BAMcinemaFest 2015: un’occhiata al miglior festival indie di New York
Il New York Film Festival acquista sempre più importanza, mentre le rassegne cinematografiche in città continuano ad aumentare. Ma è il BAMcinemaFest, nel cuore di Brooklyn, a essere uno dei veri appuntamenti irrinunciabili per chi ama il cinema indipendente americano. Un’occasione d’oro per New York per fare i conti con il miglior cinema indie della prima metà dell’anno, con le ultime fatiche di Sean Baker, James Ponsoldt, Alex Ross Perry, Noah Baumbach, e tante sorprese.
Per il The New Yorker è “la miglior rassegna di cinema indipendente della città”. Per il The Village Voice è semplicemente “il miglior film festival di New York”. Time Out elogia il programma di quest’anno: “potrebbe anche essere il suo migliore finora”. Il BAMcinemaFest giunge quest’anno alla sua settima edizione, e si conferma come appuntamento fondamentale e vitale di New York.
La città di rassegne cinematografiche ne ha molte, moltissime, alcune delle quali si stanno confermando realtà internazionali mica da poco (il crescente successo del New York Film Festival, a ottobre, fa tremare le gambe a causa di almeno un paio di titoli di peso rubati ogni anno persino a Toronto). Il festival della Brooklyn Academy of Music, con sede nel quartiere di Fort Greene, da tempo casa del miglior cinema indipendente a Brooklyn quanto potrebbe esserlo l’IFC a Manhattan, non è certo a quei livelli: ma nel tessuto della città continua a crescere d’importanza.
Ormai al giro di boa, con le sue 35 premiere newyorkesi il BAMcinemaFest conferma la voglia di concentrare in sé il miglior cinema indie statunitense dell’anno – con titoli visti al Sundance, al SXSW, a Berlino e non solo – per regalarlo a una community che ha sempre più fame di cinema alternativo. O che comunque non disdegna mai di unire la visione del titolo indie più chiacchierato del momento all’Inside Out di turno nel multisala.
Aperto da The End of the Tour, nuova fatica di James Ponsoldt già vista al Sundance e in uscita negli States il 31 luglio, il festival di quest’anno presenta alcune tra le opere migliori viste quest’anno in generale. Tra queste ovviamente Queen of Earth di Alex Ross Perry, splendido gioco al massacro tra due amiche e spietato ritratto di una ‘follia improvvisa’. Al film non a caso è spettato lo spazio di centerpiece del festival, quello che lo spezza a metà, una collocazione che nei festival newyorkesi ha un peso decisamente rilevante.
Altri titoli di punta: il sottovalutato Nasty Baby, visto al Sundance e a Berlino, nuova energica pellicola di Sebastian Silva su una coppia gay che vuole avere un figlio assieme alla miglior amica di uno dei due ragazzi; Krisha, vincitore del SXSW visto anche alla Semaine di Cannes, ritratto inquieto e inquietante di donna e di una famiglia (con molti attori che sono veri membri della famiglia del regista, Trey Edward Shults); il discusso The Grief of Others, opera seconda di Patrick Wang dopo l’acclamato In the Family, vista al SXSW e all’ACID di Cannes.
Non mancano le sorprese. Oggi ad esempio è il giorno di una sneak preview di Mistress America, che vede di nuovo collaborare assieme dopo Francis Ha il regista Noah Baumbach e la sua compagna/musa Greta Gerwig. Domani invece tocca alle proiezioni ‘nostalgiche’ di Kids, per il suo 20° anniversario, e a quella all’aperto e gratuita di Slacker.
E mentre scopriremo com’è uno dei titoli queer più attesi e curiosi dell’anno (Henry Gamble’s Birthday Party, 24 ore nella vita del figlio diciassettenne di un pastore evangelico alle prese con la propria sessualità), già pregustiamo il film di chiusura: Tangerine di Sean Baker, girato interamente con l’iPhone 5S, e per chi scrive uno dei titoli più attesi dell’anno…