Stasera in tv: “Il ritratto del Duca” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “The Duke”, commedia biografica del 2020 di Roger Michell con Helen Mirren, Jim Broadbent, Matthew Goode, Fionn Whitehead, Anna Maxwell Martin, Sian Clifford e Jack Bandeira.
Il ritratto del duca (The Duke), su Rai 3 la commedia di Roger Michell (Notting Hill) interpretata dai premi Oscar Helen Mirren e Jim Broadbent. Il film è tratto dall’incredibile storia vera di un tassista che per affermare i propri ideali e principi, decide di rubare il celebre ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra.
Il ritratto del Duca – Cast e doppiatori
Jim Broadbent: Kempton Bunton
Helen Mirren: Dorothy Bunton
Matthew Goode: Jeremy Hutchinson
Fionn Whitehead: Jackie Bunton
Anna Maxwell Martin: sig.ra Gowling
Sian Clifford: dott. Unsworth
Jack Bandeira: Kenny Bunton
Aimée Kelly: Irene
Charlotte Spencer: Pammy
Joshua McGuire: Eric Crowther
Andrew Havill: Sir Philip Hendy
James Wilby: Carl Aarvold
Heather Craney: Debbie
Richard McCabe: Rab Butler
Charles Edwards: Joseph Simpson
Val MacLane: Freda
Dorian Lough: Isp. McPherson
John Heffernan: Neddie Cussen
Sian Clifford: Dott. Unsworth
Doppiatori italiani
Carlo Valli: Kempton Bunton
Ada Maria Serra Zanetti: Dorothy Bunton
Gianfranco Miranda: Jeremy Hutchinson
Manuel Meli: Jackie Bunton
Francesca Fiorentini: sig.ra Gowling
Emanuele Ruzza: Kenny Bunton
Emanuela Ionica: Irene
Francesco De Francesco: Eric Crowther
Valentina Stredini: Pammy
Stefano Oppedisano: Sir Philip Hendy
Giorgio Locuratolo: Carl Aarvold
Laura Romano: Debbie
Ambrogio Colombo: Rab Butler
Davide Marzi: Joseph Simpson
Paola Giannetti: Freda
Stefano Thermes: Isp. McPherson
Il ritratto del Duca – Trama e trailer
Nel 1961, Kempton Bunton (Jim Broadbent), un tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il segnale televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed edificante storia.
Curiosità sul film
- Il film segna l’ultima regia del regista sudafricano Roger Michell scomparso il 22 settembre 2021 all’età di 65 anni. Michell è noto al grande pubblico per aver diretto al commedia romantica campione d’incassi Notting Hill con Hugh Grant e Julia Roberts. Michell ha diretto anche Ipotesi di reato (2002), Il buongiorno del mattino (2010), A Royal Weekend (2012), Le Week-End (2013) e Blackbird – L’ultimo abbraccio (2019).
- Roger Michell ha diretto “Il ritratto del Duca” da una sceneggiatura di Richard Bean (Harvest) e Clive Coleman (Chambers).
- Ken Adam, il famoso scenografo e art designer, ha contattato la National Gallery di Londra dopo il furto (nel 1961) del ritratto di Goya del Duca di Wellington (The Duke) per ottenere una diapositiva dell’immagine. E’ stato così che ha potuto dipingere una copia durante il fine settimana prima che iniziassero le riprese il lunedì per Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No, 1962) nelle scene in cui James Bond si ferma stupito nell’individuare il dipinto scomparso prima di cenare con il dottor Julius No, scoprendo che è stato il Dottor No ad averlo rubato. Il dipinto vero e proprio non è stato recuperato fino al 1965, soggetto del film “il ritratto del Duca”. Un’idea simile di un dipinto scomparso in un film di James Bond è “Donna con ventaglio” di Modigiliani in Skyfall (2012) e riappare brevemente nella stanza di Madeleine nel nascondiglio di Blofeld in Spectre (2015), un dipinto rubato nel 2010. Allo stesso modo con Picasso ” Le pigeon aux petits pois” visto nella stanza di Bond presso il nascondiglio di Blofeld in Spectre (2015). Entrambi questi dipinti reali sono stati rubati con altri 3 dal Museo d’arte moderna di Parigi il 20 maggio 2010.
