Il teorema di Margherita: recensione e curiosità del film di Anna Novion (disponibile in esclusiva su RaiPlay)
Recensione e tutto quello che c’è da sapere su “Il teorema di Margherita”, il film di RaiPlay con protagonista il premio César Ella Rumpf.
Il teorema di Margherita, disponibile in esclusiva su RaiPlay il dramma francese diretto da Anna Novion e interpretato da Ella Rumpf, Miglior rivelazione femminile ai César Awards 2024.
- Il teorema di Margherita – Cast e doppiatori
- Il teorema di Margherita – Trama e trailer
- Il teorema di Margherita – La recensione del film
- Note di regia
- Note della Consulente Matematica Arian Mézarder
- La congettura di Goldbach – Citazioni e riferimenti
- 10 film da vedere con geni della matematica
- Il teorema di Margherita – La colonna sonora
- Il teorema di Margherita – Cast e doppiatori
- Il teorema di Margherita – Trama e trailer
- Il teorema di Margherita – La recensione del film
- Note di regia
- Note della Consulente Matematica Arian Mézarder
- La congettura di Goldbach – Citazioni e riferimenti
- 10 film da vedere con geni della matematica
- Il teorema di Margherita – La colonna sonora
Il teorema di Margherita – Cast e doppiatori
Ella Rumpf: Margherita Hoffmann
Jean-Pierre Darroussin: Laurent Werner
Clotilde Courau: Suzanne
Julien Frison: Lucas Savelli
Sonia Bonny: Noa
Maurice Cheng: sig. Kong
Idir Azougli: Yanis
Doppiatori italiani
Annalisa Platania: Margherita Hoffmann
Gianni Gaude: Laurent Werner
Vanessa Giuliani: Suzanne
Dimitri Riccio: Lucas Savelli
Alice Bertocchi: Noa
Giorgio Perno: sig. Kong
Luca Sbaragli: Yanis
Il teorema di Margherita – Trama e trailer
La regista francese Anna Novion torna alla regia, dopo alcuni anni di assenza, con un film che vede protagonista la brillante studentessa di matematica Margherita (Ella Rumpf), unica donna del corso, in procinto di terminare la sua tesi. Mentre Margherita dimostra la sua teoria davanti a un’aula gremita, un collega nota una falla nel teorema esposto. Un piccolo, ma fatale, errore inficia il lavoro di anni e fa crollare le certezze e l’autostima della giovane, mettendo in discussione la volontà di Margherita di affermarsi come matematica. La crisi personale di Margherita è il punto di svolta che la riconnette alla vita reale e sociale che fino ad allora aveva trascurato per dare la precedenza agli studi. Scopre così che la sua mente matematica le può fare guadagnare molti soldi con un gioco, il mah-jong, che ben presto diventa la sua sfida quotidiana alla sorte. Un nuovo capitolo della vita le si apre davanti, fatto non più solo di formule e numeri ma anche di legami e piaceri e di un importante riscatto, personale e sociale, oltre alla scoperta di un sentimento apparentemente “sconosciuto” a Margherita come l’amore.
Il teorema di Margherita – La recensione del film
“Il teorema di Margherita” è un racconto di formazione (“coming-of-age”) ambientato nel criptico ma affascinante mondo della matematica. Un ambiente in questo caso visto da una intrigante prospettiva al femminile grazie alla regista Anna Novion e all’interpretazione schietta della talentuosa Ella Rumpf, già protagonista del controverso Raw – Una cruda verità.
Il mondo della matematica è un contesto da sempre fortemente maschile e infatti i film più noti che hanno raccontato di geni matematici sono incentrati su uomini con un paio di recenti eccezioni, il biografico Il diritto di contare che affronta sessismo e razzismo negli anni sessanta e Gifted – Il dono del talento, in quest’ultimo caso se il genio è una bambina interpretata da Mckenna Grace, la storia è narrata dal punto di vista del padre interpretato da Chris Evans.
