Stasera in tv: “The New Toy” con Daniel Auteuil su Rai 2
Su Rai Due “Le Nouveau Jouet”, il remake francese campione d’incassi diretto da James Huth e interpretato da Daniel Auteuil, Jamel Debbouze, Simon Faliu, Alice Belaïd e Anna Cervinka.
The New Toy (Le Nouveau Jouet), su Rai Due la commedia campione d’incassi in Francia che vede protagonista un’icona del cinema francese del calibro di Daniel Auteuil accanto a Jamel Debbouze, indimenticato interprete de Il Favoloso mondo di Amelie.
The New Toy – Cast e doppiatori
Daniel Auteuil: Philippe Étienne
Jamel Debbouze: Sami Chérif
Simon Faliu: Alexandre Étienne
Alice Belaïdi: Alice
Anna Cervinka: Léa
Léa: Serena Stollo
Aton: Milo
Laurent Saint-Gérard: Henry
Salim Kissari: Jaean-Louis
Lucia Sanchez: Ana Maria
Dorylia Calmel: Stef
Redouanne Harjane: Nono
Gilles Cohen: Andre’ Pouzier
Atmen Kalif: Moussa
Doppiatori italiani
Sami Chérif: Luigi Ferraro
Philippe Étienn: Luca Biagini
Simon Faliu: Valeriano Corini
Alice: Eleonora Reti
Milo: Carlo Petruccetti
Henry: Edoardo Nordio
Jean-Louis: Marco Giansante
Ana Maria: Serena Borrelli
Stef: Vanina Marini
Nono: Sacha Pilara
Andre’ Pouzier: Teo Bellia
The New Toy – Trama e trailer
Sami (Jamel Debbouze) vive felicemente in un quartiere della periferia parigina, con la moglie Alice (Alice Belaïdi) e circondato da vicini e amici. Tira a campare inventandosi i lavori più ingegnosi… Ma quando trova lavoro come guardiano notturno in un grande magazzino tutto cambierà, perché il figlio del proprietario, l’uomo più ricco di Francia, lo sceglierà come suo nuovo regalo di compleanno.
Curiosità
- Secondo remake della commedia francese di Francis Veber Professione… giocattolo (Le Jouet) del 1976, dopo il remake americano del 1982 Giocattolo a ore (The Toy), diretto da Richard Donner e interpretato da Richard Pryor.
- James Huth (Lucky Luke, Per fortuna che ci sei) dirige da una sua sceneggiatura scritta con Sonja Shillito (Per fortuna che ci sei) in collaborazione con Mohamed Hamidi e Jamel Debbouze, da una sceneggiatura originale di Francis Veber.
- Il cast tecnico: Fotografia di Stéphane Le Parc / Montaggio di Monica Coleman / Costumi di Camille Janbon / Suono di Pierre André, Alain Féat & Cyril Holtz
Intervista al regista
Come è iniziata l’avventura del film?
È stato il produttore Richard Grandpierre a chiedermi di accettare il progetto. Prima gli ho chiesto se fosse pazzo (ride), poi ho rivisto il film originale con mia moglie, che è anche la mia co-sceneggiatrice. Ho capito allora che potevamo offrire un altro punto di vista su questo argomento. La mia impressione è stata radicalmente diversa da quella che avevo avuto quando l’avevo visto da bambino. Per me, “Le Jouet” di Francis Veber è il suo film più forte e folle. Mi sono reso conto che i temi del film, già attuali all’epoca, lo sono ancora di più oggi: il divario sociale, il re bambino e la domanda se il denaro possa comprare qualsiasi cosa. Allontanandoci dalla durezza dell’originale, volevamo portare il film verso una maggiore umanità e sviluppare il tema della paternità.
Ha sviluppato la sceneggiatura pensando già agli attori da coinvolgere?
Bisogna scrivere la migliore storia possibile senza pensare agli attori. Se si scrive un film per qualcuno in particolare e questo non è interessato o non è disponibile, ci si ritrova in alto mare. In questo caso, quando abbiamo avuto una sceneggiatura sufficientemente compiuta, l’abbiamo inviata a Daniel Auteuil, che ne è rimasto sedotto e ci ha subito chiesto chi avrebbe interpretato Sami. Per tutti l’opzione migliore, se non l’unica, era Jamel. Lui ha detto: “Viviamo a dieci minuti di distanza l’uno dall’altro, tra Parigi, Avignone e la Corsica, e abbiamo girato insieme per molto tempo!”. Daniel si è offerto di chiamare Jamel stesso per parlargli del progetto.
