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Blade Runner: The Final Cut – recensione e curiosità

Trailer, poster, immagini, video, recensione, curiosità, colonna sonora, citazioni e tutte le informazioni sul cult di Ridley Scott di nuovo al cinema e cofanetto con Blade Runner: The Final Cut

di cuttv
pubblicato 9 Giugno 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 15:11

Visivamente cupo e travolgente in tutte le sue versioni, dalla prima del 1982 alla Director’s Cut del 1992, il capolavoro cult di Ridley Scott continua a sedurre ed ispirare generazioni con il suo orizzonte futuristicamente distopico e ambiguo che mixa generi, conflitti e filosofie esistenziali.

Il viaggio decadente in un futuro ormai prossimo che, aspettando il sequel interpretato da Harrison Ford (a quanto pare) e prodotto da Ridley Scott, si prepara a tornare al cinema (e in cofanetto con 5 dvd) con il Final Cut restaurato, ‘ripulito’ e digitalizzato dallo stesso Scott nel 2007, allo scopo di avvicinare questa versione ‘finale’ all’adattamento iniziale.

Una versione epurata dalla voce off del cacciatore di replicanti rivoltosi di Harrison Ford e dall’happy end imposto dalla produzione, terminato con le scene scartate da Shining di Kubrick.

La versione rinforzata da istanti di violenza che spingono Roy a cavare gli occhi del dottor Tyrell con le dita, o conficcarsi un chiodo nel palmo della mano durante l’inseguimento di Deckard, mentre tra partite a scacchi tra umani e replicanti, piccoli origami simbolicamente provocatori e unicorni al galoppo, diventa più nitida la scena onirica e l’ipotetica fuga illusoria dalla natura replicante del cacciatore Deckard.

Per il resto pregi e difetti del capolavoro fantascientifico dal sapore noir, resistono benissimo al tempo che passa e il’ retrofuturo’ che torna, anche grazie agli avveniristici effetti speciali di Douglas Trumbull, al ritmo con la colonna sonora dei Vangelis e molto di quello che trovate nel vasto approfondimento a seguire, tra curiosità, errori, colonna sonora, video, trailer, poster, immagini, e citazioni.

[quote layout=”big” cite=”Roy Batty]”Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare: navi in fiamme al largo dei Bastioni di Orione e i raggi Beta balenare nel buio presso le porte di Tannhauser. Tutti quei momenti andranno persi nel tempo come lacrime nella pioggia. E’ tempo di morire.”
[/quote]

Blade Runner: curiosità

Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream Electric Sheep?) romanzato da Philip K. Dick e pubblicato nel 1968, destò subito l’interesse nei confronti dell’ adattamento cinematografico, così Hampton Fancher si occupò della sceneggiatura, opzionata nel 1977.

Prima di scegliere il titolo definitivo di Blade Runner, molti titoli vennero presi in considerazione, tra cui Android e Dangerous Days.

L’idea del libro venne ispirata a Dick nel 1962, scavando tra i documenti della Gestapo conservati all’università di Berkley per La svastica sul sole/L’uomo nell’alto castello.

Prima dell’uscita del film, fu proposto a Dick un contratto da 400mila dollari per realizzarne una novelization che questo rifiutò, nonostante le case editrici in possesso dei diritti del suo romanzo, iniziarono a ripubblicarlo come Blade Runner, con tanto di locandina del film in copertina.

Il titolo del film deriva infatti da uno script realizzato dallo scrittore beat William S. Burroughs – “Blade Runner (a movie)”, tratto a sua volta dal romanzo di Alan E. Nourse, The Bladerunner, dove i bladerunner erano trafficanti di attrezzatura chirurgica.

William Burroughs aveva già scritto una sceneggiatura basata su quel film, chiamata proprio “Blade Runner: a movie”. Ridley Scott acquistò i diritti per il titolo, ma non per il libro o la sceneggiatura.