- Le produzioni EON, che sono i produttori della serie di film ufficiali di James Bond, sono notoriamente protettive nei confronti delle loro proprietà e raramente danno il permesso di utilizzare clip nei film di altri studios per paura che le clip vengano utilizzate in modo improprio o schernite. In questo caso Helen Mirren e il regista Roger Michell hanno chiesto personalmente ai produttori di Bond Barbara Broccoli e Michael Wilson il permesso di utilizzare la scena di “Agente 007 – Licenza di uccidere” (Dr. No, 1962) e hanno promesso che la scena sarebbe stata utilizzata nel contesto e non adulterata in alcun modo. È stata pagata una piccola somma (che è stata donata in beneficenza) e a Broccoli e Wilson è stato permesso di vedere il film finito con la promessa che se non gli fosse piaciuto il modo in cui era stata utilizzata la scena, sarebbe stata rimossa prima dell’uscita del film. Fortunatamente non hanno avuto lamentele.
- Il film utilizza alcuni filmati televisivi autentici dell’epoca riguardanti la notizia del furto (alcuni provenienti dagli archivi della BBC). Utilizza anche alcune riprese a colori tratte dai cinegiornali Pathe per rappresentare Londra all’inizio degli anni ’60.
- Mentre il film dà la sensazione che siano trascorse solo settimane o mesi tra il furto e la restituzione del dipinto, in realtà sono passati 4 anni tra gli eventi. Inoltre Kempton non è entrato nella galleria per restituirlo, ma lo ha restituito tramite un deposito bagagli e si è costituito poco tempo dopo.
- Jim Broadbent è stata l’unica scelta di Roger Michell per il ruolo di Kempton. Michell ha detto che avrebbe abbandonato il film se Broadbent non avesse accettato di interpretare il ruolo.
- Kempton e Dorothy Bunton avevano circa 60/61 anni quando accaddero gli eventi narrati nel film. Jim Broadbent aveva in realtà 70 anni e Helen Mirren 74 al momento delle riprese.
- Le scene dell’aula di tribunale sono state girate ai West London Film Studios di Twickenham, Middlesex, dove c’è un’aula di tribunale permanente che viene spesso utilizzata per riprese cinematografiche e televisive.
- Anna Maxwell Martin (che interpreta la signora Gowling) era sposata con il regista Roger Michell al momento delle riprese.
- I produttori hanno impiegato quattro anni per aumentare il budget di produzione e assicurarsi il cast. Alla fine Pathé ha stanziato la metà del budget per le riprese per un importo di 5,5 milioni di sterline.
- Sebbene Kempton Bunton sia raffigurato come un tassista in questo film, il vero Kempton Bunton era in realtà un ex autista di autobus.
- Dopo 32 minuti dall’inizio del film, è visibile il tatuaggio di Helen Mirren sul pollice della mano sinistra.
- Sebbene il furto del Goya e il processo fossero notizie da prima pagina, i dettagli effettivi dell’accordo concluso dalla polizia con il vero colpevole non sono emersi fino al 2011.
- Il team legale di Kempton Bunton è riuscito a sostenere con successo che Kempton non era colpevole di aver rubato il dipinto sulla base del fatto che non aveva mai avuto intenzione di conservare il dipinto, il che significa che non poteva essere colpevole di furto nel senso stretto del termine. Come risultato diretto di questo caso, un’ulteriore sezione (numero 11) è stata aggiunta alla legge sui furti del 1968. Questa sezione vieta sostanzialmente a chiunque di rimuovere qualsiasi articolo o oggetto dall’esposizione da un edificio pubblico con accesso pubblico, chiudendo di fatto una precedente scappatoia. che esisteva nella legge.