Philippe Etienne è un uomo freddo e rigido, dal potere assoluto, ma trema di fronte al figlio…
Philippe Etienne, come Sami, ha un rapporto difficile con la paternità. Trovo che questo sia un tema universale che mi tocca profondamente. In questa fragilità, c’era un legame interessante tra questi due personaggi così opposti tra loro. Philippe Etienne ha avuto un rapporto distante e freddo con il padre, è cresciuto in un mondo in cui le emozioni erano completamente inibite e non sa come comunicare i suoi sentimenti più profondi. Imprigionato nella camicia di forza delle sue responsabilità, del suo senso del dovere dinastico, si isola e si sente solo in cima all’Olimpo. Fragile nei rapporti umani, soprattutto in quello col figlio, è senza dubbio il più forte di Francia quando si tratta di gestire il suo impero. La bravura di Daniel sta nel dare umanità al suo personaggio. Ci voleva un attore eccezionale per riuscire a trasmettere questa crepa e questa sofferenza dietro la freddezza e la durezza.
Beh, si può dire che all’inizio il figlio è detestabile.
Fondamentalmente, il personaggio principale del film è il bambino. È la chiave di volta del film. La vera scommessa è stata quella di trovare un interprete che a 12 anni fosse già così maturo da farsi odiare e poi pian piano farci cambiare idea. Più riuscivamo a spingere sul suo lato detestabile, più sarebbe stato irredimibile, più la scommessa sarebbe stata vinta quando ci avrebbe portato dalla sua parte. Ho incontrato 150 bambini e Simon Faliu era molto più avanti di tutti gli altri per la sua capacità di esprimere l’emozione di questa sequenza della capanna, in cui improvvisamente si sfoga perché gli manca la mamma. Ha la capacità di interpretare entrambe le parti: Voldemort e Harry Potter! (ride) Simon è stato all’altezza di Daniel e Jamel, è un ragazzo raro che ha mostrato una sensibilità e una precisione incrollabili.
Cosa l’ha guidata nel progettare la camera da letto di Alexandre?
Sono partito dai miei ricordi d’infanzia, da quei dettagli che mi avevano affascinato nel guardare il film originale: quella camera da letto grande come un salotto, quell’auto che il bambino guidava per tutta la casa. Quando ho rivisto il film, ho riscoperto questa camera da letto enorme, con ritagli di supereroi americani di grande formato e due biliardini. Mi sono subito reso conto che se avessimo riprodotto quella scenografia, saremmo stati presi a calci! (ride). Fin dalla prima discussione con Jamel, ci siamo resi conto che i nostri ricordi e le nostre sensazioni erano gli stessi: la stanza doveva essere un successo! Cosa avrebbe fatto sentire un bambino come me quando io ho visto il film di Veber? Questo è stato il fulcro del mio pensiero creativo.
Come l’avete progettata?
È stato un bel viaggio. Con la scenografa Sonia Shillito e col capo decoratore Stéphane Makedonsky, che ha smosso le montagne per trovare soluzioni creative, siamo partiti dall’idea che che il bambino avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa al padre, che lui non gli avrebbe negato nulla. Volevamo che il bambino avesse un mondo tutto suo, un po’ retro-futuristico, di reminesenze giapponesi, dove rifugiarsi. È una stanza di grande impatto visivo, con elementi manga, uno stile un po’ freddo e di design, ma soprattutto non rivela immediatamente la sua dimensione ludica. A poco a poco si scoprono gli elementi che la compongono, come la sala giochi collegata da uno scivolo, il letto senza peso, gli schermi olografici e i proiettori che possono trasportare in qualsiasi mondo. Ho pensato che dovessimo creare un set che facesse appello ai sogni dei bambini di oggi e toccasse la parte infantile dello spettatore adulto.
