Fuori dal Coro: Recensione in Anteprima
Opera prima dell’ex ‘cuoco di Robert De Niro’, sbarca al cinema la black comedy Fuori dal Coro
Costretto a tornare in patria all’età di 24 anni, causa documenti falsi, Sergio ha aperto un ristorante messicano ma non ha mai abbandonato il sogno del ‘Cinema’, quello che 20 anni fa lo portò dall’altra parte del mondo, tanto da sbarcare in sala il prossimo 4 giugno con questa opera prima che oscilla tra la commedia e il pulp, strizzando l’occhiolino a ‘monoliti’ del genere come Quentin Tarantino, Guy Ritchie, Martin Scorsese e Alessandro Piva. O almeno questi sono i dichiarati punti di riferimento da cui Misuraca, autodidatta della settima arte, ha attinto a piene mani.
Ambientato ovviamente in Sicilia, il film vede Dario e Nicola, due giovani disoccupati, passare le proprie giornate fumando erba, girando in motorino e chiacchierando al bar della piazzetta. Da poco laureato, Dario va però incontro ad un’ipotetica svolta. Uno stimato ‘Professore’ del Paese è pronto a mettere una buona parola nei suoi confronti, per un lavoro futuro, ma prima dovrà portare a termine un ‘favore’. Ovvero consegnare una busta chiusa a Roma. Niente droga, solo ‘documenti’, precisa il Professore. Nascosta la busta all’interno dell’auto grazie all’amico tappezziere Nicola, Dario parte alla volta della Capitale, se non fosse che il ‘semplice’ piano di consegna si tramuti in un incubo, tra zii da ritrovare e pericolosi slavi da dover affrontare.
Un’opera lontana dai ranghi del solito cinema italiano degli ultimi anni, Fuori dal Coro, titolo sorprendentemente diretto con mano ferma dall’esordiente ‘ex cuoco’ del due volte premio Oscar. Suddiviso in 3 atti, il film di Misuraca nasce come commedia dura e pura, strappando risate grazie allo stralunato personaggio di Alessio Barone, per poi diventare noir con l’ingresso in scena di Alessandro Schiavo, lo zio un tempo attore scappato dal Sud Italia lasciando dietro di se’ un misterioso passato, improvvisarsi road movie dopo la mancata consegna della busta da parte di Dario Raimondi e concludersi con svolta ‘pulp’ nel finale. Omaggiata la Sicilia in tutte le sue meraviglie, illuminate dalla solare fotografia di Giuseppe Pignone, Misuraca ha poi cavalcato i topoi classici del genere ‘tarantiniano’, seminando accurati flashback rivelatori o anche semplicemente esteticamente riempitivi nei confronti della trama, ma senza mai eccedere nel ‘gore’. Step dopo step si sveleranno anche gli intrecci diretti e/o indiretti che legano i tanti personaggi, fino all’inatteso finale che neanche a dirlo vedrà finalmente il sangue venire a galla, con deciso e marcato cambio dei ‘toni’ anche nei colori, che si fanno sempre più cupi e tenebrosi con l’inacidimento della situazione.
Esagerato il giusto, girato con un budget limitato eppure tecnicamente e recitativamente ineccepibile (sempre meravigliosa Aurora Quattrocchi), Fuori dal Coro è la dimostrazione che un altro tipo di Cinema, anche all’interno del genere ‘commedia all’italiana’, si può fare. Non a caso sarà la Microcinema del caso cinematografico del 2014 Song ‘e Napule ad occuparsi della distribuzione, per un’opera prima innegabilmente tutt’altro che ‘originale’ nello sviluppo della trama, ricca di citazioni ai ‘maestri’ del genere sopra menzionati eppure mai banale e ‘trasandata’ nella sua rappresentazione, ma anzi assai accurata nella costruzione, tra dolly e movimenti della macchina da presa. Un titolo, quello di Misuraca, che si può legare a quel Mozzarella Stories immeritatamente snobbato in sala nel 2011, nella speranza che ‘l’ex cuoco di Robert De Niro’ possa un giorno esaudire il proprio dichiarato sogno, ovvero dirigere la star di Taxi Driver, dopo avergli cucinato per anni spaghetti aglio e olio.
[rating title=”voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Fuori dal Coro (commedia, Italia, 2015) di Sergio Misuraca; con Dario Raimondi, Alessandro Schiavo, Alessio Barone, Ivan Franek, Aurora Quattrocchi, Emanuela Mulé, Salvo Piparo, Antonello Puglisi, Consuelo Lupo, Sergio Vespertino, Marta Paola Richeldi – uscita giovedì 4 giugno 2015.