Il termine “replicanti” non non compare nel libro di Dick, è stato suggerito allo sceneggiatore David Webb Peoples dalla figlia che stava studiando in biologia la teoria della replicazione delle cellule.

Alcuni spunti bocciati per Blade Runner, come la scena iniziale prevista da Peoples in una colonia extramondo, sono stati successivamente riciclati dallo sceneggiatore per Soldier (1998) di Paul WS Anderson, che lo sceneggiatore considera ambientato nello stesso universo di Blade Runner.

Tra le numerose fonti d’ispirazione del Blade Runner di Scott, c’erano anche lavori di Moebius come “The Long Tomorrow” ma il tentativo di coinvolgere l’autore francese nella produzione della pellicola risultò vano a causa dell’impegno di questo con il film d’animazione Les maîtres du temps.

L’industrial designer Syd Mead avrebbe dovuto occuparsi solamente dei veicoli, ma sfondi e scenari dei suoi bozzetti colpirono Scott al punto da chiedergli di occuparsi anche del design degli ambienti.

La stanza da letto di Tyrell fu modellata su quella del Papa in Vaticano.

Nelle intenzioni iniziali di Scott il film si doveva ambientare in una sorta di agglomerato urbano chiamata San Angeles, esteso tra Los Angeles e San Francisco, idea scartata e recuperata una decina di anni più tardi per film come Demolition Man e Double Dragon.

Per il ruolo di protagonista, prima di Harrison Ford vennero presi in considerazione anche Dustin Hoffman, Gene Hackman, Sean Connery, Jack Nicholson, Paul Newman, Clint Eastwood, Tommy Lee Jones, Arnold Schwarzenegger e Al Pacino.

Harrison Ford considera Blade Runner uno dei film più frustranti in cui ha lavorato, sia perché le riprese furono problematiche (parte della troupe chiamava il film Blood Runner), sia perché furono fatti cambiamenti in post-produzione pensati per migliorare i risultati di botteghino (cosa che non fecero).

Rutger Hauer fu scelto direttamente da Scott e senza alcun provino, dopo averlo visto in film come Fiore di carne e Soldato d’Orange ma quando Hauer andò ad incontrario, si concesse un bello scherzo presentandosi con pantaloni rosa, occhiali verdi e una felpa bianca con una volpe.

Blade Runner è il film preferito di Rutger Hauer, tra quelli in cui ha recitato.

La Zhora interpretata da Joanna Cassidy era a suo agio con il serpente al collo perché il pitone ‘Darling’ era il suo ‘animaletto domestico’ma la danza nel fango con il suo pitone, con tanto di trasformazione alla Manimal, ideata da Scott venne scartata perchè troppo costosa.

Joanna Cassidy è tornata a indossare le vesti succinte di Zhora anche 25 anni dopo per le nuove scene del Final Cut di Blade Runner.

Per il ruolo di Rachel, Philip K. Dick avrebbe voluto Victoria Principal, meglio nota all’immaginario popolare come la Pamela di Dallas.

Prima di Daryl Hannah, per il ruolo di Pris era stata scritturata la cantante dei Blondie Debbie Harry che rinunciò a circa tre mesi dall’inizio delle riprese perché la sua casa discografica era contraria a farle prendere tempo per le riprese.

Per interpretare Gaff, il futuro comandante Adama ha seguito dei corsi alla Berlitz Language School.

Quando venne offerto per la prima volta il progetto a Ridley Scott, rifiutò perché aveva iniziato a occuparsi di Dune ma la scomparsa di suo fratello Frank lo spinse ad abbandonare quella regia successivamente affidata a Lynch.

A quanto pare, Il rapporto tra il regista e la troupe non fu comunque dei migliori, al punto che molti componenti presero a chiamare il film Blood Runner. In un’intervista ad un giornale inglese, Ridley Scott disse che preferiva lavorare con troupe britanniche perché abituate ad replicare ad ogni richiesta con un “Yes, gov’nor”. In tutta risposta le ‘maestranze’ americane, capeggiati dal responsabile del trucco Marvin G. Westmore, iniziarono ad indossare magliette con la scritta “Yes gov’nor my ass”, alle quali Scott rispose facendo stampare sulle maglie dei suoi stetti collaboratori: “Xenophobia sucks”.

