Il Corvo – The Crow: il regista Alex Proyas critica il reboot con Bill Skarsgard
Il regista Alex Proyas regista del cult con Brandon Lee critica su Facebook il reboot e deride il look di Bill Skarsgard nei panni di Eric Draven.
Il Corvo – The Crow, cult sia nella versione fumetto che nell’adattamento cinematografico del 1994 tornerà sul grande schermo il 7 giugno 2024 con un nuovo Eric Draven. Dopo il compianto Brandon Lee e l’attore e artista marziale Mark Dacascos nella serie tv, toccherà a Bill Skarsgard, attore noto per il ruolo del clown Pennywise nell’adattamento cinematografico IT, incarnare il vendicatore ultraterreno che torna dall’aldilà per portare dolore, tormento, terrore ma soprattutto giustizia in un mondo malvagio e disperato fino al midollo.
Alex Proyas, regista del primo adattamento cinematografico del 1994 non è soddisfatto dell’imminente reboot e lo ha fatto sapere criticando pubblicamente le prime immagini rilasciate di Bill Skarsgård nei panni di Eric Draven.
Proyas ha condiviso un’immagine su Facebook di Skarsgård seduto davanti ad un falò al fianco della Shelly Webster di FKA Twigs e ha deriso il look di Skarsgård: “Eric Draven sta avendo una brutta giornata con i capelli. Al prossimo reboot, grazie.”
Proyas ha poi continuato a criticare in modo sarcastico Skarsgård nei commenti aggiungendo: “Immagino che dovrebbe essere qualcuno che ti fa raggelare il sangue con tutti quei tatuaggi, lupi mannari e teschi sulla giacca”…Beh, almeno le foto mi hanno fatto fare una bella risata. Per un momento ho pensato che avrebbero buttato all’aria l’eredità di Brandon Lee”.
Alex Proyas è sempre stato contrario alla realizzazione di un nuovo film de Il Corvo e in precedenza si era espresso contro in un messaggio accorato in cui spiegava che realizzare altri film sarebbe stata una pessima idea. La ragione dietro la sua opinione è l’eredità di Brandon Lee, che come è noto fu ucciso accidentalmente sul set mentre girava il film all’inizio degli anni ’90.
L’appello inascoltato di Alex Proyas
PERCHÉ PENSO CHE IL CORVO NON DOVREBBE ESSERE RIFATTO
Ho avuto il privilegio di conoscere Brandon Lee: era un attore giovane, immensamente dotato, con un grande senso dell’umorismo e un futuro luminoso davanti a sé. Ho avuto anche il privilegio di poterlo definire un amico. Il nostro rapporto di lavoro come attore/regista è andato oltre la semplice collaborazione. Abbiamo realizzato insieme un film che ha toccato molte persone.
Non ho preso un credito “Un film di” su IL CORVO. Volevo che fosse il film di Brandon, perché lo era, e perché non sarebbe stato in grado di fare altri film. Ha portato tutta la sua passione nel film ed è rimasta la sua eredità. È un film di cui sono certo sarebbe stato orgoglioso.
Ho finito il film per Brandon, lottando contro il dolore, insieme al cast e alla troupe, che sono stati di grande supporto perché tutti amavano Brandon, per completarlo in sua assenza. Eravamo intrisi della forza dello spirito di Brandon e della sua ispirazione. Non solo il meraviglioso lavoro di Brandon come attore e regista, ma anche come uomo, la cui umanità ci ha toccato.
IL CORVO non sarebbe un film degno di essere “rifatto” se non fosse per Brandon Lee. Se non fosse stato per Brandon forse non avresti mai sentito parlare di questo toccante fumetto underground. È il film di Brandon. Credo che sia un caso speciale in cui Hollywood dovrebbe semplicemente lasciare che rimanga una testimonianza dell’immenso talento e del massimo sacrificio di un uomo – e non lasciare che altri riscrivano quella storia o vi aggiungano qualcosa. So che sono stati realizzati sequel, serie tv e quant’altro, ma l’idea di “riavviare” questa storia e il personaggio originale – un personaggio a cui Brandon ha dato vita a un costo troppo alto – mi sembra sbagliato.
Per favore, lasciate che questo rimanga il film di Brandon.
Il Corvo – Un franchise proseguito con l’intento sbagliato
Un remake de “Il Corvo” era nei piani da molti anni, e il ruolo di Eric Draven nel frattempo ha avuto diversi candidati. Dal 2008 lo sviluppo de reboot ha visto coinvolti, più o meno ufficialmente, Jason Statham, Mark Wahlberg, Bradley Cooper, James McAvoy, Tom Hiddleston, Luke Evans, Jack Huston e il più recente Jason Momoa. In cabina di regia si sono invece succeduti Juan Carlos Fresnadillo, F. Javier Gutierrez e Corin Hardy, con la Relativity Media che ha nel frattempo perso i diritti a favore di Sony Pictures.
Non possiamo che stendere un velo pietoso sui sequel realizzati sinora, incluso il discreto Il Corvo 2 (The Crow: City of Angels) esteticamente potente, ma afflitto da due errori imperdonabili. In primis il troppo poco tempo trascorso dall’uscita del film originale, ma soprattutto dalla morte di Brandon Lee, apparso come un vero affronto piuttosto che un omaggio. Se ciò non bastasse, si aggiunge una sceneggiatura di David S. Goyer in grado di trasformare il protagonista Ashe Corven (Vincent Perez) da struggente anima in pena a vigilante in stile Batman, ricordiamo che Goyer nove anni dopo scriverà Batman Begins. Purtroppo per Goyer l’approccio al sequel risulta del tutto errato poiché Eric Draven, in questo caso Ashe Corven, è la cosa più lontana che si possa immaginare da un supereroe/antieroe/vigilante, ma alla fine come capita spesso si tende semplificare il tutto all’insegna di un prodotto “generalista” appiattendo la qualunque.
Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA Twigs) vengono brutalmente assassinate quando demoni dall’oscuro passato li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric decide di cercare una vendetta spietata sui loro assassini, attraversando il mondo dei vivi e quello dei morti per rimettere a posto le cose.
Questa versione del film è firmata regista Rupert Sanders (Biancaneve e il cacciatore, Ghost in the Shell) da una sceneggiatura di Zach Baylin (King Richard) e Will Schneider, basata sul fumetto di culto “The Crow” di James O’Barr che ha dato origine ad un precedente franchise cinematografico composto da tre sequel e una serie tv.