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Viaggio a Tokyo: capolavori restaurati di Yasujiro Ozu al cinema

Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu, per la prima volta nei cinema italiani con altri cinque capolavori restaurati del maestro giapponese

di cuttv
pubblicato 22 Giugno 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 15:13

Fare un “Viaggio a Tokyo” senza aver mai approfittato dell’odissea metropolitana diretta da Yasujiro Ozu negli anni ’50, priva di una delle sfumature più poeticamente realiste e all’avanguardia del fluire inesorabile di vita e morte, armonia e cambiamento, dell’avventura cinematografica che si estende ben oltre i confini geografici e culturali del paese del Sol Levante.

Significa ignorare il valore contemporaneo di un capolavoro della storia del cinema come Tokyo Story (1953), acclamato e venerato da un sessantennio come una delle più elevate lezioni di regia e di vita di un maestro della cinematografia internazionale.

Un viaggio nel realismo scevro da facile morale, intrapreso da Ozu alla cosiddetta “altezza tatami”, seguendo la tenera coppia di anziani Shūkichi (Ryū Chishū) e Tomi (Higashiyama Chieko), in visita ai figli distanti e distaccati, dalla campagna di Onomichi alla frenetica metropoli di Tokyo e Osaka, passando per le chiassose terme di Atami, prima di far ritorno a casa e … (tranquilli mi astengo da anticipazioni che rovinerebbero una prima visione).

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Una vera ode al ciclo naturale e armonioso di vita e morte che prende atto di cambiamenti, delusioni, pudori, egoismi e cinismi, scandendone ritmo, poetica ed intensità, con il frinire (dei grilli) della campagna e il frastuono della metropoli, lo sferragliare del treno e i panni stesi ad asciugare, la rabbia della figlia scatenata dalla rimpatriata a base di sakè del padre, il profondo legame degli anziani con la premurosa Noriko (Hara Setsuko) moglie del figlio disperso da anni, il tempo dei vecchi orologi e quello che da senso alla vita.

[quote layout=”big” cite=”Shūkichi, rivolto a Noriko]«La vita è strana. Tu sei stata molto più gentile dei nostri stessi figli. Te ne sono grato»[/quote]

Il viaggio di pura visione nei chiaroscuri dell’esistenza, realisticamente imperfetta, di genitori e figli, famiglie instabili, incomunicabilità generazionale, vecchie tradizioni e innovazioni, ripercorso (in parte) da Wim Wenders con il nostalgico “Tokyo Ga” nel 1985.

Il “Viaggio a Tokyo” (東京物語 Tōkyō monogatari) che arriva per la prima volta nei cinema italiani, inaugurando il nuovo progetto della friulana Tucker Film (nata con C.E.C. di Udine e da Cinemazero di Pordenone), in collaborazione con FICE – Federazione italiana dei cinema d’essai e la storica Shochiku che ha prodotto la maggior parte delle 54 opere di Ozu, restaurando e digitalizzando i tratti essenziali e universali del suo “cinema gentile” nei sei capolavori ancora inediti in Italia, ad accezione di Buon giorno (Good Morning, 1959), presentato nel 2014 al Far East Film Festival di Udine.


Viaggio a Tokyо” di Johnny Freak – fotogramma. Con licenza <a href="//it.wikipedia.org/wiki/File:Viaggio_a_Toky%D0%BE.png" title="Questa immagine è uno screenshot relativo a un film protetto da copyright.”>Copyrighted tramite Wikipedia.

Da oggi, lunedì 22 giugno al prossimo 22 luglio, in doppia programmazione nei cinema Apollo e Anteo di Milano, prima di spostarsi a Roma e nei diversi capoluoghi italiani, sarà quindi possibile vedere sul grande schermo delle nostre sale cinematografiche, le versioni restaurate e digitalizzate in formato 2K di Viaggio a Tokyo (Tokyo Story, 1953) e Buon giorno (Good Morning, 1959), Fiori d’equinozio (Equinox Flower, 1958), Tardo autunno (Late Autumn, 1960), Il gusto del saké (An Autumn Afternoon, 1962) e Tarda primavera (Late Spring, 1949).

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Viaggio a Tokyo (Tokyo Story, 136’, Giappone 1953, restauro 2013) di Yasujiro Ozu. Con So Yamamura, Chishu Ryu, Chiyeko Higashiyama, Kuniko Miyake. Nelle sale italiane dal 22 giugno al 22 luglio 2015.

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Viaggio a Tokyo: curiosità

Il soggetto di “Viaggio a Tokyo” è tratto da Cupo tramonto di Leo McCarey (1937).

Chishu Ryu, attore feticcio di Ozu, interpreta un uomo alla soglia dei 70 anni sebbene all’epoca ne avesse solo 49.

Shūkichi e Tomi parlano il dialetto di Hiroshima (広島弁 hiroshima-ben).

I figli di Shūkichi (Ryū Chishū) e Tomi (Higashiyama Chieko) sono il modesto medico Kōichi, la parrucchiera Shige, Noriko (Hara Setsuko) sposata con Shōji disperso da otto anni, Keizō che vive ad Osaka e la piccola Kyōko che vive ancora coi vecchi genitori ad Onomichi. 

La canzone che accompagna le ultime scene è La campana della sera (夕べの鐘 yūbe no kane?), basata su Massa’s in de Cold, Cold Ground di Stephen Foster.

Date di uscita nel mondo:

3 novembre 1953 in Giappone
10 gennaio 1964 in Finlandia (Ensimmäinen matka)
21 ottobre 1964 in Svezia (Föräldrarna)
1º giugno 1965 in Australia (Tokyo Story)
9 luglio 1965 in Germania Ovest (Die Reise nach Tokio)
13 marzo 1972 negli Stati Uniti (Tokyo Story)

Viaggio a Tokyo è uscito in Italia nella metà degli anni sessanta, dieci anni dalla sua realizzazione, prevalentemente in alcuni cineclub di Roma e senza una vera distribuzione in sala, come la maggior parte della cinematografia di Yasujiro Ozu.

Viaggio a Tokyo: Poster

Capolavori restaurati di Ozu Yasujiro

Late Spring (Tarda primavera, 1949)
Il film quintessenziale di Ozu è la storia di un vecchio professore e sua figlia (lei non vuole sposarsi per non lasciar solo il padre, lui si sacrifica per spingerla al matrimonio), per una descrizione lieve e potente dell’inevitabile mutevolezza delle cose.

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Equinox Flower (Fiori d’equinozio, 1958)
Il film ironizza pacatamente sulla perdita dell’autorità paterna, con un padre che si oppone al matrimonio della figlia, battuto dalle forze del mondo femminile che si coalizza.

Good Morning (Buon giorno, 1959)
Remake del capolavoro muto “Sono nato, ma…”, deliziosa commedia sullo sciopero del silenzio di due fratellini che vogliono che la famiglia compri un televisore e divertita riflessione sul linguaggio … di cosa parliamo quando parliamo?

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Late Autumn (Tardo autunno, 1960)
Un film ironicamente e nostalgicamente agrodolce sul tentativo di tre vecchi amici ed ex corteggiatori di una donna ormai vedova, di combinare il matrimonio della figlia di lei, senza smettere di pensare all’eventualità di sposare la madre.

An Autumn Afternoon (Il gusto del saké, 1962)
L’ultimo film di Ozu torna sul matrimonio con un’elegia del tempo che scorre, arricchito dalla nostalgia del passato studentesco.

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Via | Tucker FilmTucker Film
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