Dove avete girato?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare un castello a Rochefort-en-Yvelines che non veniva ripreso da molto tempo. È un luogo che di solito viene affittato per ricevimenti e seminari aziendali, ma col Covid abbiamo potuto utilizzarlo ininterrottamente per quindici giorni. I giardini esterni e i boschi circostanti sono stati girati in altri due castelli.
Philippe Etienne e Sami si scontrano sul piano culturale, ma anche sulla loro concezione vita.
Si tratta di due uomini in contrasto tra loro, ma con problemi simili. È davvero uno scontro tra due mondi, tanto più esaltante perché Daniel e Jamel si sono divertiti a interpretarlo. Erano animati da ammirazione e rispetto reciproci. Per Jamel c’era il piacere di recitare con uno dei più grandi attori francesi, se non il più grande, e Daniel, da parte sua, conosceva il genio di Jamel. Quando si sono incontrati, erano due mondi che si rispettavano e si ammiravano a vicenda. Lo si sente. Daniel e Jamel sono una vera coppia cinematografica, con una grande quantità di classe, eleganza e sensibilità, e c’è un’energia palpabile in loro che ti fa venire voglia di vederli insieme.
Jamel infonde al personaggio un’enorme vitalità e verità.
Jamel ha raggiunto una maturità che gli permette di interpretare qualsiasi partitura con un’emozione incredibile. È un grande attore, un gran lavoratore, che sa come mettere la sua intelligenza al servizio del film. Una volta entrato nel progetto, abbiamo rielaborato insieme la sceneggiatura affinchè potesse fare suo il personaggio e coltivarlo al meglio. Jamel è uno stacanovista come me, ci piace migliorare in ogni momento e fino alla fine. Alla fine, abbiamo lavorato così tanto in anticipo che nel film abbiamo improvvisato pochissimo, anche se l’inventiva di Jamel è sempre affascinante.
È la prima volta che gira con Daniel Auteuil.
Sì, Daniel è il miglior attore francese in circolazione. Ha un’umiltà, una gentilezza e un modo di accompagnarti così delicato, frutto della sua esperienza. Ho incontrato un essere umano meraviglioso – che fortuna incrociare la sua strada. Ci siamo capiti perfettamente e sapevamo già quale film avremmo fatto.
A un certo punto il film vira verso la commedia sociale, con la chiusura della fabbrica, la mobilitazione del sindacato e la ribellione dei dipendenti che si ritrovano senza lavoro…
Uno dei temi del film è se il denaro può fare qualcosa. I soldi corrompono le persone e le fanno impazzire Oggi, con i social network, tutto è esponenziale, tutto può cambiare in un secondo e un essere umano può essere colpito in due tweet.
C’è un bel contrappunto all’immersione di Sami nel mondo di Philippe Etienne, con l’arrivo di Alexandre nel mondo di Sami…
Quando Alexandre scopre il mondo di Sami, lì torna bambino e impara a giocare con semplicità.
Alexandre è molto contento che la sua auto si sia rotta: ha fatto amicizia con i bambini del quartiere e non vuole tornare da suo padre.
Ho visto il film come una sorta di commedia romantica tra due mondi, quello di Sami e quello di Philippe Etienne. È sempre estremamente gratificante. È sempre estremamente gratificante passare dall’emozione alla risata e dalla risata all’emozione: sono due elementi che si alimentano a vicenda.
La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono del duo di compositori e produttori musicali francesi Goodwing & Foltz.
- La supervisione musicale è di Elise Luguern / Josette Music Club.
Le canzoni del film:
“Ratcher” (Jermain Brown – Jonathan James Johnson – Knight Ryder)
“She Drive Me Crazy” (Roland Lee Gift, David Steele)
“Money” – Lady Wray
“On Lache Rien” – HK & les Saltimbanks
“A Little Less Conversation – Elvis Presley, Junkie XL Remix
“Racketeers” (Nick Phoenix, Thomas Bergersen)
“Stay Baby Stay”- Johnny Daye
“Magic Man” (Worlasi Raphael Langani, Michael Marfo Tenkorang, Sway Dasafo)
“Dabri” – Cheikha Rimitti
“Playground Challenge” – Le Fat Club
“Let Me Play With My Toy” – Dans le Kosmo