

L’accusa – Cast e doppiatori

Ben Attal: Alexandre Farel
Suzanne Jouannet: Mila Wizman
Charlotte Gainsbourg: Claire Farel
Mathieu Kassovitz: Adam Wizman
Pierre Arditi: Jean Farel
Audrey Dana: Valérie Berdah
Benjamin Lavernhe: avv. Arthur Célerier
Judith Chemla: Ferre

Doppiatori italiani

Alberto Franco: Alexandre Farel
Alice Venditti: Mila Wizman
Chiara Colizzi: Claire Farel
Luca Semeraro: Adam Wizman
Rodolfo Bianchi: Jean Farel
Emanuela Damasio: Valérie Berdah
Francesco Venditti: avv. Arthur Célerier
Serena Sigismondo: Ferre

L’accusa – Trama e trailer

Un ragazzo è accusato di aver violentato una ragazza. Chi è questo ragazzo, e chi è questa ragazza? Lui è colpevole o innocente? Lei è una vittima o è spinta solo da un desiderio di vendetta, come sostiene l’accusato? I due giovani protagonisti e i loro cari vedranno le loro vite, le loro convinzioni e le loro certezze andare in frantumi ma… esiste una sola verità?

Curiosità sul film

  • Il regista francese di origine israeliane Yvan Attal ha diretto anche Mia moglie è un’attrice, Do Not Disturb, Sono dappertutto e Quasi Nemici – L’importante è avere ragione.
  • “L’accusa” è il primo film drammatico del regista Yvan Attal dopo sei commedie.
  • Il film è tratto dal libro “Le cose umane” di Karine Tuil adattato per lo schermo dal regista Yvan Attal in collaborazione con Yaël Langmann (Contra).
  • L’attore Ben Attal che interpreta il ragazzo accusato di stupro è il figlio del regista Yvan Attal e dell’attrice Charlotte Gainsbourg. Padre e figlio hanno collaborato altre sei volte in in precedenza, la più recente è stata per la commedia My Stupid Dog (Mon Chien Stupide), adattamento dell’omonimo romanzo di John Fante.
  • Il team che ha supportato il regista Yvan Attal dietro le quinte ha incluso il direttore della fotografia Rémy Chevrin, il montatore Albertine Lastera, lo scenografo Samuel Deshors e la costumista Carine Sarfati.
  • “L’accusa” è prodotto da Olivier Delbosc, Yvan Attal e Sidonie Dumas per Curiosa Films, Films Sous Influence, France 2 Cinéma e Gaumont.

Il romanzo originale

Nata nel 1972 a Parigi, Karine Tuil ha ottenuto un Diploma in diritto della comunicazione e scienze dell’informazione. Mentre preparava la sua tesi di dottorato, ha iniziato a scrivere tre romanzi riuscendo a trovare un editore per il terzo, “Pour le pire”, pubblicato nel 2000 e ha deciso così di dedicarsi alla scrittura senza portare a termine la tesi. In seguito ha pubblicato altri 10 romanzi, l’ultimo dei quali, “Le cose umane”, ispirato alla storia dello stupro di Stanford (2015-2016), ha ottenuto il Prix Interallié e il Prix Goncourt des lycéens nel 2019. Nominata dama dell’Ordine delle arti e delle lettere nel 2014, vive e lavora nella capitale francese con il compagno e i loro tre figli.

I Farel sono una coppia di potere. Jean, rispettato giornalista, presenta da oltre trent’anni un famoso programma politico alla televisione; Claire è un’intellettuale nota per il suo impegno femminista. Il figlio, Alexandre, frequenta una prestigiosa università americana. Tutto sembra funzionare alla perfezione per loro. Ma un’accusa di stupro sconvolgerà questa impeccabile costruzione sociale. Il sesso e la volontà di distruzione sono il cuore di questo romanzo che mette a nudo le dinamiche impietose della macchina giudiziaria e indaga il mondo contemporaneo, i suoi impulsi, le voglie e le paure. Chi è davvero sicuro di non finire un giorno preso in un simile ingranaggio?

Il romanzo “Le cose umane” è disponibile su Amazon.

Intervista al regista

Com’è arrivato nelle sue mani il libro “Le cose umane” di Karine Tuil?

Il romanzo era appena uscito. Ero interessato all’autrice, della quale avevo già letto altre cose, e all’argomento: un ragazzo accusato di stupro in seguito a una festa. La narrazione mi ha sconvolto. Mi ha commosso l’imputato (nel quale potevo rivedere mio figlio), mi ha commosso la vittima (nella quale potevo rivedere mia figlia), mi sono completamente identificato nei genitori dei due giovani coinvolti in questo fatto di cronaca. Ho modificato la struttura della storia – c’è “lui”, poi “lei” e infine il processo – perché lo spettatore abbia il tempo di affezionarsi a loro. Volevo sapere da dove venivano, chi erano, come entramb avevano passato la serata che precede il dramma, perché lei riteneva che lui l’avesse stuprata e perché invece lui credeva che lei fosse stata consenziente. Il tema era attuale, i personaggi complessi. E, per la prima volta, questo libro mi ha fornito l’occasione di allontanarmi dalla commedia, di ritrovarmi in un tipo di cinema che mi ha fatto venire voglia di fare cinema con elementi che non avevo mai avuto occasione di riprendere: un commissariato, un tribunale, una perquisizione, ecc.

Oltre al materiale del romanzo ha svolto delle ricerche personali?

Durante la stesura ho incontrato giudici, poliziotti e avvocati per comprendere il più possibile il loro campo d’azione, la loro concezione del mestiere. Il romanzo mi ha fornito del bel materiale drammatico ma avevo bisogno di immergermi nel sistema, nell’arena in cui tutti operano. L’aula del processo è quella che mi ha segnato di più: vi regna il silenzio, una tensione molto forte. Non è un teatro. Gli avvocati ovviamente indulgono in “performance”, a volte teatrali, ma il loro obiettivo è quello di colpire forte e di convincere, perché la posta in gioco è molto alta. Ho assistito a un processo per stupro. Lì, non c’era alcun dubbio che l’uomo fosse colpevole. Ma nonostante tutto, c’è un essere umano dentro al box e un altro al banco degli imputanti. Ci sono in gioco molte vite e malgrado tutte le convinzioni, le emozioni, si esce scossi. La lettura del romanzo non era stata sufficiente, dovevo vivere questa esperienza. È ciò che ha guidato la mia messa in scena: rimanere a lungo sui personaggi per evitare il superfluo.

L’accusa – La colonna sonora

  • Le musiche originali de “L’accusa” sono del pianista compositore Mathieu Lamboley (Libero e scansafatiche, Lolo – Giù le mani da mia madre, Red Snake, La signora delle rose, Il discorso perfetto).

1. Lui 1:52
2. Zone grise 3:50
3. Sometimes I’m Happy (King Pleasure) 2:41
4. 20 minutes d’action 1:28
5. Elle 2:30
6. Nature Boy (Elle Fitzgerald & Joe Pass) 2:25
7. Plaidoiries 5:21
8. Elle et lui Pt. 1 1:08
9. Elle et lui Pt. 2 3:08

La colonna sonora de “L’accusa” è disponibile su Amazon.

Dramma