Terminator Genisys: le recensioni Italiane e Americane
Uno sguardo alle recensioni di “Terminator Genisys”
Ieri sera ho visto Terminator Genisys e devo ammettere che mi sono divertita, anche se il fascino dei primi due è decisamente un’altra cosa. Oggi leggiamo insieme le recensioni Americane e Italiane del film. Su RottenTomatoes la pellicola ha raccolto solo il 27% di voti positivi. Davvero poco. Voi l’avete visto? Piaciuto?
“Terminator: Genisys” è diretto da Alan Taylor e interpretato da Arnold Schwarzenegger, Emilia Clarke, Jai Courtney, Matt Smith, Aaron V. Williamson, Jason Clarke, J.K. Simmons, Byung-hun Lee, Courtney B. Vance, Douglas Smith, Sandrine Holt, Teri Wyble.
Wesley Morris – Grantland: Parte di ciò che rende Terminator Genisys così pietoso è che gli attori ci dicono più e più volte perché sono in una scena particolare e perché esiste il film.
Megan Garber – The Atlantic: non ha nessuna delle preoccupazioni morali dei suoi predecessori.
Tom Long – Detroit News: “Terminator Genisys” è il primo successore completamente degno dei film originali di Cameron e mostra Arnold vecchio, ma non obsoleto. Voto: B +
Ben Sachs – Chicago Reader: Gli sceneggiatori Laeta Kalogridis e Patrick Lussier usano concetti di fantascienza che coinvolgono i viaggi nel tempo, realtà alternative, e la fine della civiltà.
Peter Travers – Rolling Stone: Arnold è tornato. Cosa state aspettando? Voto: 3/4
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: “Terminator Genisys” suona come il peggiore di tutti gli episodi.
Amy Nicholson – L.A. weekly: Terminator: Genisys sembra una cassetta VHS che è stato riavvolta e registrato più di 21 anni fa. E’ ossessionato dai fantasmi dei vecchi film, un cyborg il cui DNA è tutto un déjà vu. Voto: C
Andrew O’Hehir – Salon.com: L’età e l’apparente chirurgia estetica non hanno migliorato la recitazione di Schwarzenegger, e la sua presenza fisica è diminuita.
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: È meccanico nel modo peggiore. Voto: 1.5 / 4
Christy Lemire – RogerEbert.com: “Terminator Genisys” gira purtroppo sul autoreferenziale, al punto che confina con la parodia. Voto: 2/4
James Berardinelli – ReelViews: sembra il film che James Cameron avrebbe fatto se avesse continuato il franchising. Voto: 3/4
Kerry Lengel – Arizona Republic: è il più divertente degli ultimi due film, anche se non è buono come i primi due. Voto: 3/5
Joe Neumaier – New York Daily News: Il grande peccato di “Genisys” è che costa milioni e tuttavia non vale un centesimo. Voto: 1/5
Tony Hicks – San Jose Mercury News: “Terminator Genisys” è divertente, ma i fan devono accettare che non è all’altezza degli standard fissati dalla originale. Voto: 2.5 / 4
Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: una collezione greatest hits per i collezionisti ossessivi. Nei suoi termini, Terminator Genisys praticamente non ha senso. Voto: 2/5
Michael O’Sullivan – Washington Post: non è la macchina dentro l’uomo, ma viceversa. Voto: 2.5 / 4
Sara Stewart – New York Post: sparge cellule cerebrali lungo la strada. Voto: 2/4
Jake Coyle – Associated Press: Il ritorno di Schwarzenegger per il suo ruolo più iconico fornisce gran parte del fascino di questo remake altrimenti inutile.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: Ci vorrebbero cento pagine per raccontare una sceneggiatura che andrebbe studiata al neurodeliri. (…) il destino non è scritto (con buona pace di Lawrence d’Arabia). Si spara molto ma senza ragione: chiunque venga colpito si ricompone con larghe chiazze argentee. Moltissimo rumore per nulla: colpa di un’indigestione con incubo di Cameron nell’82. Il quarto round è di Alan Taylor e sfrutta le doti di Jason Clarke.
Francesco Alò – Il Messaggero: (…) Terminator Genisys, quinta pellicola di una saga che ha cambiato la fantascienza moderna nel lontano 1984 quando James Cameron rivisitò, dopo Il mondo dei robot (1973) e prima di The Matrix (1999), il tema della guerra tra macchine dotate di intelligenza artificiale e noi esseri umani. (…) Di grande fascino nel ruolo del protettore innamoratissimo di Sarah la prova dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, diventato una star come muscolosa macchina assassina proprio grazie all’originale di Cameron del 1984. (…) Le parti romantiche sono più convincenti rispetto ad astrusità cronologiche e ridondanti scene d’azione. Riuscirà questo buffo quinto capitolo a resuscitare la saga? I primi risultati di box office mondiale, purtroppo, dicono di no.
Maurizio Acerbi – il Giornale: (…) poco spazio alla parte introspettiva e via libera ad una serie di gag (a volte, eccessivamente ripetute come quella del sorriso stampato di Arnold), intervallate da action puro e da incomprensibili spiegazioni (pseudo) scientifiche che appesantiscono piuttosto che chiarire una trama da Ritorno al Futuro (con tutti quei viaggi nel tempo) che spesso vi lascerà attoniti.. (…) Se siete dei fan accaniti della saga, molto probabilmente uscirete dalla sala disgustati. Intanto, però, soprattutto tra i più giovani, non avendo visto i precedenti Terminator, si esalteranno davanti al solito abbondare di effetti (neanche così) speciali, con inevitabile sovrapprezzo per il 3D. Così è se vi pare.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) (…) il nuovo Terminator è un solido prodotto che non mancherà di affermarsi al botteghino: gli effetti speciali sono di ottima qualità, il 3D funziona bene, il regista Alan Taylor (che ha firmato molti episodi di Trono di spade) guida efficacemente lo spettacolo. Certo, non c’è nessuna inventiva, si tratta di materiale riciclato: anzi la pratica citazionistica è così esplicita che sembra di vedere estratti delle precedenti pellicole.
Roberto Nepoti – la Repubblica: A stretto giro da Jurassic World arriva anche il reboot di Terminator . Se i due prototipi erano molto diversi tra loro (un film per tutta la famiglia, una “serie B” visionaria), gli ultimi arrivati sono fatti esattamente con la stessa logica: sfruttare il capitale iniziale vellicando quel che il pubblico già sa. (…) gli sceneggiatori conducono lo spettatore in una giostra di false piste e false identità a catena; affaticandolo un po’. Schwarzie si offre dosi massicce di autoironia; l’Emilia Clarke del Trono di spade è troppo ragazzina per convincere come valorosa guerriera. Se il film incassa sarà il primo di una nuova trilogia.