Dichiarazioni del cast
Jim Broadbent parla del film e del suo personaggio:
È stata una delizia leggere la sceneggiatura, meravigliosamente intelligente e così divertente. Ha colto l’essenza della storia trasformandola in un fantastico racconto alla Robin Hood. L’intera storia contiene un messaggio molto forte che gli sceneggiatori raccontano meravigliosamente. Kempton si espone per il bene degli altri perché è nella sua natura prendersi cura di chiunque. Kempton è un personaggio complicato, il perfetto equilibrio di luce e ombra. È un uomo d’onore, ma è anche un po’ pazzerello. È in buona fede, ma sbaglia anche tanto! Roger [Michell] è un meraviglioso cineasta. Capisce gli attori così bene, sa cosa possiamo fare e ci incoraggia. Non sarei potuto essere più felice di lavorare di nuovo con lui.
Helen Mirren parla del film e del suo personaggio:
L’intera vicenda mi ha colta di sorpresa, sarebbe da prendere con beneficio di inventario se non fosse completamente vera. Ho adorato il fascino della sceneggiatura, tenera e molto dolce. Amo gli anni ’60, sono un periodo più genuino e innocente. Dorothy è molto pragmatica, dote che in una famiglia spesso appartiene alle donne: è lei che manda avanti la famiglia. Kempton è un sognatore, ma per molti versi è alquanto impegnato e coraggioso- Non dovremmo seguire l’esempio di Kempton, ma neppure quello di Dorothy: sognare è bello e va benissimo, ma bisogna comunque pagare le bollette! Quindi nella vita diamo ascolto anche alle persone pragmatiche…Quando si mette in scena una vecchia coppia di coniugi, è molto importante che il pubblico creda a quel rapporto. Mi sono infilata nel ruolo della moglie di Jim con grande facilità, non c’è stato alcuno sforzo da parte mia- La morte della loro giovane figlia provoca un cambiamento nell’unione precedentemente felice della coppia di cui nessuno dei due è in grado di parlare. ‘C’è una frattura per via del differente approccio al dolore di ciascuno dei due. Dorothy lo reprime e cerca di andare avanti, mentre Kempton continua a tornarci sopra nei suoi scritti.
La vera storia dietro al furto
Nel 1961, il ritratto di Francisco Goya del Duca di Wellington viene messo all’asta da Sotheby’s. Il collezionista newyorkese Charles Wrightsman offre 140.000 sterline (l’equivalente di tre milioni di sterline oggi). Tuttavia, il governo britannico interviene in sostegno di una controfferta per garantire che il dipinto rimanga in Gran Bretagna.
Il quadro viene salvato a beneficio della nazione e messo in mostra alla National Gallery. 19 giorni dopo diventa il primo (e ultimo) dipinto ad essere rubato dalla pinacoteca nei suoi 196 anni di storia. Jackie Bunton vede il dipinto al telegiornale. Ha 20 anni, viene da una famiglia povera di Newcastle e lavora come tassista sognando una vita migliore.
Sentendo parlare dell’ingente somma di denaro pagata per il ritratto, Jackie è curioso di capire perché tanto scalpore attorno all’opera. Decide di recarsi a Londra per visitare la National Gallery. Trova il quadro appoggiato a un cavalletto dietro a una semplice barriera di corda. Trovandosi di fronte a esso, Jackie sente di essere vicino alla vera ricchezza come mai più lo sarà in vita sua. Un’idea inizia a prendere forma nella sua mente.
Ha letto da qualche parte che, in caso di furto, l’assicurazione è disposta a pagare il 10% del valore del dipinto come ricompensa per la sua restituzione integra. Che sia la sua occasione di avere una vita migliore per se stesso e per la sua famiglia? Studiato un piano Jackie si issa su un parchimetro e spicca un balzo per scavalcare il muro perimetrale alto tre metri del cortile della National Gallery. Sale su una scala, si infila nella finestra del bagno, striscia lungo i pavimenti della pinacoteca e afferra lesto il dipinto, ripercorrendo il tragitto a ritroso.