Per la replicante Pris, attivata il 14 febbraio del 2016, Daryl Hannah convinse Ridley Scott ad introdurre numeri acrobatici nel suo combattimento con Deckard che, a quanto pare sfiancarono la  stuntwoman a suon di ripetizione della scena e furono terminate dall’unico sostituto disponibile, uomo!

Dopo aver incontrato J. F. Sebastian, la Pris interpretata da Daryl Hannah , corre via rompendo anche il vetro di un’auto con il gomito, cosa che accadde veramente ferendola, a causa del suolo scivoloso.

05 Blade Runner

La scena in cui il Deckard spinge Rachael contro il muro, per impedirle di lasciare il suo appartamento, non era prevista dal copione. Scott la suggerì ad Harrison Ford per ottenere una reazione di sorpresa da Sean Young, ma l’attore troppo zelante le fece male al punto da farla piangere.

Sembra che la cura dei dettagli dei set fosse maniacale, dalle tariffe sui parchimetri alle riviste delle edicole con copertine realizzate appositamente per il film.

Il cartellone pubblicitario animato che appare nelle prime inquadrature aree della città, sul fianco del grattacielo, una geisha ingoia una pillola che per David Dryer, supervisore degli effetti speciali del film, era una pillola anticoncezionale, mentre nel sottofondo si ode la frase di uno spettacolo del teatro Nō: “Iri Hi Katamuku,” il sole tramonta”, ma sullo sfondo si può scorgere un lavandino mascherato da palazzo

01 Blade Runner screenshot

Il Bradbury Building dove abita J.F. Sebastian, set per l’ultimo inseguimento, è un tale punto di riferimento per lo skyline di Los Angeles da comparire in numerosi altri film e serie tv.

La piramide della Tyrell era un modellino in scala 1:750 che alla fine delle riprese si sciolse andando a fuoco.

Il linguaggio parlato in alcune scene della Los Angeles del 2019 del film, è un mix di francese, spagnolo, tedesco, ungherese, cinese e giapponese, ideato dall’Edward James Olmos colpito dal melting pot culturale della Los Angeles degli anni ’80.

Il celebre monologo in punto di morte di Roy Batty non era previsto dalla sceneggiatura, lo scrisse l’attore Rutger Hauer, proponendolo a Scott poco prima di girare la scena, l’ultima della lavorazione che lo lasciò recitare “per evitare discussioni”.

Anche la colomba fu un’idea di Hauer, peccato che la poverina era talmente zuppa di pioggia che saltellò via invece di volare.

La famosa sequenza finale a volo d’uccello sopra una foresta, e le sequenze che si alternano ai primi piani di Harrison Ford e di Sean Young nel finale della theatrical version, fanno parte del girato non utilizzato da Stanley Kubrick in Shining, regalato al collega Ridley Scott afflitto da problemi di budget.

L’origami a forma di unicorno del poliziotto è diventato successivamente il simbolo della Nexo Digital, casa di produzione italiana.

Invece del trito cliché del raggio di luce emesso da pistole laser, per le armi di Blade Runner volle il raggio nero anti-materia che risucchiava la luce e faceva implodere la materia delle “black hole weapons” (armi buco nero). Un effetto rivoluzionario e avveniristico ma di fatto invisibile nella sequenza, usato una sola volta nel film per una frazione di secondo, nello spazio di 4 frames visibili solo con i fermo immagine, sempre per non sforare l budject.

Si legge spesso che la partita a scacchi giocata fra Tyrell e Sebastian, al quale Roy suggerisce la mossa vincente, sia la riproposizione di un incontro realmente avvenuto fra due campioni a Londra nel 1851, denominato dagli esperti ed appassionati di quel gioco ‘The immortal game’, anche se Ridley Scott sostiene che qualsiasi somiglianza sia una pura coincidenza.