La regista Anna Novion ci introduce al mondo ossessivo della protagonista Margherita., talmente immersa nel suo tentativo di risolvere un teorema matematico all’apparenza irrisolvibile da chiudersi sempre più in se stessa, straniandosi dal mondo che la circonda e trasformando il suo studio nella sua intera vita. Quando il mondo confortevole dei numeri e delle equazioni in cui Margherita si è rifugiata mostrerà le prime crepe, Anche la vita della ragazza sembrerà andare in pezzi.
Dal momento in cui Margherita abbandona la sua zona di comfort comincia la vera storia di crescita della protagonista con la regista che costruisce una narrazione avvincente in parte “derivativa” rispetto ad alcuni punti della trama, come il gioco d’azzardo, ma efficace nel mostrare come il personaggio di Ella Rumpf si apre al mondo. Da studentessa asociale Margherita trova un lavoro e accoglie nella sua vita l’esuberante amica ballerina Noa (Conia Bonny), riscopre un rapporto con la madre (Clotilde Courau) e finalmente trova l’amore grazie a Lucas (Julien Frison), un compagno di studi altrettanto brillante.
Entrare con un film in un mondo come quello della matematica, con il suo linguaggio e tutta una serie di regole da rispettare, non è cosa facile, ma la regista Anna Novion non si lascia irretire e accompagna lo spettatore, anche quello più ostico alla materia in un racconto in cui la matematica e la cornice, ma le persone, le loro vite, ma soprattutto le loro emozioni sono i soggetti principali. In questo Ella Rumpf mostra un grande equilibrio nel modulare l’evoluzione della sua Margherita. Non ci sono virate nel manierismo e non c’è alcuna banalità del tipo “brutto anatroccolo diventa cigno”, ma solo il percorso di crescita e autodeterminazione di una ragazza che diventa donna. In questo percorso di crescita e scoperta, la protagonista apprende che la vita non è fatta di soli numeri e dati empirici, ma anche che la matematica per evolvere ha bisogno di nuovi e inaspettati punti di vista, qualcosa che nessun computer, ma solo la mente umana, è in grado di elaborare.
Note di regia
Quando inizio un film, cerco di partire sempre da un sentimento, una sensazione che ho provato davvero, che mi intriga e che vorrei esplorare. Quando avevo circa vent’anni mi sono ammalata e sono dovuta restare in casa per sei mesi. Una volta ripresa, sentivo un certo distacco con le persone della mia età, non riuscivo più a condividere con loro quella spensieratezza tipica dei miei coetanei. Ho cercato un modo per esprimere questa disconnessione con il mondo e con gli altri. Ho pensato alle grandi Scuole, queste istituzioni di alta formazione dove gli studenti sono spesso tagliati fuori dal resto del mondo, così che si focalizzino unicamente sui propri studi; in più, il campo della matematica mi sembrava in linea con la mia idea. Il mondo della matematica – e di conseguenza quello della Scuola Normale Superiore (o ENS) – è stato poco rappresentato nei film, così come lo è stata ancor di meno un’eroina matematica.
Il mio incontro con Ariane Mézard, una delle poche e più grandi matematiche francesi, è stato decisivo. Siamo diventate amiche all’istante, ci siamo come comprese a vicenda, il che è stato molto commovente. È una donna sensibile, determinata, sincera e affabile. Irradia attorno a sé una forza incredibile insieme ad una forte vulnerabilità e una grande consapevolezza di sé, senza saccenza. È anche stata la prima persona che mi abbia mai parlato di matematica in senso artistico, incrociandola con la poesia, l’immaginazione e tutto ciò che mi spinge ad essere una regista. Mentre parlava della sua passione, era come se parlasse anche della mia. Gilles Deleuze affermava correttamente che uno scienziato inventa e crea allo stesso modo di un artista…
Insieme al mio co-sceneggiatore, Mathieu Robin, abbiamo inventato un personaggio ispirandoci molto ad Ariane e che in un certo qual modo, dicesse molto anche di me stessa. Vedo in Margherita lo stesso entusiasmo, una forma di altruismo, una passione che riflette ciò che ha in testa. Un’altra somiglianza tra noi è il livello di impegno e resilienza che i nostri lavori richiedono. I matematici potrebbero passare una vita intera a cercare di risolvere un problema con alcuna certezza di riuscirci. Anche i registi rischiano di veder crollare i loro progetti da un momento all’altro. Non è diverso da un atto di fede. Essere un matematico è come unirsi ad un ordine religioso. Anche la Normale sembra una sorta di monastero quando hanno dei seminari… Nel film Margherita ha un rapporto davvero puro con la matematica, una forma di devozione. [Anna Novion]
Note della Consulente Matematica Arian Mézarder
Margherita Hoffman è stata la mia ottava dottoranda. Una studentessa immaginaria. Esistono già matematici immaginari, come Nicolas Bourbaki, ma stavolta si tratta di una giovane donna. Il potenziale di Margherita è stato fin da subito evidente: portava con sé la possibilità di introdurre un vasto pubblico alla ricerca matematica e di offrirne una nuova incarnazione, un modello femminile. Margherita non è infatti solo una studiosa ma anche una giovanissima ragazza che prende in mano la sua vita e fa coscienziose scelte per se stessa.
