Latin Lover: Recensione in Anteprima
Torna al cinema Cristina Comencini con Latin Lover, ultimo film interpretato dall’immensa Virna Lisi. Leggi la nostra recensione
Quattro anni dopo le involontarie risate e i fischi veneziani indirizzati allo sbertucciato Quando la notte, Cristina Comencini ha deciso di tornare sul set per girare un film molto atteso perché ultima fatica di un’attrice italiana straordinaria, Virna Lisi, morta a fine riprese. Latin Lover. Un titolo condito da un cast stellare, tra attori nostrani ed europei, e in grado di omaggiare quel grande cinema italiano di un tempo che faceva sognare il mondo, vincendo premi e ammaliando con il fascino dei suoi interpreti le donne di ogni generazione. Gassman, Mastroianni, Giuliano Gemma, volti entrati nella Storia della nostra cinematografia qui pennellanti sui lineamenti di Francesco Scianna, grande attore deceduto a cui le sue figlie ed ex mogli dedicano una giornata celebrativa a 10 anni dal suo decesso.
Scianna è Saverio Crispo, icona del cinema italiano, conclamato sciupafemmine, divo inarrivabile, un genio, secondo la critica che ne tesseva le lodi. Quattro le figlie avute da 4 mogli diverse in altrettante parti del mondo. Donne che si ritrovano nella grande casa del paesino pugliese dove l’attore è nato per ricordare quel padre mai del tutto dimenticato, così frivolo e sfuggente, così amato e applaudito. Si fanno così strada la primogenita, la figlia italiana che ha una storia d’amore con il montatore storico del padre; la figlia francese, l’indesiderata, la ‘parentesi’, anch’essa attrice e 3 figli avuti da tre padri diversi, perché buon sangue non mente; la figlia spagnola, l’unica sposata con marito traditore seriale e due figli; ed infine la figlia svedese, la più piccola, quella che il padre a malapena se lo ricorda. Al loro fianco le due vedove di Crispo, ovvero la prima moglie italiana, che se l’è ripreso e l’ha accudito in punto di morte, e la seconda moglie spagnola, diventata sua sposa quando Saverio era un divo degli spaghetti western. Peccato che nelle 48 ore che avrebbero dovuto essere ‘celebrative’, il passato di Crispo irrompa pesantemente nell’allargata e internazionale famiglia, tra figlie americane e misteriosi amici di un tempo, conferenze stampa, proiezioni e segreti mai rivelati.
Figlia di Luigi Comencini, sorella di Francesca, Paola ed Eleonora, moglie del produttore cinematografico Riccardo Tozzi e madre di Carlo, Giulia e Luigi Tozzi, Cristina Comencini ha probabilmente attinto dalle proprie esperienze di vita per raccontare il ricordo di questo divo del cinema italiano ‘mitizzato’ e visto con occhi grondanti amore dalle donne che hanno fatto parte della sua esistenza. Donne in rappresentanza di epoche diverse, sorelle, madri, mogli, rivali che qui si affrontano, tra stoccate tutt’altro che indirette, nel pennellare i ricordi di un uomo che nessuna di loro ha in realtà probabilmente mai realmente capito e vissuto appieno. Alternando dramma e commedia, la regista nonché sceneggiatrice è andata a mettere in scena i ‘fuoriscena’ di questo grandissimo attore per decenni nascosti in un cassetto, liberando automaticamente le donne dal ‘peso’ di quello sguardo, dal perenne conflitto che le ha viste a lungo battagliare l’una contro l’altra, dando così loro il tanto cercato dono della ‘leggerezza’.
Titolo metacinematografico, Latin Lover cita e omaggia il cinema tricolore che fu, con Scianna chiamato a re-interpretare i grandi del passato, per poi virare verso la Spagna e incrociare lo stile di scrittura di Pedro Almodovar. C’è tanto del regista spagnolo in questo ritorno in sala della Comencini, partendo dal cast quasi tutto al femminile per arrivare alla sublime Marisa Paredes, volto feticcio del due volte Premio Oscar, senza dimenticare quel lato tragicomico, quei colpi di scena da ‘soap opera’ e quella spruzzata di melò che da sempre rappresentano il tocco almodovariano. Punto di forza del film, neanche a dirlo, le donne. E che donne. Impossibile non partire da Virna Lisi, morta poco dopo la fine delle riprese. A lei la pellicola è dedicata, a lei che non è nemmeno riuscita a vederla completata. Un peccato, perché la meravigliosa Virna ci ha lasciato nel migliore dei modi. Splendida la sua interpretazione da ‘patriarca’, da prima moglie del latin lover italiano, da donna che ha amato, atteso, tradito, taciuto, nascosto, perdonato e accudito. L’eterna e inarrivabile bellezza della Lisi splende ed irradia lo schermo, regalando allo spettatore quel ricco menù espressivo che per decenni ha conquistato pubblico e critica. Tra le tante spicca una scena, fatta di confessioni e alcool, in cui il volto dell’attrice, tra lacrime e sorrisi, oscura chiunque le sieda accanto. Un trionfo di eleganza e bravura, quasi naturale, innata. Dispiace solo non averla vista più spesso, in questi ultimi 20 anni di cinema. I suoi ultimi 3 film per il grande schermo tutti diretti dalla Comencini, a cui va dato il merito di averle regalato un ultimo grande personaggio.
Applausi anche per l’emozionante Paredes, diva spagnola che con il passare dei minuti si ‘spoglia’ letteralmente della maschera troppo a lungo indossata, così come per la sempre più brava Valeria Bruni Tedeschi. Il suo personaggio è quello più involontariamente comico, perché sempre sull’orlo di una crisi di nervi, bisognoso di conforto e privo di autostima, sfaccettato e grondante tenerezza, per quanto osteggiato da una ‘famiglia’ che proprio non riesce ad accettarla. Tra continui colpi di scena e sfide all’ultimo ricordo che le 6 donne di Scianna finiranno per sputarsi addosso nel corso del celebrativo fine settimana, la regista tende comunque a seminare leggerezza e sorrisi (non risate), smontando indirettamente quelle pecche su cui si finisce beatamente per sorvolare. Vedi l’età dei suoi protagonisti, con Scianna mai ‘vecchio’ in nessuna delle immagini mostrate (neanche quelle più apparentemente ‘recenti) e Neri Marcorè inspiegabilmente troppo giovane per essere stato sia il montatore storico del divo che il fidanzato della sua primogenita (Finocchiaro), in realtà a prima vista coetanea. Se nella parte centrale dell’opera la Comencini tende a tirare un po’ troppo la corda del ‘segreto dei segreti’, banalmente ovvio nel momento stesso in cui Lluís Homar fa la sua comparsa in scena, con il finale ‘allungato’ la regista va a chiudere definitivamente il suo progetto ereditario sul cinema italiano di un tempo, putroppo per noi irripetibile. E allora che ostentato omaggio sia.
Voto di Federico: 7
Voto di Antonio: 6
Latin Lover (Ita, 2015, commedia, dramma) di Cristina Comencini; con Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peña, Pihla Viitala, Nadeah Miranda, Cecilia Zingaro, Francesco Scianna, Lluís Homar, Neri Marcorè, Claudio Gioé, Toni Bertorelli, Jordi Mollà, Osiris Perez Cantador, Julian Donat Cattin, Pablo Nanni Ausin, Ippolito Chiarello, Vittorio Continelli, Isabella Ragno, Franco Miccoli, Maurizio Pellegrini – uscita giovedì 19 marzo 2015.