Non sono poche le affinità tra Blade Runner e Alien (e i segni premonitori di ambientazione nel medesimo universo), dalla presenza di ambiguità dettata dalla presenza di “persone artificiali” alle medesime sigarette di colore giallo. E ancora, la la “sequenza di lancio” che si vede nel monitor dello spinner (auto volante) con Gaff alla guida e Deckard a fianco, è la medesima del modulo di salvataggio che si stacca dalla nave madre di Alien per atterrare sul pianeta; il mormorio di sottofondo del finale nell’appartemento di Deckard; il display da muro di Alien, come quello in bianco e nero della macchina per il test Voight Kampff che prende ispirazione da un saggio scritto da Alan Turing nel 1951, dove si proponeva un test chiamato “il gioco dell’imitazione” che avrebbe dovuto fare la differenza tra intelligenza umana e artificiale.

La data di uscita originale di Blade Runner negli USA è il 25 Giugno 1982, mentre è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 14 Ottobre 1982;

07 Blade Runner

    Le riprese del film si sono svolte dal 09 Marzo 1981 al 10 Giugno 1981, tra Inghilterra e USA.
    Londra, Inghilterra, Regno Unito
    Shepperton Studios, Shepperton, Surrey, Inghilterra, Regno Unito
    2nd Street Tunnel between Hill and Figueroa, Los Angeles, California, USA
    Bradbury Building – 304 S. Broadway, Downtown, Los Angeles, California, USA
    Ennis-Brown House – 2655 Glendower Avenue, Los Feliz, Los Angeles, California, USA
    Million Dollar Theatre – 307 S. Broadway, Downtown, Los Angeles, California, USA
    New York Street, Warner Brothers Burbank Studios – 4000 Warner Boulevard, Burbank,
    California, USA
    Pan Am building, Downtown, Los Angeles, California, USA
    Stage 24, Warner Brothers Burbank Studios – 4000 Warner Boulevard, Burbank, California, USA
    Stage 25, Warner Brothers Burbank Studios – 4000 Warner Boulevard, Burbank, California, USA
    Stage 4, Warner Brothers Burbank Studios – 4000 Warner Boulevard, Burbank, California, USA
    Union Station – 800 N. Alameda Street, Downtown, Los Angeles, California, USA
    Warner Brothers Burbank Studios – 4000 Warner Boulevard, Burbank, California, USA

Alla fine delle riprese del film, Scott e il produttore Michael Deeley vennero licenziati dalla produzione a causa dello sforamento del budget, e anche se successivamente furono richiamati, i produttori esecutivi Jerry Perenchio e Bud Yorkin pretesero la la voce narrante di Deckard/Harrison Ford e il finale bucolico, dopo che due screening della pellicola erano andati malissimo e molti spettatori avevano dichiarato di non aver capito il film.

William Gibson andò al cinema a vedere Blade Runner mentre scriveva il suo libro cyberpunk “Il Neuromante” ma , a quanto pare, dopo una ventina di minuti si alzò e se ne andò, scosso dalle spaventose similarità tra il film e quanto si era immaginato per il libro.

Quando Philip K. Dick vide i primi 20 minuti di Blade Runner in una proiezione privata ne fu entusiasta, al punto da dichiarare “hanno catturato esattamente il mio mondo interiore”. Peccato che né Ridley Scoot, né lo sceneggiatore David Webb Peoples avevano letto il suo libro.

In generale Blade Runner da principio non piacque alla critica e fu un flop al box office anche se on il passare del tempo ha saputo conquistare la popolarità di cult e recuperare abbondantemente le perdite dell’investimento produttivo.

09 Blade Runner

Blade Runner: errori

– Quando Roy è nella cabina telefonica, si intravede una mano sulla sua spalla, ma dalla cabina telefonica esce da solo. 