Fuori dalla galleria, scassina la serratura di un’auto che mette in moto collegando i fili dopo aver messo il dipinto sul sedile posteriore. Mentre si allontana viene fermato da un vigile che gli rimprovera di aver imboccato una strada a senso unico dal lato sbagliato. Viene lasciato andare con un ammonimento, mentre il quadro resta tutto il tempo in bella vista.
Kempton rimarrà a Londra con il dipinto in attesa che la situazione si normalizzi e di poterlo trasportare in modo sicuro a Newcastle. Uomo dal profondo senso di cosa è giusto e cos’è sbagliato, si trova regolarmente in conflitto con le persone che incarnano l’autorità, in particolare i datori di lavoro, motivo per cui fatica a conservare un impiego. Questo significa che è sua moglie Dorothy la principale fonte di sostentamento della famiglia con la sua misera paga di donna delle pulizie.
Quando la loro figlia maggiore, Marian, muore in un tragico incidente in bicicletta, la famiglia è devastata. Kempton sente ora di avere finalmente i mezzi per farsi ascoltare e fare qualcosa di buono, così escogita un piano per scrivere delle richieste di riscatto in cui esige che siano donate in beneficenza 140.000 sterline in cambio della restituzione del dipinto con Scotland Yard che è persuasa che il furto sia opera della Mafia o di qualche altro cartello della criminalità organizzata. Quando Kempton decide di inviare la bolla di spedizione presente sul retro della tela, la polizia finalmente si convince che le comunicazioni provengono dal vero ladro, ma non sa dove cominciare a cercarlo.
La National Gallery offre una ricompensa di 5.000 sterline a chiunque sia in grado di contribuire all’identificazione del ladro e alla restituzione del dipinto. Ma nessuno si fa avanti. Nel frattempo, Kempton continua a cambiare lavoro e a condurre la sua battaglia per l’abolizione del canone televisivo per i cittadini che non possono permetterselo. Alla fine il Daily Mirror pubblica una proposta di accordo con il ladro: se il dipinto verrà restituito, il Mirror lo metterà pubblicamente in mostra per lanciare la raccolta di 30.000 sterline da devolvere a cause benefiche.
Kempton avvolge il dipinto in un foglio di carta da pacchi e incarica Jackie di portarlo alla stazione ferroviaria di Birmingham e di affidarlo al deposito bagagli. Poi spedisce la ricevuta del deposito bagagli al Daily Mirror. Ma quando il quotidiano entra in possesso del dipinto, non mantiene la parola data sull’accordo.
Nel luglio 1965 Kempton entra nella sede di Scotland Yard e rilascia una dichiarazione scritta in cui confessa il crimine. Bunton è giudicato non colpevole per il furto del dipinto, ma colpevole per il furto della cornice (perché non viene mai ritrovata) e viene condannato a 3 mesi di detenzione in carcere. Come diretta conseguenza del processo, il governo emana la legge sul furto stabilendo che è reato rimuovere un’opera d’arte da una galleria e pretende che le misure di sicurezza dei musei e delle pinacoteche della nazione vengano interamente revisionate.
Il ritratto del Duca – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del britannico George Fenton, compositore candidato a 4 premi Oscar per Gandhi, Grido di libertà, Le relazioni pericolose e La leggenda del re pescatore. Fenton ha recentemente musicato Un uomo tranquillo con protagonista Liam Neeson e l’adattamento The Secret – La forza di sognare di Andy Tennant.
- La colonna sonora include i brani “Shop Window” di Ivor Slaney, “Jerusalem” di Sir Charles Hubert Hastings Parry & William Blake, “Stranger on the Shore” di Mr. Acker Bilk.
1. The Duke: Opening Credits 1:31
2. Kempton Bunton and the Heist 3:19
3. Marion 1:14
4. No Clues Yet 2:26
5. Dorothy Remembers 3:24
6. Kempton’s Place 3:22
7. Marion (Interlude) 1:18
8. The Goya’s Returned 1:47
9. The Boatshed 1:25
10. Jackie’s Story 1:55
11. Jury’s Out 1:03
12. The Verdict 1:20
13. The Resolution 1:58
14. The Gallery (Jerusalem) 2:21
15. The Duke Theme 2:59
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