Con Jep Gambardella e Alberto Saporito a Lyon
Jepi e Alberto, teatro e cinema a Lione, grazie a Toni Servillo, ovvero una esperienza entusiasmante
Nessuno più scrivi reportage, né li filma. Ci accontentiamo di poco: delle cose scritte, che sono sempre le stesse, sui nostri giornali, imbottiti di pagine che incartano il vuoto. Panini stantii. Vengo via dall’Italia e da Roma per incontrare Jep Gambardella, giornalista e scrittore a tempo perso; e Alberto Saporito, che affitta le sedie per gli show di fuochi d’artificio.
Jepi e Alberto sono una sola persona. Una persona tra le poche che fuori dai nostri confini gli spettatori vogliono vedere ed ascoltare, soprattutto dopo il successo anche Oscar di “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, di cui Jepi (alias Toni Servillo è il protagonista); e del successo in tutta Europa, ancora in corso della messa in scena di “Le voci di dentro” di cui Alberto Saporito (alias Toni) è regista e protagonista, con il fratello Beppe Servillo.
Beppe viene dagli Avion Travels e appare sugli schermi e sulla scena (ha fatto “Passione” di John Turturro e adesso con Toni è il fratello Saporito nella piece di Eduardo).
Vado con loro a Lione, bella città austera di costumi e di libertà (sbandiera di essere la seconda città della Resistenza antinazista in Francia), solcata da due grandi fiumi, gonfi di acque placide e di voglie, desideri, inquietudini.
Vengo da Roma dove la città continua ad essere bersagliata dagli scandali della Mafia Capitale e che scatena opinioni terribili sui luoghi del potere a vari livelli. Li si definisce come luoghi di “marmaglia” di corrotti e sfaticati.
Con Jepi e Alberto, lo scenario cambia. L’attenzione per il successo della “Grande Bellezza” diventa a Lione occasione per scatenare pubblico, élite e spettatori comuni, sul nostro cinema, sul nostro teatro, sulla nostra cultura.
Merito certo dell’Istituto italiano di cultura, diretto da Loredana Lorenzo, e dei dirigenti del Teatro des Celestins, dove è stato presentato per quattro sere “Le voci di dentro” ed è avvenuto un incontro con Toni e il sottoscritto sul mio libro “Eduardo De Filippo, scavalcamontagme, cattivo, genio consapevole”; conduttore Edoardo Esposito, docente alla Università di Avignone.
Merito soprattutto della consistenza e del respiro a pieni polmoni della “Grande Bellezza” che sta diventando un evento a lunga durata che rilancia il nostro cinema: Toni è stato al centro di colloqui e proiezioni dei suoi film. E tornerà, e anch’io, cinema e cinema.
Ecco. Ho avuto la prova: esistono opportunità, perché la denuncia di Paolo Sorrentino di una “bellezza” che stenta o non c’è più divenga ancor più un punto di svolta, aprendo ad altre forme di spettacolo e di coinvolgimento.
Incredibile, se non addirittura sensazionale, la capacità del pubblico di Lione di ascoltare e capire la lingua di Eduardo, applaudendo e divertendosi con i sottotitoli in italiano di “Le voci dentro”. Le voci di dentro. Torno in Italia, con l’idea che le voci possono venire di rimbalzo, entrrando e uscendo da reazioni viste e sentite, e fare molto bene quando partono da specchi sensibili come quelli di Lione, dei suoi fiumi, della sua bellezza seria e
addirittura austera. Antidoti contro la “marmaglia” non solo romana. Grazie Jepi, grazie fratelli Saporito.