– Quando Roy sfonda il muro prendendo la mano di Deckard, sulla parete di fondo si vedono le ombre della cinepresa e dello staff. 

– Quando Deckard spara a Zhora, la controfigura usata per sfondare le vetrine non somiglia affatto all’attrice, indossa stivali differenti da quelli che l’attrice s’infila prima di scappare e, una volta caduta a terra, nell’inquadratura successiva la posizione del cadavere è completamente differente. 

– Nella scena in cui Deckard controlla con l’Esper (apparecchio per la visione tridimensionale di fotografie) una delle foto di Leon e, in una particolare angolazione, scorge il volto di Zhora, il tatuaggio del serpente sul collo appare solo nell’ultimo ingrandimento dell’immagine e, dopo che Deckard ne ha fatto una “copia su carta”, il viso di Zhora è in una posizione diversa rispetto a quella che si vede sul monitor. 

– Nella scena in cui Pris incontra Sebastian ha i capelli bagnati; quando s’incammina verso l’appartamento sono invece asciutti, per poi tornare bagnati una volta entrata. 

– Quando Pris si spruzza il trucco nero sugli occhi, si può notare che questo cambia per tre volte. 

– È possibile vedere una ferita di Pris prima che Deckard le spari. 

– I replicanti del film sono ambigui a partire dal numero che, tra scappati, ritirati e piccole incongruenze, passa da 6 a 4, con uno folgorato nel tentativo di entrare nella Tyrell Corporation e uno escluso solo dal lavoro finale.

Blade Runner: le 7 versioni

Esistono sette differenti versioni di Blade Runner. La versione di lavoro originale (Workprint Version)proiettata durante degli screening selezionati a Denver eDallas nel marzo 1982, modificata in seguito con l’aggiunta della voce narrante fuori campo e del lieto fine. La Workprint Version, identica alla versione cinematografica statunitense, ad eccezione di tre brevi scene supplementari, venne proiettata senza l’approvazione di Ridley Scott al Los Angeles Fairfax Theater nel maggio 1990, ad un evento della Academy of Motion Picture Arts and Sciences nell’aprile 1991, e a settembre e ottobre 1991 al Los Angeles NuArt Theater e al San Francisco Castro Theater. Una seconda versione è stata presentata unicamente a San Diego nel maggio 1982 (San Diego Sneak Preview).

La versione cinematografica statunitense, con le modifiche successive alla Workprint Version, nota come Domestic Cut, uscì nel giugno 1982, mentre nelle sale del resto del mondo venne proiettato l’International Cut con alcune scene violente, come quella in cui Roy preme i pollici negli occhi del dottor Tyrell o quella in cui si conficca un chiodo nel palmo della mano durante l’inseguimento a Deckard. Nel 1986 uscì negli Stati Uniti una quinta versione, pesantemente tagliata per rispondere alle esigenze di una trasmissione televisiva

La prima modifica sostanziale al film risale al Director’s Cut del 1992 più fedele alla prima versione di lavoro della pellicola. In questa versione del regista rieditata sotto la supervisione di Michael Arick. Venne rimossa la voce narrante fuori campo e il lieto fine della fuga di Deckard e Rachael, mentre venne inserita la scena in cui Deckard sogna un unicorno che, insieme alla sequenza finale in cui Rachael colpisce con la scarpa l’origami in foggia di liocorno, insinuano il dubbio che lo stesso Deckard possa essere un replicante. Un’ipotesi assente nelle altre versioni e avvalorata dallo stesso Scott che vedendo Gaff lasciare l’origami nell’appartamento del collega Deckard, manifesta di essere a conoscenza dei suoi sogni e quindi i ricordi artificiali del replicante.