Conoscevo già il processo creativo di Anna Novion. Per prima cosa era solita trovare un argomento di tesi, poi lavorava meticolosamente sulla bibliografia, trovava il processo di pensiero che l’avrebbe portata al risultato e infine tendeva a difendere il suo risultato e a mostrarlo al pubblico. Per affiancarla, avevo inizialmente scelto di mettere in scena le deformazioni delle rappresentazioni di Galois, ma non sembrava la scelta più adatta perché non erano congeniali alla resa cinematografica, e non potevano essere mostrate adeguatamente al pubblico. Ho provato a dimostrare però il contrario, evocando uno dei nostri eroi del settore, ovvero Andrew Wiles. Anna a quel punto immaginò che il sogno di infanzia di Margherita sarebbe stato invece la piramide di Golbach, una scelta coraggiosa!
Abbiamo lavorato insieme tre o quattro anni, proprio come per un dottorato. Anna mi presentava le sue idee di sceneggiatura che dovevano poi essere adattate al reale mondo matematico, come un testo che deve essere adattato alla musica. Ho avuto difficoltà quando mi dissero che avrei dovuto inventare un errore: per noi matematici, una condanna a morte! Margherita – così giovane e così brillante – non poteva cadere così! Ho avuto modo di incontrare ovviamente di persona Ella Rumpf e non riesco tutt’ora a capire chi delle due fosse più incuriosita, la studentessa o l’insegnante, l’attrice o la consulente tecnica? Ella era molto determinata e condivideva con me e Anna la voglia di raccontare in modo diverso la matematica anche se ciò significava affrontare in prima persona il lavoro degli storici vincitori delle medaglie Fileds come Timothy Gowers (1998), Terence Tao (2006), o James Maynard (2022, scomparso due mesi dopo le riprese).
E poi è avvenuta la magia: nel giro di tre mesi ho osservato Ella cambiare radicalmente. Ha fatto una prima esperienza all’interno della Scuola Normale Superiore insieme ai suoi compagni di viaggio ovvero i dottorandi Coline, Vadim, Romain, Anthony e Béranger, che erano iscritti per davvero. La abbiamo osservata scarabocchiare equazioni con una penna stilografica o un gesso ignara che si trattasse di una tecnica di recitazione vera e propria.
La formazione di Jean-Pierre è invece durata un mese. Abbiamo scelto di adottare un altro metodo con lui: l’attore entrava nel personaggio solo negli intervalli di tempo/tagli stabiliti dalla regista. Prima di ciò, si limitava ad osservare, senza entrare nella parte. Mi continuava a chiedere dei gruppi di omotopia nel cortile della Scuola; sorprendeva gli studenti del circolo teatrale durante le riunioni; lo si trovava nella sala comune all’una di notte… Quanto a Julien Frison, ha imparato le formule matematiche di Lucas in modo incredibilmente veloce, utilizzando contorte tecniche mnemoniche: ne voleva comprendere il reale fondamento scientifico ma anche il valore emotivo.
