Una tomba per le lucciole: il capolavoro Ghibli al cinema a novembre
La nostra recensione sul capolavoro di animazione realistica e straziante, dell’infanzia spezzata dagli stenti della guerra e l’egoismo degli adulti
Hotaru no haka (火垂るの墓 – Grave of the Fireflies), letteralmente La Tomba delle Lucciole, noto anche come Una tomba per le lucciole , scritto e diretto da Isao Takahata nel 1988, ma ancora inedito nei cinema italiani, arriverà in sala con un nuovo doppiaggio curato da Gualtiero Cannarsi (direttore artistico dei film Ghibli per Lucky Red), non più lunedì 8 e martedì 9 Giugno, come annunciato all’inizio da Koch Media che lo distribuisce, ma martedì 10 e mercoledì 11 novembre 2015.
In attesa dell’inedito Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi e la riedizione della favola ambientalista Nausicaä della Valle del vento di Hayao Miyazaki, è il duro e toccante esordio alla regia di Isao Takahata del neonato Studio Ghibli, ad arrivare per la prima volta nei cinema italiani.
A quasi un trentennio dalla prima distribuzione giapponese del 1988 e la presentazione in contemporanea con Il mio vicino Totoro di Miyazaki, amico, collega e co-fondatore dello stimato studio giapponese di animazione, Una tomba per le lucciole/La tomba delle lucciole (Grave of the Fireflies, 火垂るの墓, Hotaru no haka), arriva nelle nostre sale il prossimo 8 e il 9 Giugno, con un nuovo adattamento e doppiaggio italiano curato da Gualtiero Cannarsi, direttore artistico dei film Ghibli per Lucky Red, sebbene questo sia l’unico di cui Lucky Red non detenga i diritti, della Yamato Video.
In concomitanza con il settantesimo anniversario della strage di Hiroshima e Nagasaki, questo piccolo capolavoro di animazione realistica e straziante dell’infanzia spezzata dagli stenti della guerra, si prepara a tornare nel Giappone bombardato dagli americani, prossimo alla resa dal secondo conflitto mondiale.
Con una profonda riflessione sull’infanzia tradita dall’egoismo degli adulti in tempo di guerra, attraverso il soggetto, la sceneggiature e la regia ispirata all’omonimo racconto semi autobiografico di Akiyuki Nosaka, Isao Takahata mette in scena una sorta di sinfonia dell’orrore dei conflitti e dell’indifferenza nei confronti dei più deboli.
Tornando nell’inferno del villaggio giapponese di Kobe del 1945, carbonizzato con qualche migliaio dei suoi abitanti dalle bombe incendiarie lanciate da 350 B-29 americani, Takahata segue le strazianti vicende dei due piccoli fratelli orfani Seita e Satsuko, strappati dalle cure di una madre amorevole e un padre capitano della Marina Imperiale, per aggirarsi tra macerie fumanti, cadaveri in decomposizione, fosse comuni, parenti indifferenti, le nefaste conseguenze della mancanza di cibo e della pazzia del mondo.
Una tragedia priva di finale consolatorio che, provvista di una notevole cura per i dettagli, parte dalla fine, con il corpo e lo spirito straziato dall’inedia e la perdita della sorellina dell’appena quattordicenne Seita, trattato alla stregua dei rifiuti in una stazione ferroviaria, attraverso la storia raccontata dal suo fantasma con un lungo flashback, senza risparmiare particolari raccapriccianti della dolorosa odissea intrapresa dai due fratellini abbandonati a se stessi.
Un lungo viaggio nell’inferno quotidiano di un ragazzino costretto a crescere troppo in fretta per proteggere l’innocenza della sorellina, dai bisogni più elementari, gli orrori del mondo e la perdita dell’entusiasmo per la bontà, anche se solo di una caramella o di una corsa spensierata fino al mare.
L’inferno che incenerisce speranze e volontà, dove cascate di petali si fanno metafora di ricordi felici, una scatola di latta può contenere tutta la dolcezza delle caramelle e l’amarezze della vita, insieme alle piccole ossa di una bambina morta di fame e stenti prima ancora di raggiungere l’età per andare a scuola, mentre le lucciole, capaci di rischiarare anche il buio più fitto sono destinate a morire presto.
Una tomba per le lucciole e gli animi degli innocenti, restituita anche dagli inediti toni cupi della palette cromatica e la musica di Michio Mamiya che lascia ampio spazio alla straziante presenta di grida, lacrime e silenzi.
Il film più complesso, crudo, controverso e bellissimo della filmografia dello Studio Ghibli, ma se decidete di approfittare di questo inedito arrivo al cinema, portatevi una scorta doppia di fazzolettini e caramelle, anche se dopo la visone di questo film non avranno mai più lo stesso sapore.
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Una tomba per le lucciole (Hotaru no haka, animazione, Giappone 1988) di Isao Takahata. Con Tsutomu Tatsumi, Ayano Shiraishi, Yoshiko Shinohara, Akemi Yamaguchi, Corrado Conforti. Al cinema lunedì 8 e martedì 9 Giugno 2015.
Via | Facebook – Studio Ghibli –