[quote layout=”big” cite=”Ridley Scott]« Avevo diretto una breve sequenza onirica in Inghilterra durante la post produzione di Blade Runner di un unicorno che corre per i boschi. Quella ripresa implicava specificatamente che a Deckard, volendo suggerire che fosse un replicante egli stesso, quell’immagine era stata impiantata dalla Tyrell Corporation. Ma ero stato costretto a toglierla. Così un director’s cut mi sembrava una perfetta opportunità per reintrodurla, insieme ad altri momenti che pure erano stati tagliati. » [/quote]

Nelle versioni precedenti si affermava che 6 replicanti erano fuggiti dalle colonie extramondo e che uno di loro era stato catturato durante la loro prima vista alla Tyrell Corporation, mentre poi di fatto i replicanti rimasti erano quattro. Questo perché la sceneggiatura aveva inizialmente previsto una quinta replicante, Mary, che sarebbe dovuta morire di “morte naturale” nel prosieguo del film. In seguito si decise di eliminare il personaggio di Mary, ma la frase sul campo elettrico non fu cambiata, creando un’incongruenza che fu eliminata soltanto nel Director’s Cut.

Il Final Cut, uscito al cinema nel 2007, è considerato la versione definitiva della pellicola e l’unica in cui a Scott è stata concessa totale libertà artistica, con immagine e suono restaurati digitalmente e rimasterizzati, che rispetto al Director’s Cut, presenta delle modifiche estetiche minori, tra cui piani di transizione, sfondi migliorati e voci ri-sincronizzate.

La prima versione del film di Ridley Scott, senza voce fuoricampo, si pensava perduta, fino a quando nel 1989 il dipendente della Warner Michael Arick ne ritrovo per caso in archivio una copia su 70mm. Scambiata per una versione internazionale del film, senza verificarne il contenuto fu spedita a un festival dedicato al 70mm e scoperta la realtà la Warner approfittò del decennale per proporre la versione ribattezzata Director’s Cut. Solo dopo una lunga battaglia legale sui diritti del film e diversi cambiamenti Ridley Scott ha potuto realizzare la sua Final Cut per il mercato home video.

Blade Runner: colonna sonora

La colonna sonora, composta da Vangelis, fresco di Oscar per la colonna sonora di “Momenti di gloria”, alterna melodie classiche a suoni futuristici creati al sintetizzatore, per riflettere lo stile noir e retrò voluto da Ridley Scott.

Il compositore e pianista Peter Skellern ha curato gli arrangiamenti di Demis Roussos che canta il brano introduttivo “Tales of the Future” e di Don Percival alle prese con “One More Kiss, Dear”.

L’assolo di Love Theme è del sassofonista jazz Dick Morrissey, ma la colonna sonora contempla anche i brani del suonatore di arpa Gail Laughton e di un complesso tradizionale giapponese.

La New American Orchestra ne registrò una versione orchestrale nel 1982. Alcuni brani vennero pubblicati nel 1989 nella raccolta Vangelis: Themes, ma la pubblicazione ufficiale dovette aspettare il 1992 e l’uscita dell’edizione director’s cut, nonostante la buona accoglienza di pubblico e critica, le nomination nel 1983 per un BAFTA e un Golden Globe come miglior colonna sonora, l’annuncio della pubblicazione di un album da parte della Polydor Records nei titoli di coda del film.

Nel 2007, in occasione dell’uscita della versione final cut, è stato pubblicato un cofanetto di tre CD con musiche del film, intitolato Blade Runner Trilogy. Il primo disco è una riedizione dell’album del 1994, il secondo contiene una selezione di musica composta per il lungometraggio ma non utilizzata nel montaggio finale, mentre il terzo CD costituisce un album inedito di Vangelis a celebrazione del 25º anniversario del film.

02 Blade Runner

Blade Runner: citazioni

“ Non sapevo per quanto tempo saremmo stati insieme. Ma chi è che lo sa?
Rick Deckard

“Sveglia! E’ tempo di morire!”
Leon

“Ho fatto cose… discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non mi farebbe entrare in paradiso.”
Roy Batty

“Io non so perché mi salvò la vita. Forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata. Non solo la sua vita, la vita di chiunque, la mia vita.” Rick Deckard

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Via | KinopoiskListal screenshots – Wikipedia e il web intero