Poi è stato tutto un caos: siamo rimasti intrappolati nel vortice delle riprese. Il mio ufficio si era trasformato in un camerino, ma anche in un covo di dottorandi, un set cinematografico. L’unico posto rimasto intatto per la Stanza W, un’aula doveva veniva trascritto il teorema dei numeri primi. Per una volta i gessetti erano al centro dell’attenzione, al di là del loro uso consueto. Tutti i membri della troupe erano affascinati dal loro suono unico sulla lavagna, dal loro candore intenso, dal loro riflesso. Tra una ripresa e l’altra era come se l’intero dipartimento artistico li coccolasse. Alcuni gessetti sono stati addirittura personalizzati diventando fluorescenti. Li ricordo come momenti bizzarri ma molto giocosi, per tutti noi. Insieme alla troupe, abbiamo provato a far emergere il piacere e le emozioni della matematica, dell’eccellenza scientifica, dell’autotrascendenza, della libertà creativa, del confronto con gli altri, della realizzazione umana. Questa straordinaria esperienza collettiva è stata orchestrata con la grande sensibilità di Anna Novion, che ha trasformato la matematica in un oggetto cinematografico bello e poetico.
La congettura di Goldbach – Citazioni e riferimenti
- Nel 2000, allo scopo di pubblicizzare il libro Zio Petros e la congettura di Goldbach di Apostolos Doxiadis, l’editore britannico Tony Faber offrì un premio di 1 000 000 di dollari per una dimostrazione della congettura. Il premio sarebbe stato assegnato solo per dimostrazioni inviate per la pubblicazione entro aprile 2002, ma non fu mai reclamato.
Citazioni in libri e fumetti:
- Il teorema del pappagallo di Denis Guedj.
- Il marchio del diavolo, Il debito e La quarta profezia di Glenn Cooper.
- Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo. Tra fede e scienza di Antonino Zichichi.
- “Milioni di trilioni” primo racconto de I banchetti dei vedovi neri di Isaac Asimov.
- Tre concezioni della scienza umana, saggio di Karl Popper.
- “Il segreto dei numeri primi” albo #182 del fumetto “Nathan Never”, menzionata dall’esperto informatico Sigmund Baginov.
- “L’ombra della Yakuza” albo #373 del fumetto “Nathan Never”, dimostrata da Aristotele Slamor/Aristotele Skotos.
- “Un Prezzo da Pagare”, albo #27 del fumetto “John Doe”, in cui compare lo stesso Goldbach.
- “A forma di isola” racconto di Fabio Stassi, contenuto in “Cinquanta in blu”, ed. Sellerio 2019
10 film da vedere con geni della matematica
1. A Beautiful Mind (2001) – Disponibile su Amazon Prime Video / Paramount+ / YouTube / Google Play Film / Apple TV / TIM Vision
2. Will Hunting – Genio ribelle (1997) – Disponibile su Amazon Prime Video / NOW TV / Apple TV / Google Play Film / Rakuten TV
3. La teoria del tutto (2014) – Disponibile su Amazon Prime Video / NOW TV / YouTube / Google Play Film / Apple TV / Rakuten TV
4. The imitation game (2014) – Disponibile su Amazon Prime video / TIM Vision / Raakuten TV
5. Il mio piccolo genio (1991) – Disponibile su Amazon Prime Video / Apple TV / CHILI /
6. π: Il Teorema del Delirio (1998) – Disponibile su Amazon Prime Video / Apple TV
7. L’uomo che vide l’infinito (2015) – Disponibile su Amazon Prime Video / YouTube / Google Play Film / Apple TV
8. Morte di un matematico napoletano (1992) – Disponibile su CHILI / Apple TV
9. Il diritto di contare (2017) – Disponibile su Amazon Prime Video / Disney+ / YouTube / Google Play Film / Apple TV / TIM Vision
10. X+Y (2014) – Disponibile su Amazon Prime Video / Google Play Film
Il teorema di Margherita – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Pascal Bideau (Il viaggio di Jeanne, Acqua in bocca, Rendez-vous à Kiruna, The Class of ’92).
Fonte: Wikipedia / IMDb / Spotify